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La copertina del 30.mo Rapporto Immigrazione di Caritas Italiana e Fondazione Migrantes La copertina del 30.mo Rapporto Immigrazione di Caritas Italiana e Fondazione Migrantes 

Caritas - Migrantes: meno stranieri in Italia e meno vaccinati

Presentato a Roma il 30.mo Rapporto Immigrazione di Caritas italiana e Fondazione Migrantes, dal titolo “Verso un noi sempre più grande”. I cittadini stranieri nella Penisola sono oggi poco più di 5 milioni, quasi 300mila in meno rispetto ad un anno fa, per il calo demografico generale, la pandemia e le conseguenti restrizioni alla mobilità. Il cardinale Bassetti: “Presto ci accorgeremo della loro mancanza, e ci pentiremo di non averli accolti come dovevamo”

Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano

Duecentosettantamila cittadini stranieri in meno, in Italia, tra il 2019 e il 2020, il 5,1 per cento, che non riescono più a compensare la diminuzione della popolazione italiana, scesa complessivamente del 6,4 per cento, che significa un calo di 987 mila residenti. E’ l’effetto pandemia, con le morti causate dal virus, le restrizioni alla mobilità, unito al calo demografico generale, rilevato dal 30.mo Rapporto Immigrazione di Caritas italiana e Fondazione Migrantes (qui una sintesi), presentato alla Casa La Salle di Roma dal presidente della Conferenza episcopale italiana, il cardinale Gualtiero Bassetti.

Ascolta il servizio breve sul Rapporto Immigrazione

La solitudine della pandemia richiede nuova fraternità

“Presto cominceremo ad accorgerci della mancanza di queste persone – commenta l’arcivescovo di Perugia-Città della Pieve - e allora ci pentiremo di non averli accolti come dovevamo accoglierli, di non averli seguiti come avremmo dovuto”. “Parliamo  - aggiunge - di milioni di cittadini stranieri che vivono in Italia spesso dimenticati” eppure, in questo tempo di pandemia “non possiamo permettere che si affermino dinamiche che ci rendono estranei gli uni agli altri”. Dovrebbe invece “sovrabbondare la speranza”, perchè “la gente sta soffrendo di una solitudine immensa”, soprattutto i più giovani e gli anziani. “Tutto è in relazione, siamo tutti collegati gli uni agli altri – prosegue il presidente della Cei, che poco prima ha incontrato Papa Francesco - la crisi sociale, che non è dipesa solo dalla pandemia, è una ferita grave per la nostra società. Invece stiamo assistendo al venir meno del senso profondo della fraternità, della comunione, del vivere insieme”.

Bassetti: sgonfiamo l'io e ingrandiamo il noi

E invece, conclude il cardinale Bassetti, “questo è il tempo di edificare, di vivere la speranza”, ricordando la “grande lezione” della pandemia: “la fragilità non caratterizza solo gli altri” ma “ognuno di noi”. “Quanti preconcetti, quanti pregiudizi, quanti diti puntati. Serve una cultura più aperta a quanto c’è di buono nell’altro e sempre più convinta dell’incontro. Ci attendono mesi, forse anni, difficili in cui ricostruire le nostre comunità. E se diventa più grande il noi un po’ alla volta si sgonfia questo benedetto io che ci paralizza tutti”.

Ascolta l'intervento del cardinal Gualtiero Bassetti

La maggioranza degli immigrati vive al Nord

“Verso un noi sempre più grande” è proprio il tema del Rapporto Immigrazione 2021, trent’anni dopo il primo voluto da don Luigi Di Liegro, fondatore della Caritas di Roma, che riprende quello del messaggio di Papa Francesco per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato 2021, celebrata il 26 settembre scorso. Il primo dei dati messi in rilievo è che tra i 5.035.643 residenti stranieri in Italia, sono in calo i permessi di soggiorno per i minori non accompagnati, da 18 mila a 3700. Tra questi 5 milioni prevalgono le donne (51,9 per cento), che arrivano all’80% dall’Ucraina, dalla Georgia e da diversi Paesi dell’Est Europa. La maggioranza degli immigrati continua a vivere al Nord (58,5), nel Nord Est e nel Centro si aggirano entrambi intorno al 24,5 per cento, mentre nel Sud e nelle isole sono il 12,1% e il 4,8. Capitale dell’immigrazione è sempre Roma, in cui risiede il 10 per cento, seguita da Milano (9,2) e Torino (4,2). 

Crescono gli studenti stranieri alle superiori

Gli alunni con cittadinanza non italiana, riferisce ancora il Rapporto, nell’anno scolastico 2019/2020 sono stati 876.801, il 10,3% del totale, in decrescita dal 2018. Ma è interessante l’aumento degli stranieri iscritti negli istituti di scuola secondaria di secondo grado, segno della spinta delle seconde generazioni, che spesso hanno iniziato i loro studi in Italia. Invece quasi un quarto dei bambini figli di immigrati, nell’età 3-5 anni, non frequenta la scuola dell’infanzia.

Nel mondo non diminuiscono i migranti forzati 

Guardando a tutto il mondo, i dati dell’Onu confermano un calo di circa 2 milioni del numero delle persone che si sono spostate per motivi di lavoro o familiari, a causa delle limitazioni alla circolazione, ma non sono diminuiti i migranti forzati, soprattutto in Medio Oriente e Sud America. Un quinto degli sfollati nel pianeta proviene dalla Siria (6,7 milioni) mentre in un caso su sei dalla Palestina (5,7 milioni). Il Venezuela segue con oltre 4 milioni di profughi. Così il numero di persone che vivono fuori dal proprio Paese ha raggiunto nel 2020 la cifra record di 280,6 milioni (+8,4 milioni rispetto all’anno precedente) ovvero il 3,6% della popolazione mondiale. E l’Europa continua ad essere l’area con più presenze, con quasi 87 milioni di migranti (molti sono cittadini europei dell’area Schengen).

Cresce povertà e disoccupazione tra gli stranieri

La pandemia, in Italia, è aumentata del 2,3 per cento, il numero di famiglie straniere in stato di povertà assoluta, sono oggi 568 mila, più di una famiglia su quattro, mentre tra i nuclei di italiani sono il 6 per cento. I 2.663 centri di ascolto e servizi Caritas dislocati in 193 diocesi hanno aiutato 106.416 cittadini stranieri, il 52 per cento di chi si è rivolto ai centri, soprattutto da Marocco (18,5 per cento) e Romania (9,1). Il tasso di disoccupazione dei cittadini stranieri al 13,1 per cento, è superiore a quello dei cittadini italiani (8,7%). Chi ne soffre di più, come sempre, sono le donne, “con una riduzione del tasso di occupazione due volte maggiore” si legge nel Rapporto. Per non parlare del cono d’ombra caduto sulle donne vittime di tratta e sfruttamento a scopi sessuali e lavorativi, divenute ancora più invisibili a causa dei lockdown.

Vaccinazioni: il 10 per cento in meno tra gli stranieri

Riguardo alla situazione sanitaria degli stranieri in Italia, Caritas e Fondazione Migrantes rilevano che a fine giugno 2021, solo il 50 per cento era stato vaccinato, ed erano appena iniziate le somministrazioni ad immigrati senza tessera sanitaria, mentre già il 60 per cento dei nati in Italia era stato immunizzato. Il sottosegretario al Ministero della Salute Pierpaolo Sileri, presente all’illustrazione del Rapporto commenta che “Il green pass mi interessa ma mi interessa ancora di più la vaccinazione di chi non so dove sia”. Sarei più contento, prosegue, “di avere 500 mila persone vaccinate e censite per sapere dove allocare le risorse e consentire il miglioramento delle condizioni di salute”. “È innegabile che non sono i migranti che portano il virus – conclude -. Semmai si ammalano qui”.

Le colf straniere contagiate nelle case dove lavorano

I lavoratori stranieri contagiati, in maggioranza colf e badanti, nelle famiglie che assistono, provengono soprattutto da Romania (21 per cento), Perù (13), Albania (8,1), Moldavia (4,5) ed Ecuador (4,2). E se tra italiani e stranieri sono aumentate le morti sul lavoro: +27,6 per cento dall’anno precedente (da 1.205 a 1.538) un terzo sono state causate dal Covid-19. 224 erano cittadini stranieri (14,6 del totale) e, per il 70 per cento, cittadini extracomunitari. Il presidente dell’Associazione medici di origine straniera in Italia, Foad Aodi, proveniente dalla Palestina e musulmano, sottolinea, insieme al sottosegretario Sileri, il grande contributo dato dai 75 mila medici stranieri alla lotta al Covid-19, per la quale 18 di loro hanno perso la vita. E ricorda che non arriverà mai l’immunità di gregge nel nostro Paese senza immunizzare gli immigrati.

Le fedi: in calo i musulmani, crescono i cristiani

Nella popolazione straniera residente in Italia, infine, diminuiscono i fedeli musulmani e aumentano i cristiani. I primi sono oggi 1 milione e 400mila, il 2 per cento in meno e il 27,1 per cento del totale, mentre i cristiani sono 2,9 milioni, il 56,2 per cento a inizio 2021, a fronte del 53-54% degli anni precedenti. In maggioranza sono ortodossi, oltre il 57 per cento, poi cattolici, 866mila. La Fondazione Ismu al 1° gennaio 2021 segnala 144mila stranieri di religione buddista (pari al 2,8 per cento del totale, 102mila di religione indù, 98mila sikh e 47mila persone appartenenti ad altre religioni. Gli atei e gli agnostici sono circa 461mila.

Perego: un Rapporto che affidiamo alla classe politica

Il drammatico calo di persone straniere nel nostro Paese preoccupa anche il presidente della Fondazione Migrantes, monsignor Gian Carlo Perego, arcivescovo di Ferrara-Comacchio, perché significa che “l’Italia non ha più capacità attrattive”. “Il Rapporto – precisa - vuole essere una forte provocazione alla razionalità, per leggere l’immigrazione a partire da questi 5 milioni di persone che vivono in Italia. Speriamo che questo studio aiuti la nostra società e classe politica a partire dai dati e dalle situazioni, perché l’Italia possa andare avanti e non tornare indietro, visto che siamo il Paese più anziano e manca manodopera”.

Redaelli: non solo accogliere, ma camminare insieme

Accanto a lui il presidente della Caritas italiana Carlo Roberto Maria Redaelli, arcivescovo di Gorizia, che sottolinea la necessità che i cattolici e gli italiani di buona volontà non siano solo “persone che accolgono i migranti, ma che camminano insieme a loro”. Quello delle migrazioni è un problema complesso, sostiene l’arcivescovo Redaelli, “ma che può essere governato mettendo al centro la dignità umana e, per i cattolici, la testimonianza evangelica”.

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14 ottobre 2021, 15:54