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In Brasile i vescovi parlano di  “lotta contro il genocidio e la violenza fisica, culturale e territoriale" di tali popolazioni In Brasile i vescovi parlano di “lotta contro il genocidio e la violenza fisica, culturale e territoriale" di tali popolazioni 

Brasile, vescovi: violati sistematicamente i diritti degli indigeni

Troppi attacchi e troppe violenze: questa la denuncia di monsignor Roque Paloschi, vescovo di Porto Velho e presidente del Consiglio missionario indigeno (Cimi), in Brasile. Il suo appello: “La causa indigena appartiene a tutti”

Isabella Piro - Città del Vaticano 

"La violenza e la violazione dei diritti dei popoli indigeni sono sistematiche": questa la denuncia di monsignor Roque Paloschi, vescovo di Porto Velho e presidente del Consiglio missionario indigeno (Cimi), in Brasile, in occasione della Giornata internazionale dei popoli indigeni, celebrata il 9 agosto. "Lo scenario che abbiamo nel nostro Paese – afferma il presule - è di totale violazione dei diritti dei popoli indigeni e di violenza in varie forme", tanto che si parla di secoli di “lotta contro il genocidio, lo sterminio, le violazioni dei diritti e la violenza fisica, culturale e territoriale" di tali popolazioni. Questi atti vengono perpetrati senza soluzione di continuità, ribadisce il vescovo, e “da un governo all’altro, si trova sempre un modo per ridurre o decostituire i diritti delle popolazioni native” che, attualmente, si trovano davanti “ad uno scenario molto critico”.

Non manca la sensibilità ma occorre fare di più

Numerosi, infatti, spiega monsignor Paloschi, sono gli attacchi perpetrati contro “la loro integrità fisica, culturale e territoriale”, a volte anche con l’avallo dell’autorità statali che sembrano promuovere la lesione dei diritti delle comunità tradizionali e, in generale, delle persone più vulnerabili. Tutto ciò, nota il presule, ha ricadute drammatiche, tanto che “in Brasile, c’è una società che promuove l’intolleranza e la discriminazione, soprattutto di fronte a culture omologanti predominanti”. Al contempo, il presidente del Cimi non esita a riconoscere che esistono anche persone “consapevoli e sensibili alla lotta dei popoli indigeni, al loro diritto alla vita, alla terra, all’educazione, alla salute”.

Ciò che conta, in ogni caso, è il non dimenticare che “i popoli nativi sono i popoli della reciprocità” e che “è necessario rispettare i loro diritti”, conquistati con tanta fatica, dopo anni di “lotta e di resistenza”, anche in favore della salvaguardia del Creato e della tutela della vita. Di qui, l’appello del presule alla solidarietà con queste popolazioni che “sono state le primi ad abitare il Continente” americano. “La causa indigena – conclude monsignor Paloschi – appartiene a tutti”.

Istituita dalle Nazioni Unite per celebrare la prima riunione a Ginevra, il 9 agosto del 1982, del gruppo di lavoro Onu dedicato alla tutela di queste popolazioni, la Giornata internazionale dei popoli indigeni vuole contribuire a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla necessità di garantire "condizioni di vita con un minimo di dignità per i popoli indigeni di tutto il pianeta, soprattutto per quanto riguarda i loro diritti all'autodeterminazione ".

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11 agosto 2021, 13:12