I vescovi del Nicaragua lanciano un messaggio di pace e speranza alla popolazione, provata dalla pandemia e dalla crisi sociale. I vescovi del Nicaragua lanciano un messaggio di pace e speranza alla popolazione, provata dalla pandemia e dalla crisi sociale.  

I vescovi del Nicaragua: pace e perdono per un nuovo cammino

In un messaggio, i presuli del Paese riflettono sulla situazione sanitaria, politica ed economia, invitando a guardare al voto con fiducia perché ci siano elezioni libere e corrette. Rimarcano la necessità di lavorare per il bene comune e per il rispetto dei diritti di ogni essere umano

Isabella Piro – Città del Vaticano

La pandemia da Covid-19, la crisi politica, economica e sociale e il processo elettorale: sono questi i tre punti su cui si sofferma il messaggio diffuso dalla Conferenza episcopale del Nicaragua (Cen) oggi, 11 giugno, Festa del Sacro Cuore di Gesù. Il documento traccia un’ampia, seppur amara, panoramica della nazione, a partire dall’emergenza sanitaria che, finora, ha provocato oltre 7.600 contagi e quasi 200 decessi. Ma non solo: il coronavirus, sottolineano i vescovi, ha accresciuto “la povertà e la grande disuguaglianza sociale che emargina e discrimina molti settori della popolazione, mettendo alla prova le forze di tutti”. Esprimendo, quindi, il loro cordoglio per tutti i defunti ed i malati di Covid, insieme alla vicinanza verso le loro famiglie, i vescovi esortano i fedeli a rispettare sempre le normative igienico-sanitarie, anche durante le celebrazioni liturgiche. Parole di ringraziamento la Cen le rivolge, poi, ai medici, agli operatori sanitari e a tutti gli scienziati che ricercano e producono vaccini.

Un Paese di pace

Quindi, il messaggio episcopale si sofferma sul contesto nazionale, piegato dalla “crisi politica, economica e sociale”. “Bisogna costruire un Nicaragua fondato sulla pace, sulla giustizia e sul rispetto dei diritti umani – sottolineano i presuli – rifiutando tutto ciò che è contrario a questi principî e lavorando tutti insieme, consapevoli del fatto che i pilastri della pace sono la giustizia e il perdono”. Al contempo, la Cen ribadisce “la grande importanza della divisione dei poteri nello Stato”, perché “questo è il principio del governo della legge, cioè quello in cui ad essere sovrana è la normativa e non la volontà arbitraria degli uomini”.

“Per il Nicaragua, vogliamo e preferiamo un sistema democratico – incalzano i presuli - in cui l'autorità politica deve rendere conto al popolo e gli organi rappresentativi devono essere sottoposti ad un controllo effettivo da parte della società”. Per questo, la Chiesa di Managua afferma con forza che “è necessario impedire che vengano istituzionalizzate le restrizioni arbitrarie e illegali delle libertà dei cittadini, le persecuzioni degli oppositori e dei media, le persistenti situazioni in ingiustizia e le leggi lesive dei diritti umani”, senza dimenticare “coloro che soffrono a causa di un familiare assassinato, scomparso o perseguitato”.

Un voto libero e credibile

Quanto al processo elettorale che porterà alle votazioni generali del 7 novembre, i vescovi nicaraguensi invocano, in primo luogo, consultazioni “libere e credibili”. Poi, chiedono agli eletti “la responsabilità delle loro azioni”, in quanto “elemento costitutivo della rappresentanza democratica”. “Tutti dobbiamo esigere il rispetto del voto del popolo – aggiunge la Cen - in modo che, come risultato delle votazioni, ci sia un governo eletto dal popolo sovrano”. Ed è per questo motivo che gli elettori sono invitati a “scegliere, in coscienza, rappresentanti che rispettino la dignità della persona, i diritti umani, la libertà, la vita dal concepimento fino alla morte naturale, e la famiglia naturale e tradizionale, come Dio l'ha creata”. “Questi principî sono per noi indispensabili, imprescindibili e indiscutibili”, rimarcano i vescovi.

Qual è, dunque, la strada giusta da intraprendere? La Cen parla chiaro: quella dell’incontro verso l’altro, in nome del bene comune, perché la politica è una forma di carità. “Tutti, nessuno escluso, devono fare il loro dovere istituzionale - rimarcano i vescovi – perché la politica autentica è quella che si fonda sul diritto e sul dialogo leale” tra tutti i settori della società. In sostanza, i vescovi chiedono al Nicaragua di agire in base ad “una unità reale e ad una volontà effettiva”, in nome del “bene comune”. “Tutti noi – prosegue il messaggio – abbiamo il diritto e l’obbligo di impegnarci in una lotta civile e pacifica, in qualsiasi circostanza”, e ognuno deve “assumersi la sua parte di responsabilità, senza egoismi”.

La preghiera del giovedì

Infine, in occasione della Festa del Sacro Cuore di Gesù, i presuli nicaraguensi invitano i fedeli a raccogliersi in preghiera per la pace. L’iniziativa potrà essere portata avanti per tutti i giovedì del mese di giugno, in ogni parrocchia del Paese. Inoltre, da domani 12 giugno, festa del Cuore Immacolato di Maria, a domenica 15 agosto, Solennità dell’Assunta, i credenti sono esortati a recitare quotidianamente il Santo Rosario per la fine della pandemia ed a rinnovare la consacrazione alla Vergine Maria.

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11 giugno 2021, 17:05