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Il volume in cui il cardinale Bagnasco rievoca a sua esperienza pastorale a Genova Il volume in cui il cardinale Bagnasco rievoca a sua esperienza pastorale a Genova 

"Genova, casa mia": il cardinale Bagnasco si racconta

L'ex arcivescovo in conversazione con il sacerdote e giornalista Silvio Grilli, direttore de “Il Cittadino”, settimanale diocesano genovese, e dell'Ufficio Comunicazioni Sociali. Il libro vuole essere anche il ringraziamento di una comunità al pastore che l'ha guidata per 14 anni, costruendo un legame profondo

Dino Frambati - Genova

Un libro (edito da Grafica Buona Stampa s.r.l.) che racconta una grande avventura di amore e di fede, che ha legato Genova al suo antico arcivescovo, il cardinale Angelo Bagnasco, e che il porporato, ceduto il pastorale al suo successore, il francescano Marco Tasca, ha voluto riversare nelle 272 pagine del volume,  con un ricco corredo fotografico. Si tratta di “Genova, casa mia – 14 anni da Arcivescovo”, in cui il cardinale Bagnasco rievoca un periodo intenso della sua vita attraverso una conversazione con il sacerdote e giornalista Silvio Grilli, direttore de “Il Cittadino”, il settimanale diocesano genovese, e dell'Ufficio Comunicazioni Sociali. Un quadro, spiega una nota di presentazione da parte della Diocesi, che tra ministero episcopale e momenti di vita personale mostra in sintesi il "percorso di maestro e pastore" con cui il cardinale Bagnasco "ha servito e guidato con amore la Chiesa e la città di Genova”.

Il racconto di don Angelo

Forte il ricordo di don Angelo, giovane sacerdote di una chiesa del levante del capoluogo ligure, quando salì, molti anni più tardi, sulla cattedra di San Siro e, durante questo periodo, fu elevato alla porpora cardinalizia, per divenire capo della Cei e quindi dei vescovi europei. Molti genovesi ricordano di lui le celebrazioni, la capacità di renderle "avvolgenti", l'intelligenza i certe esortazioni. Il Libro è dunque anche un ringraziamento al cardinale Bagnasco da parte della comunità diocesana,  sottolinea la nota di presentazione dell'opera, a un anno dal saluto del porporato alla Diocesi e alla città. In un video, curato sempre da "Il Cittadino", è lo stesso cardinale Bagnasco a descrivere gli anni alla guida della Diocesi di Genova. “Nel 2006 - ricorda  - ero Ordinario per i militari dell’Italia. Il 22 agosto ricevetti la lettera della Nunziatura Apostolica che mi informava che Papa Benedetto XVI mi aveva nominato arcivescovo di Genova, come successore del cardinale Tarcisio Bertone, ormai Segretario di Stato. La notizia sarebbe diventata pubblica il 29 del mese, festa della Madonna della Guardia. La nomina inaspettata e improvvisa mi lasciò non solo sorpreso, ma interdetto". "Ritornare a Genova come Pastore, da una parte era motivo di gioia, poiché tornavo nella città dove ero cresciuto, nel centro storico, dall’altra però mi chiesi come sarei stato accolto. Il pensiero che la nomina fosse giunta nel giorno di Maria Regina mi confortò come una luce tra le nubi. La Madonna, infatti, mi ha sempre accompagnato anche con date e ricorrenze pastorali che possono apparire coincidenze, ma che per me erano segni materni. Ciò mi diede coraggio per rispondere con il mio 'sì' di fiducia e abbandono alla volontà di Dio che mi si manifestava attraverso il Papa".

La città, la porpora, la responsabilità

“Penso e spero - scrive ancora il porporato - che tutti, al di là dei miei limiti ed errori, abbiano sentito il mio affetto di pastore e di padre”. Creato cardinale da Benedetto XVI nel Concistoro del 24 novembre 2007, il successivo primo dicembre la Chiesa e la città l’hanno nuovamente accolto in San Lorenzo. Bagnasco ricorda la domanda di un giornalista: “Mi chiedeva come mi sentissi, risposi che non si è mai pronti per le grandi cose, come quando si diventa padri o sposi, ma si impara. In quei giorni ricevetti innumerevoli messaggi di affetto e la folta presenza a Roma al Concistoro mi ha testimoniato che non ero solo nei compiti che la Chiesa mi aveva consegnato negli ultimi quattordici mesi con una sequenza assolutamente impensata. La Divina Provvidenza, infatti, mi aveva affidato la cura di questa importante e cara Diocesi”. “Insieme alle responsabilità, il mio sguardo si è dovuto progressivamente allargare senza tralasciare nulla - rievoca Bagnasco - a Genova all'Italia, e poi alla Chiesa universale. Sempre in quell’omelia sottolineai che la porpora cardinalizia non riguarda solo la persona del vescovo, ma anche la sua Chiesa. Da questo riconoscimento e da tanta fiducia tutti devono sentirsi sollecitati e rinnovare la propria adesione di fede a Gesù e alla bellezza della Chiesa cattolica”.

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28 giugno 2021, 14:16