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USA, piano aiuti anti Covid. Vescovi: più sostegno alla vita

L’American Rescue Plan Act, è stato varato : soddisfatta solo in parte la conferenza episcopale. “Siamo fortemente convinti - affermano i presuli - che aiutare le persone più vulnerabili ed esposte al rischio a causa della pandemia significhi anche proteggere i bambini non ancora nati e il loro diritto alla vita”

Isabella Piro - Città del Vaticano 

Con 220 sì dei democratici e 211 no dei repubblicani, il Congresso degli Stati Uniti ha approvato definitivamente l’American Rescue Plan Act, il piano di aiuti all’economia varato dall’amministrazione Biden per contrastare gli effetti negativi della pandemia da Covid-19. Nel complesso, sono 1.900 i miliardi di dollari stanziati, dei quali circa 800 sono pensati per sostenere le famiglie, con assegni una tantum; altri fondi saranno destinati ai sussidi per la disoccupazione e al settore lavorativo statale, mentre si prevede il rafforzamento, per un anno, dei crediti di imposta per i figli minorenni, così da ridurre le fasce di povertà. Non mancano, naturalmente, le misure di contrasto del coronavirus: sono 123, infatti, i miliardi che andranno investiti in tamponi, produzione e distribuzione dei vaccini e assistenza sanitaria. Ulteriori fondi saranno impegnati nel settore dell’istruzione, affinché le scuole possano riaprire in sicurezza, nelle piccole aziende e nei trasporti. Dal suo canto, la Conferenza episcopale degli Stati Uniti si dice soddisfatta solo in parte del Piano approvato che fornisce, sì, aiuto ai più bisognosi, ma non contiene alcuna tutela per i nascituri. “Siamo fortemente convinti che aiutare le persone più vulnerabili ed esposte al rischio a causa della pandemia – affermano i vescovi in una nota - significhi anche proteggere i bambini non ancora nati e il loro diritto alla vita”.

La tutela della vita in primo piano

“Siamo grati che questa legge affronti molte questioni cruciali– si legge ancora – perché si tratta di disposizioni che salveranno le persone da situazioni estremamente disperate, tutelando la loro vita”. Tuttavia, l’Usccb ribadisce: “È inconcepibile che il Congresso abbia approvato questa legge senza le clausole necessarie a garantire che i miliardi di dollari dei contribuenti siano usati per l'assistenza sanitaria a sostegno della vita e non per l'aborto”. I vescovi fanno quindi notare che, a differenza di altri progetti di legge sugli aiuti anti-Covid, i sostenitori dell’American Rescue Plan Act non hanno incluso “la tradizionale politica di consenso bipartisan per impedire che i dollari dei contribuenti servano a finanziare gli aborti, sia a livello nazionale che internazionale”.

La politica di consenso bipartisan “era necessaria – ricordano i presuli – perché questa legge include molti riferimenti generali all'assistenza sanitaria che, senza l'espressa esclusione dell'aborto, sono stati costantemente interpretati dai Tribunali federali non solo per consentire, ma anche per obbligare alla pratica dell’interruzione volontaria di gravidanza, senza limiti significativi”. Di conseguenza, l’Usccb conclude: "Le molte disposizioni importanti e salvavita dell'American Rescue Plan Act sono minate perché così si facilita e si finanzia la distruzione della vita, il che è antitetico allo scopo della legge stessa, cioè proteggere gli americani più vulnerabili in un momento di crisi".

La nota dei presuli è firmata dall'Arcivescovo José H. Gomez, presidente dell’Usccb, e dai presidenti di sei Commissioni episcopali: l'arcivescovo Joseph F. Naumann, presidente del Comitato per le attività pro-vita; l'arcivescovo Paul S. Coakley, presidente del Comitato per la giustizia interna e lo sviluppo umano; il vescovo David J. Malloy, presidente del Comitato per la giustizia internazionale e la pace; il vescovo Michael C. Barber, presidente del Comitato per l'educazione cattolica; il vescovo Shelton J. Fabre, presidente del Comitato ad hoc contro il razzismo; e il vescovo Mario E. Dorsonville, presidente del Comitato per le migrazioni.

 

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11 marzo 2021, 11:03