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Un carcere (foto d'archivio) Un carcere (foto d'archivio)

Usa: plauso dei vescovi a misure contro discriminazioni razziali

Si tratta di due nuovi ordini esecutivi del presidente Joe Biden finalizzati a promuovere l’uguaglianza razziale nell’ambito delle politiche abitative e carcerarie negli Stati Uniti

Lisa Zengarini – Città del Vaticano

I vescovi degli Stati Uniti hanno espresso soddisfazione per due nuove misure. La prima ripristina l’"Affirmatively Furthering Fair Housing Regulation" (Affh), un provvedimento varato nel 2015 dall'Amministrazione Obama per rendere più efficaci le disposizioni introdotte nel 1968 contro la segregazione residenziale ai danni delle minoranze. La scorsa estate il provvedimento era stato abolito per essere sostituito da un nuovo regolamento intitolato “Preserving Community and Neighborhood Choice” (“Tutelare la scelta della comunità e del vicinato”) che di fatto vanificava il contrasto a pratiche discriminatorie come la negazione di investimenti di riqualificazione urbana nei quartieri abitati da minoranze o nella vendita e nell’affitto delle case. Il secondo ordine esecutivo, invece, impone al Dipartimento della Giustizia di non rinnovare i suoi contratti con le carceri private a livello federale. Negli Stati Uniti, infatti, un numero significativo degli oltre due milioni di condannati a pene detentive è rinchiuso in strutture private, note per le cattive condizioni in cui sono detenuti i prigionieri e per il comportamento spesso brutale delle guardie carcerarie. La misura è il primo passo di una più vasta riforma del sistema carcerario annunciato da Biden per renderlo meno discriminatorio e favorire la riabilitazione e il reinserimento sociale dei carcerati.

Soddisfazione dei presuli statunitensi

Secondo i vescovi, le due misure sono un primo passo nella buona direzione. In questo senso si esprime una dichiarazione firmata da monsignor Paul S. Coakley, presidente della Commissione per la giustizia e lo sviluppo umano della Conferenza episcopale (Usccb), e da monsignor Shelton J. Fabre, presidente della Commissione episcopale contro il razzismo. La nota osserva che abrogazione del regolamento Affh disposta sotto la Presidenza Trump aveva ridotto al minimo la responsabilità dell’amministrazione pubblica di promuovere con misure “affermative” l’accesso equo alla casa. Per la Chiesa americana, invece, il “governo federale ha un ruolo fondamentale da svolgere per superare e correggere la storia di discriminazione che ha segnato il Paese“. I vescovi esprimono quindi l’auspicio che la nuova Amministrazione porti avanti questo “importante lavoro di promozione dell’equità abitativa e della dignità umana”. Analogamente i presuli plaudono anche il mancato rinnovo dei contratti ai centri di detenzione privata, sulla cui efficacia la Conferenza episcopale (Usccb) ha più volte espresso forti dubbi. Il loro auspicio è che la nuova misura si estenda anche ai centri di detenzione degli immigrati irregolari.

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03 febbraio 2021, 14:40