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Colombia, l'appello dei vescovi per la fine delle violenze

Guardare con maggiore attenzione i territori più colpiti: la richiesta dei presuli arriva direttamente al governo colombiano dinanzi ad "assassinii, mine antiuomo, reclutamento di minori, sfollamenti, isolamento, minacce a leader e a comunità", che continuano a terrorizzare la popolazione

Anna Poce- Città del Vaticano

I vescovi dei dipartimenti di Antioquia e Chocó, in un videomessaggio diffuso il 22 febbraio su YouTube, hanno chiesto con forza e chiarezza al governo nazionale di guardare con maggiore attenzione a questi territori e alla subregione di Baudó, così duramente colpiti dalla violenza. Rivolgendosi inoltre ai gruppi illegali, dopo l’assassinio di Luz Aida Concha, una donna indigena della comunità Miacora, li hanno esortati a fermare questa ondata di violenza e a considerare la sofferenza da loro causata alla comunità.

Monsignor Juan Carlos Barreto Barreto, vescovo di Quibdó, monsignor Mario de Jesús Álvarez Gómez, vescovo di Istimina – Tadó, e monsignor Hugo Alberto Torres Marín, vescovo di Apartadó, impegnati dal 22 al 26 febbraio nell’ascolto delle vittime della disputa territoriale tra l’Esercito di Liberazione Nazionale (ELN) e le Forze di Autodifesa Gaitanista della Colombia (AGC), in questo loro intervento hanno spiegato che “la Chiesa vuole collaborare e stare accanto” agli abitanti dei due dipartimenti, ma che spetta ai governi nazionali, dipartimentali e locali agire “affinché queste comunità possano cominciare a riprendersi e a percorrere il cammino della redenzione".

Dinanzi ad "assassinii, mine antiuomo, reclutamento di minori, sfollamenti, isolamento, minacce a leader e a comunità", che continuano a terrorizzare queste popolazioni, “la risposta che si chiede è integrale" ha dichiarato monsignor Barreto, ricordando l’importanza della presenza dei vescovi in questi territori, per rendere visibile questa realtà alla comunità internazionale e allo Stato colombiano.

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24 febbraio 2021, 14:22