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Il logo dei Taumeeting, proposta di pastorale giovanile francescana dei Frati minori di Abruzzo e Lazio Il logo dei Taumeeting, proposta di pastorale giovanile francescana dei Frati minori di Abruzzo e Lazio 

I TauMeeting dei Frati minori: un salotto online di ascolto e preghiera per i giovani

La seconda giornata di ritiro organizzata dalla Pastorale giovanile e vocazionale francescana di Abruzzo e Lazio ha coinvolto su "Zoom" una trentina di giovani con una catechesi sulla Parola, una condivisione in piccoli gruppi delle riflessioni personali e una preghiera finale sul tema dell’Incarnazione, “con la speranza di poter tornare presto ad incontrarci in presenza”

Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano

Il divano rosso della locandina del “TauMeeting”, proposta di incontri mensili online, e, quando possibile, anche in presenza per giovani dai 18 ai 35 anni di Abruzzo e Lazio, non è per i Frati minori che l’organizzano un invito a stare seduti e fermi in casa propria, complice il lockdown antipandemia, ma ad incontrarsi in un “salotto” virtuale su Zoom per vivere una giornata di “ascolto, preghiera e fraternità”. Lo sottolineano i cinque giovani frati della Provincia di San Bonaventura che oggi, 2 gennaio, hanno animato il secondo “TauMeeting”, coinvolgendo una trentina di giovani che si sono iscritti attraverso i social della pastorale giovanile e vocazionale di Roma, Rieti e L’Aquila, rispettivamente FratiPalatino, ContattoEffe e FratiMinoriAq (pagine Instagram molto attive).

A novembre, chiusura "in presenza" a Roma, Rieti e L'Aquila

Al contrario del primo appuntamento, il 28 novembre, che ha coinvolto 40 ragazzi (qui il video della giornata), non è stato possibile concludere la giornata di ritiro dopo i due momenti online, alle 9.30 la catechesi sulla Parola e alle 15.30 la condivisione in piccoli gruppi della riflessione fatta individualmente a casa, con una preghiera in presenza. Questo per la “zona rossa” antipandemia che limita gli spostamenti in questi giorni in tutta Italia. A fine novembre, invece, alle 19 i partecipanti si erano ritrovati per un momento di preghiera nella chiesa di San Bonaventura al Palatino, nei pressi del Colosseo, che è anche il convento dedicato alla pastorale giovanile e vocazionale della Provincia; nella Basilica di San Bernardino a L’Aquila, e in un santuario francescano nella Valle Santa di Rieti, Fonte Colombo.

Fra Catenacci: idea per incontrarsi, nonostante la pandemia

Parliamo con il coordinatore della Pastorale giovanile e vocazionale dei Frati Minori di Abruzzo e Lazio, fra Fabio Catenacci, del Convento di San Bonaventura al Palatino, prima dell’incontro di condivisione del pomeriggio. Così ci spiega come e perché è nata l’iniziativa dei “TauMeeting”.

Ascolta l'intervista a fra Fabio Catenacci

R- Nei primi giorni di novembre ci siamo incontrati, come coordinamento della Pastorale giovanile dei Frati minori di Abruzzo e Lazio, e abbiamo pensato come avviare una collaborazione tra noi che siamo dislocati in particolare su Roma, l'Aquila e Rieti, tenendo conto anche della pandemia che di fatto impediva i movimenti e la possibilità di incontrarsi insieme. Allora abbiamo pensato di mettere in piedi questa iniziativa, chiamata “TauMeeting”, con l'obiettivo di fare incontrare giovani che abitano in territori diversi e che sono segnati dalla nostra presenza francescana, di farlo con una giornata di ritiro on-line, come possibilità per giovani di ascoltare una Parola e di poterla poi meditare, riflettere personalmente e condividere in un secondo momento insieme. Questa iniziativa ha avuto la sua esperienza il 28 di novembre e che oggi, 2 di gennaio, conosce la sua seconda giornata.

La scelta di mettere un divano nel logo non vuol essere però un invito per i giovani a stare seduti, credo. Papa Francesco, nella Gmg Cracovia del 2016, chiedeva di non essere giovani-divano ma giovani con gli scarponi, in cammino…

R. - Assolutamente non è un invito a rimanere fermi. E’ chiaro che in questo tempo siamo tutti costretti a rimanere in casa, anche per prenderci cura gli uni degli altri. Ma vuol far diventare questo fatto di stare in casa un’opportunità per vivere comunque qualcosa di bello.  Il divano vuole indicare il fatto che stando in casa si crea un dialogo, ci si mette in rete gli uni con gli altri, ed è come se, in modo simbolico, si creasse un grande salotto, sulla piattaforma Zoom, che permette di parlare di qualcosa di importante che è la Parola di Dio, e quello che dice alla vita di ciascuno.

E i partecipanti a questo “salotto”, sono ragazzi singoli o piccoli gruppi già formati che aderiscono all’iniziativa insieme?

R. - Noi abbiamo indirizzato l'invito alla partecipazione un po' a tutti i giovani che hanno contatto con noi, sia quelli che già frequentano le nostre iniziative e i nostri gruppi, sia quelli che ci conoscono attraverso amici. Questo ha permesso di contattare anche molti giovani che abitualmente non partecipano alle nostre iniziative.

Qual è stato il tema della catechesi sulla Parola di oggi?

R. – L’incarnazione: abbiamo scelto di seguire il corso dell'anno liturgico. Quindi mentre nel primo incontro che si è svolto alla fine novembre, alla porte dell'Avvento, abbiamo parlato del senso dell’attesa, oggi abbiamo parlato dell'incarnazione, con riferimenti molto concreti anche l'esperienza che San Francesco ha vissuto a Greccio, con il famoso primo presepe.

Ora i ragazzi riflettono a casa e quando li incontrerete di nuovo li dividerete in tre gruppi. Quali saranno e perché?

R. – La giornata si svolge in questo modo. Alle 9.30 c’è stata la catechesi, con una proposta di riflessione. Poi ciascun ragazzo è stato invitato a vivere un tempo personale di silenzio e di preghiera, nella propria stanza. Alle 15.30, l'incontro per vivere un momento di condivisione in piccoli gruppi. Ci sono così tre stanze tematiche: una dedicata al tema della musica, l'altra all'arte e alla letteratura, e la terza  viaggi e cammini. Normalmente abbiamo anche una quarta stanza, dedicata al cinema, ma oggi abbiamo scelto, visto che ragazzi sono una trentina, di tenere solamente tre stanze. In queste stanze i ragazzi sono invitati a condividere la Parola che hanno ricevuto e la riflessione personale che hanno fatto a partire da quella Parola e possono fare riferimento al tema specifico della stanza, possono  legarsi a una canzone, a un qualcosa che ha a che fare con l'arte oppure con i viaggi e i cammini. E’ uno strumento per agevolarli in una condivisione che possa essere anche mirata, secondo quelli che sono gli interessi di ciascuno.

Ma come si incarna il Signore nella musica, nell'arte e nei viaggi di oggi?

R. – Sappiamo che il Signore è presente ovunque, quindi questi luoghi, queste attività possono essere per molte persone l'opportunità per vivere un incontro con il Signore oppure semplicemente per poter attualizzare e concretizzare anche una riflessione che parte dall'ascolto della Parola di Dio. Quindi diventa una possibilità, attraverso la sensibilità di ciascuno, di esprimere la relazione che vivono con il Signore. Tante volte non troviamo il linguaggio giusto per esprimere quello che sentiamo e viviamo: allora la musica, l'arte e anche il mondo dei viaggi e dei cammini, possono aiutare un giovane ad esprimere quello che porta dentro e che vive nella sua relazione con il Signore.

Cosa è emerso sul tema dell'attesa nel precedente incontro?

R. -  In particolare l'importanza di saper valorizzare il tempo, sia nella dimensione dell'attesa di un tempo che si apre dinanzi a noi, sia in quella del sapere per fare tesoro del tempo che è trascorso, l'importanza del vivere la memoria e di riconoscere soprattutto che il Signore è presente in ogni tempo. Non esiste nessun momento della nostra vita che sia privo della tua presenza. I ragazzi hanno accolto questo tipo di riflessione e nelle condivisioni hanno fatto emergere come per loro sia importante poter riconsiderare il tempo passato alla luce della presenza del Signore e, a partire da questo, guardare anche al futuro con speranza e fiducia. Sapendo che come il Signore c’è stato nella loro vita così continuerà ad esserci.

Questo momento comune della Pastorale giovanile francescana dei Frati minori del Lazio e dell'Abruzzo ha alle spalle un lavoro di animazione nei tre nuclei principali di presenza a Roma, Rieti e L’ Aquila. In particolare cosa fate?

R. – La nostra provincia ha come centro di Pastorale giovanile e vocazionale il convento di San Bonaventura al Palatino a Roma e poi ha altri due centri di riferimento che sono il convento di San Bernardino a L'Aquila e il santuario di Fonte Colombo a Rieti. Ovviamente in ciascun luogo vengono fatte proposte specifiche legate alla tipologia del territorio e poi, come in questo caso, ci sono delle occasioni in cui, in rete, si cerca di portare avanti qualcosa insieme. Ciascun luogo fisico ha anche poi uno sviluppo sui social: FratiPalatino, ContattoEffe e FratiMinoriAq sono tre indirizzi di riferimento. Fanno da cassa di risonanza e prosecuzione delle nostre iniziative: a Rieti legate ai santuari francescani della Valle Santa, a L’ Aquila con giornate di ritiro per i giovani, e su Roma attraverso proposte di primo annuncio, che oggi, essendo fatte in presenza, non sono proponibili, come il “Pub Francescano” e il cineforum. Quindi oggi stiamo ci concentrando, nei tre poli, su proposte fatte sulle varie piattaforme on-line, nella speranza di poter tornare, quanto prima, a proporre cammini ed esperienze dal vivo, in presenza.

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02 gennaio 2021, 17:35