Una marcia per la pace indetta dai cristiani a Calcutta, India (foto d'archivio) Una marcia per la pace indetta dai cristiani a Calcutta, India (foto d'archivio) 

India: nuove leggi anti-conversioni minacciano i cristiani e altre minoranze religiose

I cristiani dello Stato indiano di Madhya Pradesh sono preoccupati per la nuova legge anti-conversioni varata dal governo locale: si tratta di una legge di parte e anticostituzionale, afferma padre Maria Stephan, portavoce della Chiesa cattolica locale. Le minoranze religiose in India sono spesso accusate di tentate conversioni. Altri Stati stanno lavorando a misure analoghe

Lisa Zengarini - Città del Vaticano

Nuovo giro di vite contro le cosiddette “conversioni forzate” nello Stato indiano del Madhya Pradesh. Il governo locale guidato dal partito nazionalista Bharatiya Janata Party (Bjp) ha varato una nuova legge, il “Madhya Pradesh Freedom of Religion Ordinance 2020”, che rende perseguibile con una pena fino a 10 anni di reclusione una conversione ottenuta con “false dichiarazioni, lusinghe, minacce, influenza indebita, coercizione, matrimonio o con qualsiasi altro mezzo fraudolento”. Secondo le nuove disposizioni, chi desidera convertirsi dovrà da ora in poi presentare domanda all'amministrazione distrettuale con 60 giorni di anticipo. Sono vietate anche le conversioni di massa. Il provvedimento, che sostituisce una precedente legge del 1968, già emendata nel 2006, permette peraltro la riconversione di una persona alla religione parentale, che nel caso delle minoranze religiose è per lo più quella induista.

Minoranze rischiano l'accusa di tentata conversione 

All’origine della misura, secondo il partito di governo, la volontà di contrastare la cosiddetta “love-jihad”, i matrimoni a scopo di conversione all’islam. Ma che i cristiani vedono rivolta contro di loro in quanto accusati spesso di conversioni forzate. Sono proprio le minoranze religiose le più preoccupate per la “Madhya Pradesh Freedom of Religion Ordinance 2020”. In questo senso si è espresso padre Maria Stephan, portavoce della Chiesa cattolica locale. “Questa legge è di parte ed è contro i diritti fondamentali garantiti dalla Costituzione Indiana”, ha dichiarato il sacerdote all’agenzia Ucanews. “Adesso, se una scuola di una minoranza religiosa offre istruzione o lavoro gratuiti a una persona bisognosa, i suoi responsabili potranno essere accusati di tentata conversione”. Secondo padre Stephan, di fatto la legge attribuisce un potere illimitato ai radicali indù “che spesso attaccano i cristiani con l'accusa di conversione". Basterà infatti il semplice sospetto di avere convertito con lusinghe o con la forza per essere processati.

Nuove leggi contro le "conversioni illegali"

Il Madhya Pradesh è uno degli Stati indiani in cui i cristiani sono più perseguitati per presunte conversioni forzate. Tra gli altri figurano il Karnataka e l’Uttar Pradesh, anch’essi guidati dal partito nazionalista Bjp. Lo scorso novembre il governo dell’Uttar Pradesh ha varato una nuova legge contro le “conversioni illegali” attualmente al vaglio della Corte Suprema. Leggi simili sono state approvate o in discussione anche in altri Stati.

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12 gennaio 2021, 15:45