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La protesta degli agricoltori in Perù La protesta degli agricoltori in Perù 

Preoccupazione dei vescovi del Perù per la crisi del settore agricolo

Rivedere il quadro normativo per regolare il lavoro di molti operai che mancano dei diritti essenziali. E’ la richiesta dei presuli al Congresso

Davide Dionisi – Città del Vaticano

“Guardiamo con preoccupazione alla crisi che sta colpendo il comparto agricolo del Paese. Comprendiamo le rivendicazioni legittime, ma non possiamo accettare alcuna forma di violenza o di illegalità. Vanno tutelati innanzitutto i diritti degli individui e delle stesse aziende”. E’ quanto ha detto monsignor Miguel Cabrejos, presidente della Conferenza episcopale peruviana e attuale numero uno del Celam, a seguito della difficile situazione che sta interessando soprattutto la Regione di Ica, un’area di circa 117mila ettari di terreno coltivato, che costituisce il 65 per cento delle esportazioni di prodotti agricoli dell’intero Perù.

Mancanza di diritti

Il presule ha lanciato un appello affinché il Congresso “riveda attentamente il quadro normativo che regola il settore, con l’obiettivo di sviluppare una legislazione che permetta di generare occupazione con condizioni di lavoro dignitose e salari che garantiscano una società più giusta e solidale”. Nell’area interessata i proprietari terrieri, nella maggior parte dei casi, non sono peruviani e il lavoro è caratterizzato da grave sfruttamento, precarietà e assenza di diritti. I braccianti hanno un lavoro a termine stagionale ed è vittima di lunghi periodi di disoccupazione. Quando sono occupati, la loro giornata di servizio dura 9-12 ore. “Il dialogo e il confronto sono gli unici strumenti che possano portare ad accordi proficui” ha rilevato il Presidente dei vescovi. “Chiediamo quindi a tutte le parti, lavoratori, imprenditori e rappresentanti dello Stato, di promuovere gli spazi e le decisioni necessarie per raggiungere un accordo che metta fine al caos, ma anche alle varie forme di sfruttamento del lavoro". Monsignor Cabrejos ha annunciato, inoltre, che la disponibilità della Chiesa è totale, tanto è vero che “con l’obiettivo di aprire quanto prima tavoli di confronto, sia il cardinale Pedro Barreto Jimeno, arcivescovo di Huancayo, che monsignor Héctor Vera Colona, vescovo di Ica, sono già al lavoro per individuare strade condivise dalle parti in conflitto perché, come ci ricorda Papa Francesco, lasciamo che la crisi diventi un'opportunità per mettere la dignità delle persone e la dignità del lavoro al centro delle nostre preoccupazioni”.

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07 dicembre 2020, 07:26