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 Mosaici nella Basilica della Natività - Betlemme Mosaici nella Basilica della Natività - Betlemme

Isolata dal lockdown, Betlemme celebra i Santi Innocenti

La solennità viene celebrata nella grotta in cui la tradizione colloca la tomba dei bambini massacrati per volere di Erode, con lo scopo di uccidere Gesù come narrato nel Vangelo di Matteo. "Lasciamoci interpellare dai bambini che anche oggi non hanno una madre o un padre o sono in un momento di difficoltà", ha detto Frate Luis Enrique Segovia Marí, guardiano della fraternità francescana nella "Città di David"

Beatrice Guarrera - Gerusalemme

“La solennità di oggi significa fare memoria dei bambini uccisi tanti anni fa e noi a Betlemme abbiamo potuta celebrarla proprio nel luogo dei Santi Innocenti”. Così ha affermato Fr. Luis Enrique Segovia Marí, guardiano della fraternità francescana di Betlemme.

Un re e un bambino

“Il Vangelo ci mostra un re e un bambino, il confronto tra bene e male, luce e tenebre. Alla fine non è mai il male a prevalere, ma vince il bene. Lasciamoci interpellare dai bambini che anche oggi non hanno una madre o un padre o sono in un momento di difficoltà - ha detto Fr. Segovia -. Vogliamo rinnovare oggi il nostro impegno perché queste atrocità del passato non accadano più e per proteggere la vita dei nostri bambini che sono il futuro della comunità. Questo posto ci ricorda anche di fare memoria di tutti quei bambini che sono morti senza sapere perché. Sono una testimonianza silenziosa della consegna della vita per la causa della fede”. La solennità in memoria dei Santi Innocenti a Betlemme si celebra infatti nella grotta in cui la tradizione colloca la tomba dei bambini massacrati per volere di Erode, con lo scopo di uccidere Gesù, secondo quanto narrato nel Vangelo di Matteo (2,1-16).

Sull'altare di San Giuseppe

La messa del 28 dicembre è stata celebrata sull’altare di San Giuseppe, che si ritiene il luogo in cui un angelo apparve in sogno a Giuseppe per suggerirgli di scappare in Egitto e salvare Gesù dal massacro ordito da Erode (Matteo 2, 13-15). Adiacente alla grotta di San Giuseppe si trova infatti la piccola grotta dei Santi Innocenti. Entrambe sono collocate sotto la Basilica della Natività.

La sofferenza dovuta al lockdown

ll responsabile della fraternità francescana, che risiede nel convento della chiesa della Natività, ha parlato delle difficoltà determinate dalla pandemia di Coronavirus: “A causa della pandemia c’è tanta povertà, così come tante situazioni difficili da affrontare e i piccoli sono quelli che soffrono di più”. Anche la celebrazione dedicata ai Santi Innocenti ha risentito della situazione di emergenza sanitaria in corso, dato che non ha potuto essere presieduta dal Vicario della Custodia di Terra Santa, come è consuetudine. I frati francescani che risiedono a Gerusalemme, infatti, non sono riusciti a recarsi a Betlemme, a causa delle restrizioni di movimento imposte dal nuovo lockdown e deciso dalle autorità israeliane per contrastare la diffusione del Coronavirus. Dall'inizio della pandemia, è già il terzo lockdown per Israele e potrebbe durare dalle due alle quattro settimane, a partire dal 27 dicembre. Nei Territori Palestinesi, tra cui Betlemme, invece, le restrizioni riguardano il fine settimana, con la chiusura di tutte le attività non essenziali. Anche la Basilica della Natività dal mese di dicembre chiude ogni settimana da venerdì a domenica mattina.

Un Natale diverso

Così anche il Natale è stato celebrato in maniera insolita a Betlemme. “Abbiamo vissuto questo Natale in maniera diversa, perché nella messa di Mezzanotte della Vigilia a Betlemme non abbiamo potuto far partecipare molte persone. Abbiamo celebrato in un ambiente familiare, con alcune comunità religiose e persone che appartengono alla parrocchia. Il 25 dicembre abbiamo avuto la messa pontificale presieduta sempre dal Patriarca Latino di Gerusalemme alla presenza di alcuni parrocchiani locali”.

Anche in questo silenzio Dio parla

La pandemia di Coronavirus ha fatto sì che i pellegrinaggi dall’estero si siano improvvisamente arrestati, creando non poche difficoltà economiche anche agli abitanti locali, proprietari di piccole attività commerciali.I frati francescani della Custodia di Terra Santa hanno sempre continuato in questi mesi il lavoro di accoglienza a coloro che si recano in preghiera alla Basilica della Natività o al santuario del Campo dei Pastori a Beit Sahour, nel rispetto delle normative delle autorità locali. “La porta della chiesa è sempre stata aperta, anche se non ci sono più pellegrini. Questa è un’esperienza per noi nuova, ma anche in questo silenzio Dio vuole parlarci. Attraverso questa pandemia, Dio vuole dirci qualcosa di più”.

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28 dicembre 2020, 16:13