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Un emporio gestito dalla Caritas ambrosiana per fronteggiare le necessità di tanti durante la pandemia Un emporio gestito dalla Caritas ambrosiana per fronteggiare le necessità di tanti durante la pandemia  

Il Natale per riscoprire la vocazione cristiana

L'invito arriva da Azione Cattolica e da Caritas Ambrosiana. Nel messaggio per il Natale e il nuovo anno, si ricorda che anche “in questo 2020 per tanti aspetti tragico“ c’è la nascita di Gesù a portarci una “speranza rinnovata e un orizzonte di certezza”

Lisa Zengarini - Città del Vaticano

Non è facile ma è possibile. L'augurio e l'invito di Azione Cattolica e Caritas Ambrosiana a vivere questo Natale difficile come un’opportunità da cogliere “per riscoprire alcuni degli elementi fondamentali della vocazione cristiana e dell’appartenenza comunitaria”, non vuole dimenticare il dolore portato dalla pandemia. Piuttosto, intende ricordare che il Natale è il tempo per affidarsi al Signore.

Nel dolore verso la speranza

Certo non è possibile dimenticare il dolore per la perdita di tante persone, l’incertezza in cui ancora viviamo, come non si possono ignorare i tanti “segni di disagio e povertà” causate dall’emergenza sanitaria. “Le stesse abitudini ecclesiali - si legge nel messaggio - sono state segnate dalla pandemia”. L’assenza di una prospettiva chiara per il futuro “rischia di fare sprofondare nello sconforto o nella rabbia, che si sfoga spesso individuando un nemico contro cui scagliarsi”. Si tratta di “sentimenti che riguardano tutti e che interpellano con forza anche la fede e la vita della comunità cristiana”.

Natale, il tempo per affidarsi a Dio

È proprio questa, allora, secondo l'Azione Cattolica e Caritas Ambrosiana, l’occasione per riscoprire la nostra vocazione: “È tempo di affidarsi al Signore, in nome della fiducia in una grazia che non risolve magicamente i problemi, ma dà la forza per leggere i segni dell’amore di Dio nella vita fragile delle persone. È tempo di vivere una responsabilità che non si manifesta solo nella forza della nostra volontà, ma nella capacità di rispondere alla chiamata ad essere accanto a chi incontriamo nella vita di tutti i giorni. È tempo di servizio silenzioso - sottolinea il messaggio - che si sostanzia nel rispetto delle regole e nella possibilità di rendere meno pesante la vita degli altri. È tempo di riscoprire il senso delle esperienze che viviamo, alla luce di una promessa di salvezza che va oltre la salute e di una meta che non coincide con il ritorno alla cosiddetta ‘normalità’, ma con la necessità di costruire un nuovo modo di stare con gli altri e di abitare questa Terra, forti della promessa di un Dio che si è fatto vicino a noi”.

L'invito ad aprire nuove strade

Viene così rilanciato anche l’invito rivolto dall’arcivescovo Mario Delpini in occasione della recente Festa di Sant’Ambrogio a camminare insieme, a “farsi prossimi” verso chi è nel bisogno, a contribuire da cristiani, ciascuno con i propri talenti, alla costruzione della “città dell’uomo”. L’invito è a non farsi “prendere dalla nostalgia o dalla smania di tornare al più presto a quello che facevamo”, ma a ricoprire piuttosto “la bellezza dell’aprire nuove strade, dell’essere ‘tutti fratelli’ e ‘Chiesa in uscita’, secondo gli insegnamenti di Papa Francesco”. “Il Natale, questo atteso Natale", conclude il messaggio, "ci può portare in dono, ancora una volta, fiducia e speranza”.

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20 dicembre 2020, 08:00