Copertina del volume "La tunica e la tonaca" di padre Enzo Fortunato Copertina del volume "La tunica e la tonaca" di padre Enzo Fortunato 

La tunica e la tonaca messaggio di fraternità nel libro di padre Fortunato

Presentato a Roma il libro che mette in relazione i vestiti di San Francesco e di Gesù : simboli guida per ricucire una società dilaniata da conflitti e colpita dalla pandemia

Michele Raviart – Città del Vaticano

La tonaca di San Francesco, rammendata da Santa Chiara con delle toppe ricavate dal suo mantello. La tunica di Gesù, che i soldati si giocano a dadi sul Golgota. Due abiti che simboleggiano un cambiamento e una vita nuova, quella del Santo di Assisi che indossa il saio dopo aver abbandonato i suoi beni terreni e quella del Cristo, che spogliato del suo vestito, risorge dopo la crocifissione. I due abiti “la tunica e la tonaca”, sono quindi il tema e il titolo del nuovo libro di padre Enzo Fortunato, direttore della Sala Stampa del Sacro Convento di Assisi, pubblicato da Mondadori e presentato ieri a Roma.

Abiti che "odorano di Resurrezione"

Il significato della tunica e della tonaca, spiega a Vatican News l’autore del volume, si rivela “quando noi tocchiamo le povertà del nostro mondo o quando tocchiamo gli scarti”. In fondo, sottolinea padre Fortunato, “la tonaca di Francesco faceva parte del vestito degli scartati del tempo e la tunica di Gesù era un abito importante, però di un uomo che volevano scartare. Ebbene toccare questi abiti significa, ‘odorare di Resurrezione’ e credo che questa è la risposta anche ai tanti fallimenti della vita, ai tanti fallimenti della cultura ai quali noi possiamo rispondere con questa consapevolezza.”

Ascolta l'intervista integrale a Enzo Fortunato

Ricucire la società

La riflessione alla base del volume è quindi quella di ”ricucire”, come fece Santa Chiara, la società e l’umanità colpita dalla pandemia. “A tutti noi, dai giovani agli anziani, il compito di lavorare ogni giorno per ritessere quei lembi del mantello strappato o lacerato nelle nostre società, affinché tutti vivano in pace e in fraternità”, scrive nella prefazione il cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Conferenza episcopale italiana.

La presentazione del volume al Protettorato di San Giuseppe di Roma
La presentazione del volume al Protettorato di San Giuseppe di Roma

Parolin: abbiamo bisogno di fraternità

Condizione necessaria per ricucire è la “fraternità”, che non a caso è il tema dell’enciclica di Papa Francesco “Fratelli tutti”, che sarà firmata il 3 ottobre da Papa Francesco proprio ad Assisi. “Ci rendiamo conto che riparare, ricucire, abbiamo bisogno della fraternità e di superare la contrapposizione tra amico e nemico e tra bianco e nero”, ha ribadito il cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin durante la presentazione del volume.“Il nostro tempo liquido e triste, colpito dalla pandemia, può sembrare un tempo per realisti, per costruttori di muri”, ha affermato. “Eppure è proprio in questo nostro tempo che Francesco ha scelto il vocativo ‘Fratelli tutti’ e, del resto anche il mondo di San Francesco non era pacifico, era un groviglio di conflitti pieno di mura e di torrette difensive. Proprio in questo contesto emerse l’audacia di uno sparuto gruppo che volle predicare la pace”.

La bussola del Vangelo

“Abbiamo bisogno di una bussola nel nostro cammino e questa bussola, che per il cristiano è il Vangelo, è capace di sorprenderci continuamente in questa navigazione”, conclude padre Fortunato. Al momento attuale “la bussola della società spaventata dal covid, disorientata dalla crisi economica e impoverita dalla situazione conflittuale che si sta vivendo nel mondo”, non può che essere la fraternità, “l'uno per l'altro e l'uno accanto all'altro”. “In fondo”, conclude, “questo ha fatto Francesco d'Assisi ha rivoluzionato una società a forma piramidale nel Medioevo per proporre una società circolare, dove ognuna stava accanto all'altro”.

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02 ottobre 2020, 13:56