Coronavirus: la Chiesa napoletana distribuisce aiuti ai senza fissa dimora Coronavirus: la Chiesa napoletana distribuisce aiuti ai senza fissa dimora  

Sepe: Napoli nella morsa di una grave crisi occupazionale e sanitaria

Chiude lo stabilimento Whirlpool di Napoli. La carenza di posti di lavoro e la rapida diffusione del virus rendono critica la situazione sociale e sanitaria. Il cardinale arcivescovo della città esprime tutta la sua preoccupazione

Luca Collodi - Città del Vaticano

L'azienda Whirlpool chiude lo stabilimento di Napoli. L'amministratore delegato conferma al governo italiano che "la società non riesce ad offrire una soluzione di continuita' industriale allo stabilimento campano". Una carenza di posti di lavoro aggravata dalla rapida diffusione del Covid-19 rende la situazione della città molto difficile. Intanto, per la lotta al virus e per supportare i pazienti positivi, l'ospedale San Giovanni Bosco, va ad aggiungersi all'Ospedale del Mare e all'ospedale Loreto Mare nell'elenco dei nosocomi utilizzati per l'emergenza nel centro cittadino. E oggi, sabato 31 ottobre, la Chiesa napoletana, che segue con forte preoccupazione l'evolversi delal situazione sociale e sanitaria della città, consegnerà dei kit scolastici alle famiglie in particolare difficoltà economica. 

"La situazione è molto preoccupante, direi critica, afferma il cardinale Crescenzo Sepe, arcivescovo di Napoli ai nostri microfoni, perché al grande disagio, alle storiche difficoltà di questo territorio, la situazione è aggravata dalla crisi economica ed occupazionale, dovuta anche all'aggressione del Covid-19 che sta portando alla totale paralisi".

ascolta l'intervista del cardinale Crescenzo Sepe

R.- La situazione è molto preoccupante, direi quasi critica perché al grande disagio, alle storiche difficoltà di questo territorio, la situazione è aggravata dalla crisi economica ed occupazionale, dovuta in modo particolare all'aggressione del Covid-19 che sta portando alla totale paralisi. Certamente, negli ultimi tempi si sono registrati anche aspetti positivi e incoraggianti, ma tutto questo rischia di essere spazzato via da questa nuova gravissima diffusione del contagio. Oggi, Napoli, vive un momento di paura, di disperazione, in vari settori dell'economia che sono stati particolarmente colpiti anche da queste ultime misure restrittive. Possiamo dire che Napoli è una città in ginocchio perché molte attività sono chiuse, si fa ricorso ai prestiti, diventa sempre più numeroso il numero dei non occupati, c’è il crollo dei turisti, dei consumi ma soprattutto c'è il crollo del lavoro che diventa la causa di tutto questo.

Il prefetto di Napoli ha chiamato alla coesione tutte le Istituzioni. Come si sta muovendo la chiesa napoletana?  

R.- La chiesa locale sta continuando quel cammino che aveva intrapreso da tempo e che ha potuto realizzare anche nella prima fase del virus. Intanto si cerca di dare fiducia e speranza. La disperazione può avere il sopravvento per le tante difficoltà che stiamo vivendo. Proprio in questi momenti, nel rispetto delle regole che sono state poste dalle autorità, stiamo cercando di tenere a cuore la realtà delle famiglie, per incoraggiarle, fornendo generi di prima necessità, cercando di reintegrare in qualche maniera anche i tanti immigrati e i nuovi poveri. Teniamo presente che nella prima fase della pandemia, la diocesi, con l'Esercito italiano, ha distribuito più di 20 tonnellate di viveri alle parrocchie.  Ogni parrocchia ha poi individuato le famiglie più povere, più disagiate e ad ognuno è stato dato aiuto. Domani, sabato, ad esempio, distribuiremo dei kit scolastici per i bambini di famiglie disagiate che, diversamente, non potrebbe frequentare la scuola. La Chiesa è veramente in uscita, la Chiesa napoletana è veramente vicina al nostro popolo che oggi chiede aiuto, comprensione ma soprattutto un gesto di amore e fraternità.

Eminenza, le Caritas di tutta la Campania hanno scritto una lettera al governatore della Campania De Luca. Perche?

R.- Le Caritas diocesane hanno scritto questa lettera perché esiste una realtà terribile: nessuno si occupa dei poveri invisibili, che più che invisibili sono diventati dei fantasmi. Stiamo cercando di mettere insieme le forze, anche a seguito dell'invito del Prefetto, per aiutare i più disagiati, i più trascurati, i più abbandonati. Abbiamo voluto fare una proposta reale, concreta. Le Caritas napoletane hanno chiesto al Governatore De Luca di creare un comitato sociale che aiuti a fare interventi di sostegno soprattutto per questi invisibili. Speriamo che questa iniziativa possa essere accettata dalla Regione Campania e che si possa lavorare insieme.

Qual è la sua maggiore preoccupazione?  

R.- In questo momento bisogna dire che, a differenza della primavera scorsa, stiamo avendo in diocesi diversi positivi. Sono religiosi, diaconi permanenti, l’altro giorno si sono svolti i funerali di un medico diacono permanente che è morto. Ma la preoccupazione maggiore è dovuta soprattutto agli istituti religiosi femminili. Un istituto di suore di clausura ha 18 religiose positive su 20 suore. Il virus si sta quindi diffondendo in maniera straordinaria. Noi stiamo cercando di procurare quando necessario, guanti mascherine, prodotti igienizzanti, perché diversamente queste povere suore rimarrebbero del tutto isolate, veramente invisibili.

Cardinale Sepe, la Whirlpool conferma la chiusura dello stabilimento napoletano, un altro grave problema sociale che si apre…

R.- La carenza dei posti di lavoro della Whirlpool e del lavoro in genere più il virus, come detto, sono la causa di tutta questa drammatica situazione in cui noi oggi viviamo a Napoli. Personalmente sono stato alla Whirlpool, ho celebrato la messa per loro, li ho accompagnati, ho anche parlato della loro situazione drammatica in varie omelie. Qui non sono in ballo solo le 400 famiglie interessate ma è tutto il territorio che viene impoverito. E dal momento che non c'è più lavoro, tutto questo diventa un dramma per la società napoletana, ma anche per la Chiesa. Perché senza lavoro si va nelle mani dei malavitosi e delle organizzazioni criminali che cercano di catturare i disoccupati, i poveri, per metterli al loro servizio.

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31 ottobre 2020, 08:00