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India, una minuscola missione per una grande carità

All’inizio dell’Ottobre missionario 2020, il racconto di una delle più piccole comunità cattoliche del mondo testimone di amore, carità e solidarietà in una terra dove i cristiani sono minoranza. Don Arul Dhas: “Ci prendiamo cura senza limiti perché la Chiesa ama tutti”.

Federico Piana- Città del Vaticano

Nel Karnataka, Stato a sud-ovest dell’India, c’è un villaggio nel quale vive una delle più piccole comunità cattoliche del mondo, composta da appena nove famiglie. A prendersi cura di loro è don Arul Dhas, missionario indiano della Congregazione della Piccola Opera della Divina Provvidenza, meglio conosciuta come Opera Don Orione. Il sacerdote va orgoglioso di quella infinitesimale parte di Chiesa che lui stesso, insieme ad altri suoi confratelli, accompagna, sprona e protegge: lo si capisce dal tono entusiasta della voce anche quando racconta che “non abbiamo una struttura dove celebrare la messa. Lo facciamo appoggiandoci ad un convento retto dalle suore di Sant’Anna”.

Ascolta l'intervista a don Arul Dhas

Vitalità dell’azione missionaria

Eppure la vitalità non manca. Si potrebbe dire che il numero delle opere apostoliche è tanto grande quanto la piccolezza della loro comunità. Ci sono iniziative contro la povertà, per sostenere i giovani, per aiutare i disabili. “Ci occupiamo – dice don Arul Dhas – anche dei contadini. Facciamo loro dei corsi su come coltivare utilizzando le nuove tecnologie. E poi non ci dimentichiamo delle donne: qui il problema più grande è quello delle spose bambine. Noi cerchiamo di lottare contro questa drammatica situazione offrendo delle possibilità di riscatto sociale e culturale”.

In aiuto dei non cattolici

La Chiesa locale si trova a lavorare soprattutto per i non cattolici, una grande opportunità per testimoniare il Vangelo. “Qui – spiega il missionario- a parte la nostre nove famiglie, di cattolici non ce ne sono. E anche i cristiani sono davvero pochi. La maggioranza delle persone che aiutiamo sono induiste”. L’obiettivo è quello di evangelizzare tramite l’esempio e la carità, aggiunge don Arul Dhas: “In questo modo noi vogliamo dire a queste persone: la Chiesa ha cura di voi, senza limiti. La Chiesa ama tutti”. 

La pandemia non blocca la solidarietà

La crisi sanitaria, che ha colpito duramente anche l’India, non ha impedito alla Chiesa di farsi prossima alle ferite e alle necessità della popolazione del Karnataka. Don Arul Dhas ed i suoi confratelli hanno portato cibo a chi non aveva neanche più modo di mangiare: “Quando tutto era chiuso abbiamo consegnato più di duemila pasti e aiutato molte persone che sono cadute in depressione. Inoltre, ci siamo anche affiancati agli operatori pubblici per sostenere il popolo sofferente che noi consideriamo nostro fratello”. Una piccolissima missione per una grande carità.

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05 ottobre 2020, 08:00