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Papa Francesco in Irlanda - Messa a Dublino  nel Phoenix Park Papa Francesco in Irlanda - Messa a Dublino nel Phoenix Park 

Irlanda, Brexit. Leader cristiani: agire con urgenza e generosità

Porre fine all'incertezza economica e sociale: questo al cuore dell'appello lanciato dai presuli in una dichiarazione congiunta. Il principale nodo del contendere resta lo status dell'Irlanda e in particolare i rapporti tra Eire e l’Ulster coinvolta nell’uscita dall’UE

Lisa Zengarini - Città del Vaticano

Agire “con urgenza e generosità per garantire le migliori fondamenta possibili” delle future relazioni tra l’Irlanda, il Regno Unito e UE nel dopo-Brexit e porre così fine “all’incertezza economica e sociale” aggravata dalla pandemia del Covid-19. È il pressante appello lanciato dai leader cristiani irlandesi in una dichiarazione congiunta, mentre proseguono con difficoltà i negoziati per chiudere un accordo commerciale tra i due blocchi.

Le questioni sul tavolo

Il principale nodo del contendere resta lo status dell'Irlanda e in particolare i rapporti tra Eire e l’Ulster coinvolta nell’uscita dall’UE. Ad accrescere le tensioni tra le due sponde della Manica c’è la nuova Legge sul mercato interno varata il 9 settembre dal Governo Johnson e per la quale Bruxelles ha minacciato una procedura di infrazione contro il Regno Unito per aver violato i suoi obblighi ai sensi dell'accordo di recesso siglato con l’UE il 20 gennaio scorso, quattro anni dopo il referendum del 2016. La legge, infatti, modifica l'accordo secondo il quale l’Irlanda del Nord si sarebbe allineata alle norme del mercato unico europeo in modo da non ricreare una frontiera fisica con la Repubblica d'Irlanda che, si teme, potrebbe far saltare la Pace del Venerdì Santo (Good Friday Agreement o Belfast Agreement) siglata il 10 aprile 1998 dai rappresentanti britannici e irlandesi insieme ai principali leader repubblicani e unionisti dell’Ulster (con l’eccezione del Partito Democratico Unionista - Dup). 

Un timore condiviso dai leader cristiani irlandesi.  “Con un tempo limitato a disposizione per prepararsi alla Brexit, è nell’interesse di tutti ottenere la chiarezza e la sicurezza che un accordo fornirà. Ciò è particolarmente vero per coloro le cui risorse sono già esaurite dall’impatto del Covid-19”, sottolinea la dichiarazione congiunta firmata per la Chiesa cattolica da monsignor Eamon Martin, arcivescovo di Armagh e primate della Chiesa d’Irlanda.

L'auspicio dei presuli

Nel documento i leader cristiani riconoscono la complessità delle sfide affrontate dalle parti negoziali e l’importanza della posta in gioco e salutano “l’importante impegno di entrambe le parti nei negoziati per tutelare l’Accordo del Venerdì Santo”.  L’auspicio è che quello storico accordo “considerato a buon titolo come un successo non solo per il popolo nord-irlandese, ma anche per i popoli e i governi britannico e irlandese” possa “servire da fonte di ispirazione e da base su cui costruire il processo del Brexit”. Al cuore del Good Friday Agreement, osservano i leader religiosi irlandesi, “c’è un riconoscimento della nostra interdipendenza. La pandemia di Covid-19 ha ulteriormente accresciuto la nostra consapevolezza della necessità di gestire il rischio in modo collaborativo, non solo tra Gran Bretagna e Irlanda, ma a livello europeo e internazionale”, aggiungono.

Di fronte ad “altre grandi sfide che si profilano all’orizzonte” servirà quindi collaborazione: “Gli accordi commerciali non possono essere separati da questa più ampia rete di relazioni perché hanno dimensioni sociali ed etiche vitali”.  Di qui l’appello alle parti ad agire “con urgenza e generosità per garantire le migliori fondamenta possibili” per questi rapporti in evoluzione” perché le sfide future possano “essere affrontate sulla base di relazioni di fiducia e rispetto reciproco”.

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06 ottobre 2020, 12:48