Carlo Acutis Carlo Acutis 

Carlo Acutis, conclusa l'esposizione delle spoglie ad Assisi

La sua "forza di attrazione" è l’umiltà. Con queste parole il vescovo Marcello Semeraro, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, ha ricordato il giovane Beato nella Messa presieduta ieri nel Santuario della Spogliazione. Dal primo ottobre oltre 40 mila persone hanno pregato presso la tomba di Acutis

Isabella Piro - Città del Vaticano

Diciannove giorni di preghiera e venerazione del "millennial" salito agli altari. Tanto è durata l'esposizione delle spoglie di Carlo Acutis, il Beato che "porta avanti i sogni di tanti che guardano a lui come un modello e un esempio”, come lo ha ricordato monsignor Semeraro nella Messa presieduta ieri ad Assisi. Il prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi ha raggiunto ieri la cittadina umbra per concludere al Santuario della Spogliazione il periodo straordinario che ha preceduto la beatificazione di Acutis. “C’è un fascino particolare in lui", ha riconosciuto, spiegando: "Per andare avanti nella causa di beatificazione e di canonizzazione una clausola importante è la presenza di una fama di santità, ma per Carlo non ce ne è stato bisogno e non ce n’è bisogno”.

Un tempo di grazia che guarda al futuro

A concelebrare la Messa è stato, tra gli altri, il vescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, monsignor Domenico Sorrentino il quale, prima della chiusura della tomba del giovane Beato, ha reso grazie a Dio per i giorni “stupendi, inimmaginabili, incredibili e belli” appena trascorsi. “Quello che abbiamo vissuto – ha detto – sia davvero un tempo di grazia per portare fiori e frutti nell’avvenire. La grande partecipazione di fedeli è il segno che Carlo è il Santo tra noi”. Il presule ha quindi spiegato che, considerato il riacuirsi della pandemia da Covid-19, “non è possibile tenere ancora aperta, in sicurezza, la tomba di Carlo Acutis”; tuttavia, “non appena la situazione migliorerà, essa verrà riaperta definitivamente”. Il Santuario resta comunque disponibile alla frequenza ordinaria dei fedeli.

Un’esposizione social dai grandi numeri

Intanto, i dato sull’affluenza durante i diciannove giorni di esposizione delle spoglie dimostrano una grande partecipazione: dal primo al 19 ottobre, presso la tomba del giovane beato, hanno sostato in preghiera più di 41 mila persone, con una media giornaliera di 2.100, regolate e controllate, con i termoscanner, grazie all’aiuto delle forze dell’ordine e dei volontari. La diretta Facebook con la Santa Messa del 1.mo ottobre, al termine della quale è stata aperta la tomba di Carlo, ha raggiunto circa 570mila persone e superato le 2mila condivisioni, mentre il video della sola apertura delle spoglie è stato visto da oltre 3 milioni di fedeli.

Acutis: raccontava il Vangelo attraverso i nuovi media

Morto a soli 15 anni per una leucemia fulminante, Carlo Acutis è stato definito “un beato millennial” perché, nativo digitale, aveva fatto di Internet un vero strumento di evangelizzazione. A soli 14 anni, infatti, aveva progettato e realizzato una mostra virtuale sui miracoli eucaristici. Papa Francesco, nell’Esortazione apostolica “Christus vivit”, pubblicata nel 2019 dopo il Sinodo dei vescovi sui giovani, cita il giovane Beato come un esempio per tutti i suoi coetanei: “Ha saputo usare le nuove tecniche di comunicazione per trasmettere il Vangelo, per comunicare valori e bellezza. Vedeva che molti giovani, pur sembrando diversi, in realtà finiscono per essere uguali agli altri, correndo dietro a ciò che i potenti impongono loro attraverso i meccanismi del consumo e dello stordimento. In tal modo, non lasciano sbocciare i doni che il Signore ha dato loro, non offrono a questo mondo quelle capacità così personali e uniche che Dio ha seminato in ognuno. Così, diceva Carlo, succede che “tutti nascono come originali, ma molti muoiono come fotocopie”.

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20 ottobre 2020, 15:31