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Religiose e volontari con gli sfollati a Cabo Delgado (Mozambico)   Religiose e volontari con gli sfollati a Cabo Delgado (Mozambico)  

Africa. Un anno fa, la visita del Papa. L’appello del Secam alla pace

Un anno fa, Papa Francesco compiva un viaggio apostolico in Africa, visitando, dal 4 al 10 settembre, Mozambico, Madagascar e Mauritius. A 365 giorni da quell’evento, il Secam (Simposio delle Conferenze episcopali di Africa e Madagascar) ha diffuso un messaggio per rafforzare l’incoraggiamento lasciato dal Pontefice a lavorare per la pace, la speranza e la riconciliazione

Isabella Piro - Città del Vaticano

“Con questo messaggio ripetiamo l’appello di Papa Francesco: tutti noi dobbiamo dire sempre no alla violenza e sì alla pace”, perché “tutto si perde con la guerra e tutto si guadagna con la pace”. Così il messaggio dei vescovi del Secam. A causa dei conflitti, infatti – prosegue il documento – le popolazioni finiscono per non avere più “una casa in cui vivere, del cibo, scuole per educarsi, ospedali per curarsi, chiese per riunirsi in preghiera e campi per lavorare". Non solo: il Secam sottolinea il dramma di “migliaia di persone costrette a spostarsi in cerca di sicurezza e dei mezzi per sopravvivere”. Di qui, l’esortazione dei vescovi africani e malgasci alla pace, in quanto essa è "una missione che coinvolge tutti e che richiede un lavoro duro, costante e instancabile".

 

Un processo costante per la pace

Dai presuli anche la sottolineatura che “la pace non è solo assenza di guerra, ma impegno instancabile, soprattutto di chi si trova in una posizione di maggiore responsabilità, a riconoscere, garantire e ricostruire concretamente la dignità, così spesso dimenticata o ignorata, dei nostri fratelli e sorelle, affinché si sentano protagonisti del destino della loro nazione e del loro continente". Solo attraverso la pace, dunque, è possibile raggiungere la riconciliazione – ricorda il Secam – il che significa che occorre “un processo costante in cui ogni nuova generazione è coinvolta" e “in cui c'è apertura al vero incontro, al riconoscimento dell'altro, al rafforzamento dei legami e alla costruzione di ponti".

Purtroppo, nota il Simposio episcopale, in diversi Paesi africani, compreso il Mozambico visitato dal Papa, “si assiste ancora a brutali atti di violenza” e “nella maggior parte del continente non c’è quasi nessun segno di convivenza pacifica o armoniosa, di unità, di sicurezza alimentare e di salvaguardia ambientale”. Infine, i presuli ringraziano il Pontefice per il suo essere “messaggero di speranza, araldo di pace e sostenitore della riconciliazione".

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06 settembre 2020, 08:00