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Elezioni in Tanzania. I vescovi: impegnarsi per la pace

Incoraggiare la pace con ogni mezzo: lo chiede la Conferenza episcopale della Tanzania (Tec), attraverso le parole di monsignor Gervais Nyaisonga, arcivescovo di Mbeya e presidente dei vescovi.

Isabella Piro - Città del Vaticano

In un video-messaggio del 4 settembre, citato dal sito web della Conferenza episcopale regionale dell'Africa occidentale (Recowa-Cerao), il vescovo della Tanzania monsignor Gervais Nyaisonga si sofferma sulla campagna elettorale in corso, in vista delle votazioni generali del prossimo 28 ottobre, ed esorta alla cautela perché “la pace può essere persa anche per semplice negligenza”. "La Tanzania – aggiunge - è sempre stata orgogliosa del dono della pace. Questo dono non è nascosto, ne parlano tutti. Per questo, deve essere protetto con ogni mezzo". Dal presule anche il richiamo di quanto siano importanti le elezioni, poiché “indicano al Paese la direzione da seguire per raggiungere gli obiettivi comuni”.

Elezioni e riconciliazione

In quest’ottica, il presule incoraggia gli elettori, i candidati e i funzionari della Commissione elettorale a promuovere la pace ogni momento: “Tale dono – ribadisce – non può andare smarrito; facciamo attenzione e proteggiamolo”. Al contempo, il presidente della Tec ricorda che il desiderio della popolazione è di “vedere il Paese riconciliato e votazioni corrette, grazie alla trasparenza, all’integrità e alla dedizione di tutti”. “La responsabilità dello svolgimento delle votazioni è collettiva”, sottolinea ancora il presule. Necessaria anche un’adeguata comunicazione sul processo elettorale: "È preferibile – spiega l’Arcivescovo di Mbeya - che i portavoce della Commissione elettorale forniscano informazioni adeguate alla popolazione, perché il silenzio terrà i cittadini in ansia” e “la verità non deve essere nascosta”.

Una politica per il bene della Tanzania

Rivolgendosi, poi, ai candidati, il presule della Tanzania afferma: "Avete il potere di motivare le persone a fare tutto ciò che possono per essere orgogliosi della loro scelta elettorale o per biasimarvi per questo”. Di qui, il richiamo a non usare la campagna elettorale per “scagliare insulti e maldicenze” contro gli avversari politici, perché tali discorsi andranno a detrimento del Paese. Al contrario, il periodo pre-elettorale dovrà rappresentare, per i candidati, “un’opportunità per informare la popolazione su come realmente si intende promuovere lo sviluppo del Paese”. “Rendete la gente fiera di aver esercitato il diritto di voto con saggezza”. Questo l’appello di monsignor Nyaisonga ai politici. Nello specifico dei cattolici, infine, il presule li incoraggia ad attingere alla fonte della saggezza cristiana conferita da Dio per “valutare e analizzare i candidati, decidendo cosa è meglio per la Nazione”.

No alla corruzione

Oltre al presidente della Tec, a soffermarsi sulle prossime votazioni generali è anche l’Arcivescovo di Arusha, monsignor Isaac Amani Massawe che, come già in passato, torna a lanciare un appello contro la corruzione: " Se accettiamo il sistema delle tangenti, entreremo in un sistema pieno di bugie - spiega. Invece, la legge deve anche essere rispettata e chiunque venga trovato a dare o a ricevere soldi deve essere messo sotto accusa". Per questo, il presule esorta anche “le chiese e le moschee a predicare contro questa piaga”, perché, “se non ci battiamo per ciò che è giusto, ci venderemo e diventeremo schiavi, perché chi vende la propria libertà finisce in schiavitù". L’auspicio conclusivo dell’arcivescovo di Arusha è che i cittadini scelgano “leader che abbiano una visione globale e tutelino la famiglia” per il bene comune del Paese.

Una campagna elettorale difficile

Iniziata il 26 agosto, la campagna elettorale in Tanzania si concluderà il 27 ottobre. Il giorno seguente, a sfidarsi per la poltrona di Capo dello Stato saranno il presidente uscente John Magufuli che corre per un secondo mandato contro 14 avversari, tra cui Freeman Mbowe, leader del principale partito di opposizione Chadema. Ma le polemiche non mancano: secondo l’organizzazione umanitaria Human Rights Watch (Hrw), la repressione contro i partiti dell’opposizione è molto forte, testimoniata da arresti e restrizioni alla libertà di stampa. Da ricordare che quelle del 28 ottobre saranno le seste elezioni generali nel Paese africano dopo la reintroduzione, nel 1992, del multipartitismo. Le prime votazioni democratiche si sono svolte nel 1995.

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07 settembre 2020, 09:24