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Amazzonia: oggi la presentazione del nuovo segretario della Repam

E’ il religioso marista, Fra’ João Gutemberg Sampaio, il nuovo segretario della Rete Ecclesiale Panamazzonica (Repam), protagonista nel Sinodo panamazzonico svoltosi in Vaticano nell’ottobre 2019. La sua nomina avviene in un momento particolarmente significativo per l’organismo: i sei anni di attività

Isabella Piro e Giancarlo La Vella – Città del Vaticano

Nei sei anni di attività della Repam, fatti di presenza costante e di vicinanza in nome della Chiesa cattolica sul territorio dell’Amazzonia, a tutela della vita, Fra’ João Gutemberg Sampaio si presenta pubblicamente per la prima volta quale segretario dell’organismo, affiancando in questo ruolo il presidente, cardinale Claudio Hummes. Oggi, 14 settembre, alle ore 10.15 in Ecuador, le 17.15 in Italia, in una conferenza stampa in diretta sulla pagina Facebook della rete Ecclesiale Panamazzonica viene presentato il piano di programmazione per i prossimi anni. Prende la parola anche il nuovo segretario, Fra’ Sampaio, che attualmente vive a Manaus. Il presidente della Repam, cardinale Claudio Hummes, traccerà un bilancio dei sei anni appena trascorsi. Il cardinale Pedro Barreto, vicepresidente dell’organismo, presenterà invece i progetti attuali e futuri.

Repam: sei anni di intensa attività

“Negli ultimi mesi – informa una nota della Repam – si è svolta una serie di incontri virtuali, tra i membri dei diversi Paesi appartenenti alla Rete, sulle principali linee d’azione dell’organismo, in un processo di discernimento sull’azione e il ruolo sviluppato dalla Repam in tutta l’Amazzonia”. In particolare, ci si è soffermati sui risultati del “Sinodo Panamazzonico, svoltosi in Vaticano nell’ottobre 2019, sulla pandemia da coronavirus che colpisce duramente i popoli dell’Amazzonia e sul processo di transizione verso i prossimi anni”. Nata nel settembre 2014 da un incontro, tenutosi a Brasilia, tra l’allora Pontificio Consiglio Giustizia e pace e i vescovi, i sacerdoti, i missionari, i laici ed i rappresentanti di organizzazioni cattoliche della regione amazzonica, la Repam mira a promuovere un rapporto responsabile e sostenibile con l’Amazzonia, “polmone della Terra” minacciato dalle deforestazioni e dallo sfruttamento delle risorse.

Transnazionalità, ecclesialità e tutela della vita

Il 2 marzo 2015 la Rete è stata presentata presso la Sala Stampa della Santa Sede. In quell’occasione, il cardinale Peter Turkson, allora presidente del Dicastero vaticano “Giustizia e pace”, ha messo in luce tre caratteristiche del neo-organismo: la transnazionalità, ovvero l’elevato numero di Paesi coinvolti, poiché “un’efficace azione di contrasto a sfide che oltrepassano i confini di un singolo Stato richiede la sinergia delle forze vive di tutte le Nazioni interessate”; l’ecclesialità, perché “la Repam si propone di creare una collaborazione armoniosa fra le varie componenti della Chiesa; infine, l’impegno per la tutela della vita, considerato che circa 30 milioni di persone del territorio amazzonico “sono minacciati dall’inquinamento, dal radicale e rapido cambiamento dell’ecosistema dal quale dipendono, e dalla mancata tutela di fondamentali diritti umani”. “Ciò avviene – ha concluso il porporato – quando la deforestazione avanza senza controllo o quando progetti minerari e agricoli intensivi vengono avviati senza consultare, né tantomeno coinvolgere, le popolazioni locali dell’Amazzonia, nel rispetto della loro dignità”.

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14 settembre 2020, 11:12