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Mattarella accende la lampada di Loreto Mattarella accende la lampada di Loreto 

A Loreto Mattarella accende la Lampada della pace, un segno per ripartire

In occasione della Festa della Natività della Beata Vergine Maria, il presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, ha acceso quella che da 22 anni è la Lampada della pace per l’Italia che - in coincidenza del Giubileo lauretano – ha assunto un significato internazionale. Monsignor Dal Cin: tutti i governanti siano davvero "leali costruttori della pace”

Fabio Colagrande e Debora Donnini – Città del Vaticano

Dal Santuario di Loreto, racchiuso nello scrigno delle colline marchigiane, in un clima di preghiera e raccoglimento, Sergio Mattarella ha acceso la Lampada della pace. Nella Basilica della Santa Casa circa 250 persone, mentre nel piazzale antistante circa 600 i presenti, distanziati nel rispetto delle norme anti Covid-19. È durata circa due ore la visita di Mattarella, che è il secondo capo di stato italiano ad accendere la Lampada dopo Carlo Azeglio Ciampi nel 2002. Invitato nel gennaio scorso dall’arcivescovo e delegato pontificio di Loreto, Fabio Dal Cin, il presidente ha partecipato alla Messa presieduta in Basilica dall’arcivescovo Paul Richard  Gallagher, segretario vaticano per i Rapporti con gli Stati che, nella sua omelia, ha sottolineato come la preghiera per la pace assuma nel contesto del Giubileo Lauretano, prorogato dal Papa fino al 10 dicembre 2021, il significato di una preghiera per il mondo intero.

Dopo l’accensione della Lampada, Mattarella ha visitato in privato la Santa Casa per poi assistere, sul sagrato, alla recita dell’Angelus e alla benedizione del mondo dell’aeronautica. Il Giubileo Lauretano è legato ai cento anni della proclamazione della Madonna di Loreto patrona degli aeronauti. Nell’intervista monsignor Dal Cin sottolinea come l’intenzione di preghiera abbia abbracciato l’umanità che, in questo momento di crisi per la pandemia, desidera ripartire nella condivisione.

Ascolta l'intervista a monsignor Dal Cin:

R. - È stato un momento di preghiera, di raccoglimento, di riflessione, molto semplice e la Lampada è stata accesa proprio con questa intenzione di preghiera per tutti i capi di Stato, dei popoli, delle Nazioni, per tutti i governanti, perché siano davvero i leali costruttori della pace e del bene delle persone che sono loro affidate. Il presidente ha acceso la Lampada proprio come espressione di questa intenzione di preghiera che sale a Dio in questo Anno Giubilare e in questo momento anche particolare per tutta l'umanità che desidera ripartire all'insegna della fraternità e della condivisione. Condivisione non solo delle sofferenze, ma anche dei progetti per costruire qualcosa di migliore e nello spirito della nuova Enciclica che Papa Francesco ci donerà da Assisi, il prossimo 3 ottobre.

Una presenza in qualche modo insperata, quella di Mattarella. Lei l'aveva invitato nel gennaio scorso, ma pensava che per la pandemia appunto non sarebbe stato possibile…

R. – Sì. La sua è stata una partecipazione con una certa presenza anche di popolo, nel rispetto delle norme dell’emergenza sanitaria, e questo è stato un grande segno di speranza e di questo ringraziamo il Signore. Ho visto il presidente contento di aver partecipato a un rito sobrio, ma intenso e anche con grande respiro universale.

Significativa anche la presenza del segretario vaticano per i Rapporti con gli Stati, monsignor Gallagher, che ha messo in relazione la preghiera per la pace che è salita da Loreto anche con il momento difficile che si vive nel contesto politico internazionale

R. – Ho desiderato la presenza di monsignor Paul Richard Gallagher proprio per il ruolo che riveste, perché esprime la sollecitudine di Papa Francesco per la pace universale che la Segreteria di Stato promuove.  Pensiamo alla presenza della Chiesa in molti Paesi del mondo proprio con questo obiettivo di essere segno e strumento della pace universale.

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08 settembre 2020, 15:19