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Brasile. I vescovi: no a depenalizzazione dell’uso delle droghe

In una lettera inviata al presidente della Camera dei Deputati, Rodrigo Maia, la Conferenza episcopale del Paese latinoamericano esprime il proprio dissenso dopo la proposta, avanzata da alcuni esponenti politici, di autorizzare un uso ampio e illimitato della marijuana su tutto il territorio nazionale, andando ben oltre lo scopo medicinale

Isabella Piro - Città del Vaticano

I vescovi del Brasile ribadiscono quanto già affermato più volte in passato, ovvero che “l’abuso di droghe interferisce gravemente con la famiglia e con la società ed è tra le cause di innumerevoli malattie, disabilità fisiche e mentali e isolamento sociale”. “La tossicodipendenza che colpisce, in particolare, adolescenti e giovani - sottolineano ancora i presuli - è un fattore che genera violenza sociale e provoca nella persona un cambiamento di coscienza e di comportamento”. E non solo: la Chiesa brasiliana evidenzia che “il consumo e il traffico di droga sono citati come causa della maggior parte degli attacchi alla vita".

Le politiche pubbliche

Per questo, i presuli ribadiscono la loro contrarietà alla depenalizzazione dell’uso di droghe e sottolineano “l'importanza di rivolgere l'attenzione alle politiche pubbliche di prevenzione, al sostegno ai servizi di recupero compresi quelli gestiti da organismi religiosi, alla pratica della giustizia riparativa e al rigore di fronte a chi trae profitto dalla vendita di stupefacenti”. Infine, la Cnbb si dice disponibile alla collaborazione con le autorità statali per arginare il dramma della tossicodipendenza all’interno della società.

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06 settembre 2020, 08:00