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Assisi. "Oltre i confini", la sesta edizione del Cortile di Francesco

Personalità della società civile, del mondo della religione e del giornalismo si confronteranno in presenza e via web, nella città del Patrono d'Italia. Un Cortile reinventato, nel rispetto delle disposizioni di sicurezza anti Covid, che, da oggi a domenica 20 settembre, rifletterà su quanto sta accadendo nel mondo segnato dalla pandemia. Del programma e dei contenuti abbiamo parlato con padre Enzo Fortunato, direttore della Sala Stampa del Sacro Convento dove si svolgerà la tre giorni

Emanuela Campanile - Città del Vaticano

Uno spazio fisico e virtuale di confronto su temi come ambiente, economia, architettura, francescanesimo, filosofia e arte. E' Il Cortile di Francesco e prende il via alle 17 di oggi. “Oltre i confini”, il titolo di questa sesta edizione che si apre ufficialmente con la mostra Francescanesimo ed Economia e un incontro al quale partecipa il Custode del Sacro Convento di Assisi, padre Mauro Gambetti. Evento reinvantato, per giocare con le parole ma, soprattutto, per rispettare le nuove disposizioni di sicurezza anti-Covid. Interventi in presenza e in streaming di ospiti come il Direttore della Galleria degli Uffizi di Firenze, Eike Schmidt, il Direttore Generale OMS, Tedros Adhanom Ghebreyesus (in collegamento da Ginevra), lo storico Franco Cardini, la senatrice Liliana Segre, il ministro dell'economia e delle Finanze, Roberto Gualtierie e molti altri. La tre giorni è ospitata al Sacro Convento e organizzata con l'Associazione Oicos riflessioni, in collaborazione con il Pontificio Consiglio della cultura e con il sostegno della Regione Umbria.

Il titolo scelto dell'edizione 2020 - "Oltre i confini" - fa riferimento ad un superamento e a dei limiti, ma di chi e di cosa? Per comprenderne il senso bisogna partire da una specifica parola e dal suo significato. Il termine è "fratello", spiega padre Enzo Fortunato - direttore della sala stampa del Convento:

Ascolta l'intervista a padre Enzo Fortunato

R . - Dobbiamo entrare nella densità del termine fratello che deriva dal sanscrito e ha due connotazioni particolari, la prima sostenere, la seconda nutrire. Questo ci porta a comprendere come essere fratelli significhi essere persone che sostengono chiunque incontrano, essere persone che nutrono chiunque incontrano. Inoltre San Francesco dà a questo termine un elemento anche femminile perché dirà ai suoi frati di amarsi e nutrirsi come una madre ama e nutre il proprio figlio. Ci riporta così, non solo al lessico terminologico - e cioè nutrire e sostenere - ma anche a quel valore femminile del termine fratello. Fratello si scioglie e si comprende tenendo presente mascolinità e femminilità. Allora, questo termine allarga i confini e ci porta a chiederci - ed è la domanda chiave del Cortile di Francesco - "chi vogliamo difendere, un confine materiale o una persona?"

La cosa che  colpisce è che interrogativi così grandi vengano calati nella quotidianità, come ci suggerisce e insegna il Papa...

R. - San Francesco ha fatto comprendere l'importanza della quotidianità in  maniera così limpida che gli artisti che si sono avvicinati a lui - Giotto, Cimabue, Simone Martini, Lorenzetti - non hanno potuto fare a meno di dare una svolta all'arte del  1200, il periodo in cui sono vissuti. Nelle prime raffigurazioni impresse sulle pareti della Basilica, che custodisce le sue spoglie, iniziamo a trovare i dettagli della vita quotidiana: i piatti, le posate, i merletti delle tovaglie, gli animaletti che erano presenti nelle case, fino ai due sentimenti primordiali dell'uomo, il sorriso e le lacrime. Queste cose, prima non venivano rappresentate - anche nell'arte sacra - perché vi era una forma di staticità, quasi che l'uomo dovesse raggiungere un ideale. Invece, con San Francesco, l'ideale è il messaggio del Vangelo, la buona notizia che tocca il cuore dell'uomo. Cioè, l'uomo è chiamato a lasciarsi raggiungere da questo Amore.

Un ideale che implica anche un coinvolgimento  personale...

R. - Io credo che la storia proceda inesorabilmente avanti, ma a volte l'uomo si ferma. Francesco, invece, ci invita ad essere protagonisti di questa storia comprendendo che davvero nulla è grande davanti a Dio ma tutto è ugualmente degno. E se tutto è ugualmente degno, non ci saranno gli ultimi o i primi, ma ci sarà un'umanità che cammina insieme e questo termine è uno dei più preziosi che fa parte  del Cortile di Francesco di quest'anno. Insieme possiamo attraversare i confini, insieme possiamo vivere i confini.

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18 settembre 2020, 08:00