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Soccorritori nei giorni scorsi nello Stato del Kerala colpito dalle inondazioni Soccorritori nei giorni scorsi nello Stato del Kerala colpito dalle inondazioni 

India: crolla una chiesa protestante in Kerala a causa delle inondazioni

52 le vittime nella zona a causa delle inondazioni. Centinaia i rifugiati in strutture ecclesiastiche

Anna Poce - Città del Vaticano

Continuano le piogge torrenziali in Kerala, nel sud dell’India, e il lavoro incessante dei soccorritori. Ieri anche la chiesa protestante di Alappuzha, costruita nel 1869 dal missionario britannico W.J. Richardson della Church Missionary Society per i contadini cristiani, è crollata, in seguito ad un’inondazione nella zona delle risaie. Finora sono stati recuperati 52 corpi, riporta UCA News. I funzionari del governo hanno detto che le operazioni di ricerca continueranno finché non saranno ritrovate le 19 persone che ancora risultano scomparse.

L'aiuto dei volontari cattolici

"Migliaia di ettari di risaie sono stati sommersi e centinaia di persone che vi abitavano si sono trasferite presso le famiglie e i parenti più stretti", ha detto ad UCA news padre Alex P. Oommen, parroco della chiesa di San Paolo, crollata in mezzo alle risaie. Monsignor Joseph Perumthottam, arcivescovo di Changanaserry, la cui arcidiocesi copre la maggior parte del distretto di Alappuzha, ha riferito come i volontari cattolici, guidati da sacerdoti e suore, stiano facendo del loro meglio per aiutare la popolazione.

Oltre 400 rifugiati nei campi ecclesiastici

La diocesi ha aperto un help desk per coordinare le operazioni di soccorso e ha messo a disposizione i suoi locali per accogliere le vittime dell'alluvione. "Abbiamo anche inviato cibo, acqua potabile e risposto velocemente ad altre richieste da parte delle persone colpite" dalle inondazioni, ha raccontato padre Jacob Mavunkal, un funzionario del Kerala Catholic Bishops' Council. Più di 400 persone si sono rifugiate nei centri ecclesiastici, ma molte sono ancora nelle loro case parzialmente allagate, perché si rifiutano di trasferirsi nei campi di accoglienza allestiti dal governo per paura di contrarre il coronavirus, ha spiegato padre Mavunkal.

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12 agosto 2020, 16:42