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Usa, i dubbi dei vescovi sulle nuove norme per i richiedenti asilo

"Conseguenze devastanti": è quanto prevede la Conferenza episcopale degli Stati Uniti in merito alle regole che alcuni Dipartimenti governativi hanno avanzato in materia di immigrazione. Nelle parole dei presuli il magistero di Papa Francesco sull'impegno innanzitutto a salvare ogni vita, quale dovere morale che unisce credenti e non credenti

Isabella Piro - Città del Vaticano 

Fa discutere, negli Stati Uniti, la proposta di nuove regole sul diritto d’asilo: i Dipartimenti per la Sicurezza interna e per la Giustizia, insieme all’Ufficio per l’immigrazione, infatti, hanno suggerito nuove indicazioni. In esse, tra le altre cose, si consentirebbe ai giudici dell’immigrazione di respingere le richieste d’asilo prima ancora che il richiedente incontri un magistrato; si introdurrebbe la dicitura “gruppo sociale particolare” che escluderebbe dall’asilo chi fugge dalla violenza domestica o dalla criminalità e si innalzerebbero gli standard per avviare i colloqui iniziali in materia d’asilo. Immediata la reazione della Conferenza episcopale statunitense (Usccb) che, in una nota a firma di monsignor Mario E. Dorsonville, presidente del Comitato dei vescovi per le migrazioni, afferma: “Non possiamo voltare le spalle alle persone vulnerabili". “Queste norme proposte in materia di asilo – spiega il presule – avranno conseguenze devastanti per coloro che cercano protezione nel nostro Paese e che fuggono dalle violenze domestiche o dalle persecuzioni criminali subite in patria”.

Come guardare al fenomeno delle migrazioni

Piuttosto, sottolinea monsignor Dorsonville, seguendo gli insegnamenti della Chiesa cattolica, bisogna “guardare alle cause, alla radice delle migrazioni, della povertà, della violenza e della corruzione”. Citando, poi, il discorso di Papa Francesco pronunciato il 19 dicembre 2019, nell’incontro con i rifugiati arrivati da Lesbo grazie ai corridoi umanitari, il vescovo conclude: ”Dobbiamo tenere aperti gli occhi, tenere aperto il cuore, per ricordare a tutti l’impegno inderogabile di salvare ogni vita umana, un dovere morale che unisce credenti e non credenti”.

In un ulteriore documento di commento alle proposte normative, l’Usccb sottolinea l’importanza di accogliere i migranti e rifugiati ed il proprio impegno in questo ambito, portato avanti in collaborazione con il governo. “L'opera della Chiesa cattolica di assistenza agli immigrati nasce dalla convinzione che ogni persona è creata a immagine di Dio e che tutti meritano il rispetto della propria dignità”, si legge nel testo. Al contempo, si afferma che “mentre la Chiesa cattolica riconosce il diritto sovrano delle nazioni di controllare i propri confini, essa insegna anche che i Paesi hanno l’obbligo di rispettare i diritti umani dei migranti e di proteggere il diritto alla vita di chi fugge dalla violenza e dalla persecuzione”. Le modifiche proposte, al contrario, impediscono l’accesso al diritto di richiedere asilo, mettendo in pericolo lo svolgimento di un giusto processo, incrementando pareri discrezionali e creando procedure quasi impossibili da espletare.

“L’Usccb si oppone con forza a ciascuna modifica proposta – prosegue il documento – in quanto esse sono violazioni dirette di norme nazionali e leggi internazionali, nonché ledono il ruolo di leadership globale degli Stati Uniti di fare da catalizzatore, per le altre nazionali, nel fornire assistenza umanitaria a chi ne ha bisogno”. Infine, i vescovi ribadiscono che “è particolarmente preoccupante che simili proposte siano arrivate in un periodo senza precedenti nella storia a causa della pandemia da coronavirus”. Per questi motivi, i vescovi esortano “vivamente” il Dipartimento di Giustizia a revocare i suggerimenti avanzati.

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15 luglio 2020, 17:58