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Siracusa pronta a vivere nella speranza l'anniversario della lacrimazione di Maria

Il Rettore del Santuario della Madonna delle Lacrime spiega come le celebrazioni del miracolo del 1953 prendono spunto quest’anno da una frase di Francesco: “Le Lacrime di Maria hanno generato speranza”

Fabio Colagrande – Città del Vaticano

Presso il Santuario di Siracusa è stato definito il calendario per il 67.mo anniversario della lacrimazione della Madonna, avvenuta nell'agosto del 1953. Per volere di monsignor Salvatore Pappalardo, arcivescovo di Siracusa, il tema generale delle celebrazioni - adattate tenendo conto delle restrizioni anti-Covid - sarà una riflessione di Papa Francesco: "Le Lacrime di Maria hanno generato speranza e nuova vita". Nel suo Messaggio per l’anniversario, il presule si è augurato che “Siracusa possa meritare il privilegio di custodire le Lacrime della Madonna, diventando missionaria del messaggio, silenzioso ed eloquente, delle Lacrime della Madre nostra”. Papa Francesco aveva pregato davanti alle reliquie della Lacrime di Maria, in pellegrinaggio nelle città italiane, il 25 maggio 2018 nella Cappella di Casa Santa Marta. “Preghiamo la Madonna perchè dia a noi e anche all’umanità, che ne ha bisogno, il dono delle lacrime - disse il Pontefice in quell’occasione - che noi possiamo piangere: per i nostri peccati e per tante calamità che fanno soffrire il popolo di Dio e i figli di Dio”. Ad ascoltarlo c’era in quell’occasione anche don Aurelio Russo, Rettore della Basilica Santuario Madonna delle Lacrime a Siracusa che, ai microfoni di Radio Vaticana Italia, spiega il senso delle celebrazioni di quest’anno.

L'intervista a don Aurelio Russo, Rettore del Santuario di Siracusa

R.- Provai una grande emozione quando due anni fa il Papa pronunciò quelle parole dedicate alle Lacrime della Madonna. Avevo fatto visita alla parrocchia romana di Santa Maria delle Grazie al Trionfale e il Papa, sapendo della presenza delle reliquie, le aveva volute lì, nella sua sede. Abbiamo pregato ma non mi aspettavo che Francesco facesse quest’introduzione alla Messa che dà una lettura molto importante delle Lacrime di Maria. Non basta sapere, vedere, che la Madonna piange. L'importante è che anche noi impariamo a piangere, siamo capaci di piangere, così come ha detto il Papa, per i nostri peccati, per le calamità che fanno soffrire i figli di Dio. È una lettura che ci coinvolge nel mistero della Madonna che versa lacrime da una parte “per noi”, ma allo stesso tempo vuole piangere “con noi”.

Il miracolo della lacrimazione da un'effigie mariana in gesso smaltato avvenne a Siracusa nell’agosto del 1953. Quest'anno celebrate il 67.mo anniversario ovviamente in un modo particolare, cioè adattandovi alle regole e alle restrizioni anti-Covid…

R.- Necessariamente il programma subisce delle piccole variazioni. Ma per noi quest'anno è un anno particolare che consideriamo “giubilare”. Infatti, i giorni della settimana coincidono con quelli del 1953. Quando la Madonna ha pianto, il 29 agosto di 67 anni fa, era un sabato e quest’anno quella data cade di sabato. Fino al primo di settembre, quindi, noi potremo rivivere quelle giornate così come si sono svolte allora. La lacrimazione si verificò il sabato in un appartamento di via degli Orti di San Giorgio, e quindi la domenica moltissime persone si riversarono in quella casa. Lunedì, poi, era un giorno lavorativo e i membri della commissione preposta si poterono organizzare per prelevare poi il primo settembre le lacrime direttamente dagli occhi della Madonna. Furono analizzate e il responso fu che erano lacrime umane. Questo ci dice che il miracolo della lacrimazione di Siracusa e fra quelli più documentati. Una delle donne che assistette alla lacrimazione dell’effigie mariana ha detto: “Io sono una donna senza fede però ho visto. Credere alla lacrimazione della Madonna per me non è questione di fede, perché l'ho vista con i miei occhi, ho assaggiato quelle lacrime, le ho toccate”. La fede riguarda invece la Resurrezione, quella che queste lacrime ci annunciano ancora una volta. Noi non dobbiamo dimenticare, infatti, che la Madonna ha pianto ai piedi della croce. Anche se i Vangeli non ce ne parlano, l’intuizione di fede ci lascia credere che l’unico linguaggio, l'unica preghiera che rimane a una madre che vede morire il proprio figlio è quella delle lacrime. La Madonna quindi ha pianto ai piedi della croce e ha pianto anche qui a Siracusa per dare speranza, perché da quella croce nasce la vita per tutti noi. Ecco io ringrazio il nostro arcivescovo Salvatore Pappalardo che quest'anno ha voluto trovare proprio nelle parole del Papa il messaggio che ci aiuterà a pregare in questi quattro giorni.

Nell’udienza generale del 4 gennaio 2017 il Papa parlò infatti delle lacrime di Maria come lacrime che “hanno generato speranza e nuova vita”. Cosa significa?

R.- Significa che se la Madonna piange vuol dire che non è tutto finito. Se la Madonna piange è un segno di grande speranza. Perché il Signore non lascia cadere invano nemmeno una lacrima dei suoi figli, figuriamoci quelle di sua madre. Quando il Papa ha pronunciato queste parole ha parlato anche delle lacrime dell'umanità e si è soffermato poi in modo particolare sulle lacrime della Madonna che ci rivelano il pianto di Dio. Sono lacrime umane che ci rimandano alle lacrime di Dio, un Dio che offrendo Suo Figlio per noi entra nel dolore degli uomini.

 

I giorni della Lacrimazione saranno celebrati quest’anno a Siracusa seguendo le tre nuove invocazioni da poco introdotte, per volere del Papa, nelle Litanie Lauretane. Oltre a Maria Santissima “salute degli infermi”, dedicherete le vostre riflessioni infatti a Maria “Madre della misericordia”, “Madre della speranza” e “soccorso dei migranti”…

R.- Le giornate delle celebrazioni sono per tradizione quattro e allora abbiamo voluto focalizzarle su queste invocazioni che comprendono le tre che Papa Francesco ci ha indicato recentemente. Noi dedichiamo sempre una giornata agli infermi, alle lacrime dei malati e anche a quelle di coloro che li assistono. E poi rifletteremo sulle lacrime della Madre di Misericordia che piange perché i figli possano ritornare sulla retta via. E poi sulle sue lacrime di speranza perché Maria, anche se piange ai piedi della croce, non piange per disperazione. Le sue lacrime sono lacrime che guardano lontano, perché in quel momento ai piedi della croce sta generando i figli nuovi. Dalla croce nascono i figli nuovi dell'umanità generati dall'amore di Dio.

Nell'ultimo giorno delle celebrazioni vi concentrerete su questa invocazione voluta da papa Francesco: “Maria soccorso dei migranti”…

R.- Su questo aspetto mi piace segnalare una particolarità che ci ha rivelato anni fa, in un articolo, il cardinale Joseph Ratzinger, il futuro Papa Benedetto XVI, parlando di San Giovanni Paolo II. Ratzinger raccontava che nel 1994 Papa Wojtyla, appena tornato dalla consacrazione della Basilica del Santuario della Madonna delle Lacrime, unì, in un suo discorso privato, il pianto di Maria con le lacrime dei figli che sono in Africa. La Madonna delle lacrime rappresentava per Giovanni Paolo II tutte le lacrime degli innocenti, a cui nessuno sa dare consolazione. Ratzinger ricordava a questo proposito quante lacrime erano state versate in quegli anni in Africa: in Rwanda, in Mozambico, in Nigeria, nella Guinea Bissau e in molti altri paesi. Pensiamo poi come Papa Francesco, nel 2019, durante la sua visita in Mozambico, abbia voluto donare a una casa per bambini di strada, una copia esatta in gesso smaltato della “Madonna delle Lacrime” venerata qui a Siracusa. Un gesto simbolico per unire le lacrime della Madonna a quelle di questi figli che tante volte sfuggono alla nostra attenzione. Molti di questi muoiono nel cimitero monumentale del Mediterraneo e i paesi cosiddetti progrediti non possono fare finta di niente. Allora anche questa invocazione ci deve aiutare per un verso ad approfondire il significato delle lacrime della Madonna, ma anche a fare attenzione alle lacrime di questi nostri fratelli che vengono da lontano e tante volte non sanno dove andare.

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24 luglio 2020, 07:53