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Bioetica, vescovi francesi: legge iniqua, calpesta diritti dei bambini

Si oppongono fortemente i presuli di Francia al provvedimento che andrà in discussione all'Assemblea nazionale il prossimo 27 luglio e che tra l'altro prevede la possibilità di estendere l’accesso alla procreazione medicalmente assistita alle coppie di donne e alle donne single. Le motivazioni nella confernza stampa di ieri pomeriggio

Lisa Zengarini - Città del Vaticano

La legge sulla bioetica è “ingiusta e iniqua”, perché, tra le altre cose, discrimina tra bambini che hanno un padre e bambini che non vedranno riconosciuto questo diritto fondamentale. Così monsignor Pierre d'Ornellas, responsabile del gruppo di lavoro sulla bioetica della Conferenza episcopale francese (Cef), ha ribadito , a una conferenza stampa ieri pomeriggio, le ragioni, già esposte in diverse occasioni dai vescovi, della loro ferma opposizione al discusso provvedimento che tornerà il 27 luglio all’esame dell’Assemblea nazionale. Come è noto, tra i punti più controversi della legge c'è la norma che prevede la possibilità di estendere l’accesso alla procreazione medicalmente assistita - che di per sé già pone diversi problemi etici già evidenziati dai vescovi - alle coppie composte da donne e alle donne single. In pratica, una donna potrebbe donare i suoi ovociti alla compagna perché quest’ultima possa portare avanti la gravidanza dopo la fecondazione in vitro dell’ovulo.

Il pensiero dei vescovi

"La legge proposta ci fa passare dal riconoscimento della piena dignità del bambino come soggetto di diritti, al prevalere del ‘progetto genitoriale’” in cui gli adulti possono imporre ad alcuni bambini "la privazione di alcuni diritti", ha sottolineato monsignor d'Ornellas alla conferenza stampa.  “Come possiamo affermare in modo perentorio che privare deliberatamente un figlio di un padre non è un male per lui e rispetta i suoi diritti? Non è giocare con il fuoco imporre legalmente un doppio legame materno che sarebbe quello biologico con una donna e quello gestazionale con un’altra?”, ha chiesto il presule che ha quindi reiterato l’appello della Chiesa francese a un riesame urgente della questione dell’accesso alla "procreazione assistita per tutti" nel quadro di una riflessione generale e coerente sul diritto della filiazione, “una questione di primaria importanza”, ha insistito l’arcivescovo di Rennes.

La diagnosi pre-impianto, rischio di derive etiche

Un altro motivo di grande preoccupazione per vescovi francesi è rappresentato dall’estensione, prevista dal progetto, della diagnosi preimpianto alle anomalie cromosomiche degli embrioni concepiti in vitro. Una possibilità che potrebbe avere come esito l'eliminazione degli embrioni affetti dalla Sindrome di Down. Su questo punto, monsignor Ornellas ha voluto evidenziare le contraddizioni di coloro che, da un lato, denunciano le derive dell’attuale sistema economico e la distruzione dell'ambiente e, dall’altro, sostengono le derive etiche delle biotecnologie: "Sostengono di essere progressisti ma hanno una visione ristretta del progresso, che di fatto non considera la salute pubblica come un bene comune e che esclude il rispetto dovuto all'essere umano più fragile!", ha affermato.

Il senso vero del progresso

Concetti ribaditi in una nota della Cef diffusa durante la conferenza stampa. “Che mondo stiamo costruendo? Quale solidarietà vogliamo? Sia per noi che per le generazioni a venire. La pandemia di Covid-19 ha rivelato la nostra fragilità umana ed economica. La legge sulla bioetica aumenterà la confusione?”, si chiedono i vescovi nella nota, sottolineando che il progresso in questo periodo di cambiamento epocali “non si realizzerà senza una visione comune della nostra umanità”. Di qui il rinnovato appello ai parlamentari a non lasciarsi sedurre “dalle tecniche che possono condurre a derive eugenetiche”. “Senza una coscienza rinnovata – avvertono - i più fragili saranno sottomessi alla legge del più forte e il progresso rischia di diventare regressione. Ne va del senso della storia e della nostra responsabilità collettiva”, conclude la nota.

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21 luglio 2020, 17:10