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La Chiesa in India: no alla nuova legge fiscale, a rischio le attività missionarie

E’ il cardinale Alencherry a mettere in guardia dalla norma che potrebbe bloccare i finanziamenti per le missioni nel nord del Paese

Isabella Piro – Città del Vaticano

Il cardinale George Alencherry, arcivescovo maggiore di Ernakulam-Angamaly dei Siro-Malabaresi e presidente della Conferenza episcopale del Kerala, in India, si oppone con fermezza all’introduzione di una nuova legislazione fiscale che finirebbe per penalizzare le attività missionarie del Paese. Recentemente, infatti - riferisce l’agenzia Eglise d’Asie - il ministro indiano delle Finanze, Nirmala Sitharaman, ha proposto alcuni emendamenti alle leggi sulla tassazione delle opere caritative e sugli aiuti esteri. Le modifiche suggerite riguardano gli articoli 11, 12 e 13 e mirano a proibire i trasferimenti di denaro tra parrocchie della stessa diocesi o tra istituzioni e case della medesima congregazione. Ma secondo il porporato, tale decisione potrebbe bloccare i finanziamenti per le missioni nel nord del Paese.

In pericolo l’aiuto e il sostegno a chi è in difficoltà

Da ricordare che già il 31 maggio scorso il cardinale Alencherry e padre Sebastian Mundathikunnel, presidente della Conferenza dei superiori maggiori del Kerala, si erano opposti a qualunque modifica della normativa attualmente in vigore ed avevano esortato il governo a riflettere, sottolineando che le proposte suggerite vanno contro i principi stessi di ogni religione: “amarsi e aiutarsi a vicenda, essere caritatevoli verso gli altri”. In particolare, il porporato ha aggiunto che le eventuali modifiche consentirebbero al governo di rivalutare il valore degli immobili della Chiesa locale a prezzo di mercato, il che graverebbe in modo inequivocabile sulle imposte che le diocesi, le parrocchie e le congregazioni dovrebbero versare, perché esse sarebbero inevitabilmente più alte. “La Chiesa è presente da secoli in India ed ha sempre rispettato le leggi”, ha concluso il cardinale Alencherry, sottolineando la correttezza praticata costantemente dagli organismi ecclesiali ed esortando, quindi, l’esecutivo a rivedere gli emendamenti.

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30 luglio 2020, 17:03