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In India cresce la violenza anticristiana

Atti di odio sempre più diffusi a scapito della minoranza cristiana. Lo denuncia il rapporto di Persecution Relief che nel Paese registra un incremento dei crimini pari al 40,87% e un aumento dell'ideologia nazionalista indù

Anna Poce - Città del Vaticano

I dati sulla libertà religiosa in India, emersi dal rapporto semestrale appena pubblicato da Persecution Relief, mostrano "un quadro molto cupo". La notizia è stata riportata da UCA News, la fonte di informazione cattolica più autorevole dell'Asia. "I crimini d'odio contro i cristiani sono aumentati di un allarmante 40,87% - si legge nel rapporto - nonostante il blocco nazionale in vigore dal 25 marzo" a causa della diffusione della pandemia di coronavirus.

Violenze diffuse e in aumento

"La persecuzione contro i cristiani è diventata molto comune", ha dichiarato all'agenzia Shibu Thomas, fondatore di Persecution Relief - l'organismo ecumenico che registra le persecuzioni dei cristiani nel Paese e che, tra gli obiettivi, ha anche quello di aiutare le vedove e gli orfani di chi è stato ucciso a causa della propria fede. I dati raccolti però - ha riferito ancora Thomas - "sono la punta di un iceberg", solo “una parte delle violenze effettive perpetrate contro i cristiani nei vari Stati" dell'intera nazione.

La crescita dell'ideologia nazionalista indù

Il maggior numero di attacchi, il 21 per cento, ha avuto luogo nell'Uttar Pradesh, lo Stato indiano più popoloso. Ma in almeno 22 dei 28 Stati ci sono state denunce per crimini contro i cristiani: stupri e micidi, scomunica sociale, minacce, aggressioni fisiche, incendi di case e chiese e l'impedimento di usare le comuni fonti d'acqua. Fra gli Stati più insicuri per i cristiani, quello di Jharkhand, Orissa e Chhattisgarh. "La diffusione dell'intolleranza religiosa contro la piccola minoranza cristiana", che costituisce solo il 2,3 per cento degli 1,3 miliardi di indiani - ha proseguito Thomas - mostra la crescita dell'ideologia nazionalista indù. Il fondatore di Persecution Relief ha inoltre ribadito che i numeri di questa persecuzione non sono esaustivi, poiché il gruppo registra solo i casi segnalati e purtroppo “molte persone non denunciano, temendo punizioni da parte dei persecutori e della macchina amministrativa”.

La triste classifica

Negli ultimi sette anni, il Paese è passato dal trentunesimo al decimo posto nel rapporto della World Watch List di Porte Aperte, subito dopo l'Iran per la gravità delle persecuzioni. E' stato inoltre indicato dalla Commissione sulla Libertà Religiosa Internazionale degli Stati Uniti - 2020, come un Paese che desta particolare preoccupazione insieme a Cina e Corea del Nord, dove la libertà religiosa è gravemente compromessa.

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29 luglio 2020, 16:58