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Festa della Repubblica a Torino Festa della Repubblica a Torino 

Festa della Repubblica: le forze armate a servizio del Paese

Con un referendum istituzionale il 2 giugno del 1946 gli italiani scelsero la forma stato della Repubblica rispetto alla Monarchia uscita dalla seconda Guerra mondiale. Con noi a sottolineare il valore di questa scelta e il ruolo che nel Paese svolgono le forze armate il vicario generale dell’Ordinariato Militare per l’Italia, monsignor Angelo Frigerio.

Luca Collodi - Città del Vaticano

“Nel comune di Codogno oggi, come a Roma all'Altare della Patria, è presente l'Italia della solidarietà, della civiltà, del coraggio. In una continuità ideale in cui celebriamo ciò che tiene unito il nostro Paese, la sua forza morale. Da qui vogliamo ripartire. Con la più grande speranza per il futuro”. Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel comune del lodigiano in cui è stato scoperto il primo caso italiano di Coronavirus nella notte fra il 20 e il 21 febbraio scorso. Tra i presenti il vescovo di Lodi, monsignor Maurizio Malvestiti, e alcuni volontari. In mattinata, all’Altare della Patria a Roma, il Capo dello Stato ha sottolineato come la crisi esiga “unità, responsabilità e coesione”. 

Tra gli operatori della sanità che hanno lottato per salvare molte vite umane anche il personale sanitario delle Forze Armate italiane: ne parliamo con il vicario generale dell’Ordinariato Militare per l’Italia, monsignor Angelo Frigerio:

Ascolta l'intervista a monsignor Frigerio

R. -  C’è stata una mobilitazione generale da parte della Sanità Militare e quindi di tutti i medici e sanitari di Esercito, Marina, Aeronautica e Carabinieri che si sono messi a disposizione là dove vi era necessità, per collaborare non solo con gli ospedali da campo militari che sono stati allestiti in alcune città italiane, ma anche negli ospedali civili. Quindi un’esperienza di solidarietà e condivisione per aiutare a salvare vite umane in questa circostanza del Covid-19.

Monsignor Frigerio, le Frecce tricolori in questi giorni hanno unito i cieli italiani. Cosa significa celebrare la festa del 2 Giugno?

R. - Significa far leva sulla memoria. Si dice che la mancanza di memoria sia una grave lacuna nella vita degli esseri umani.  Lo sperimentiamo anche quando le persone, per gravi malattie, la perdono. Ma la mancanza di memoria è una patologia anche per la comunità, anche per un’Istituzione. Celebrare il 2 Giugno significa quindi fare memoria viva di una esperienza, la Repubblica italiana, che è in atto non solo con il ricordo del passato ma anche con la celebrazione del presente, nelle regole della Costituzione dello Stato che per noi è la Magna Carta della convivenza italiana. Il 2 Giugno è proprio questa celebrazione del presente.

Il presidente della Repubblica sollecita unità e coesione e mette in guardia dal rischio che aumentino marginalità e povertà. Quali sono i valori sociali delle Forze Armate?

R. - Penso che le forze armate, al di là delle questioni storiche sulle quali non possiamo fermarci in questo momento per brevità di tempi, abbiano sempre rappresentato un legame con la società civile. Pensiamo al servizio di leva che era il legame storico e giuridico concreto fra il popolo e l'Istituzione Stato.  Ora il servizio di leva non c'è più, c'è il servizio volontario. Qualcuno parla di una possibile ripresa, in parte, del servizio di leva offrendo ai giovani la possibilità di poter scegliere tra il servizio civile o il servizio militare, per un tempo di sei mesi, in modo da offrire il proprio tempo e le proprie capacità al Paese. Potrebbe essere una buona cosa perché le Forze Armate non devono rappresentare, in un Paese democratico e civile come l'Italia, una forza a parte che interviene solo per alcune circostanze. A tutti gli effetti  i militari devono installarsi dentro la società democratica, costituzionale e civile. Questo rappresentano le forze armate per l'Italia. Ora si potrebbe fare qualche cosa di più per evitare di citarle solamente in alcune circostanze o per le missioni di pace all'estero che, talora, non tutti comprendono e che rischiano di apparire come una violazione dell'articolo 11 della Costituzione Italiana. Di fatto, il ripristino della leva, dato che non è stato abolito ma sospeso l'articolo 52 della Costituzione Italiana che la prevede, e in genere di un servizio a tempo fatto dalle giovani generazioni per il Paese, potrebbe dare non solo all’Italia ma anche alle Forze Armate quel significato di maggiore vicinanza alla società civile che tutti noi ci aspettiamo.

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02 giugno 2020, 14:02