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Burkina Faso, il lavoro della Chiesa locale tra pandemia e violenza

L’emergenza Covid-19, i recenti attacchi terroristici e le prossime elezioni nel Paese al centro della Plenaria dei vescovi

Tiziana Campisi - Città del Vaticano

Riuniti in Assemblea plenaria, i vescovi del Burkina Faso stanno discutendo di questo particolare momento caratterizzato dall’emergenza coronavirus e dei ripetuti attacchi terroristici nel Paese. Nel rispetto delle norme anti-Covid, e per osservare meglio il distanziamento sociale, i presuli hanno scelto di incontrarsi al Centro nazionale cardinale Paul Zoungrana di Ouagadougou. Con loro, da martedì scorso, anche i 25 segretari generali delle Commissioni episcopali.

L'apertura dei lavori

Ad aprire la Plenaria, riferisce il portale della Conferenza episcopale, il saluto del cardinale Philippe Ouedraogo, arcivescovo di Ouagadougou, e il discorso del presidente della Conferenza episcopale del Burkina-Niger, monsignor Laurent Dabiré, vescovo di Dori. Assenti, a causa delle restrizioni imposte dalla pandemia, i presuli del Niger.

I temi da affrontare

Nel Burkina Faso il virus ha colpito religiosi, religiose, sacerdoti, molti seminaristi del seminario di San Pietro e San Paolo di Ouagadougou e lo stesso cardinale Ouedraogo. Il presule ha rimarcato che occorre imparare da quanto accaduto a causa della pandemia. “Sarebbe opportuno e utile - ha dichiarato - meditare su questa traversata del deserto dovuta al coronavirus e trarne degli insegnamenti, a livello personale e comunitario”. Monsignor Dabiré ha invece illustrato gli argomenti da affrontare nel corso dei lavori: le attività delle varie commissioni episcopali, le esperienze di vita delle diverse diocesi, la pandemia, l’attuale situazione nazionale, l’insicurezza e le imminenti elezioni generali.

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14 giugno 2020, 08:30