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Beatificazione Acutis, la mamma: il suo esempio aiuti i giovani ad avere fede

Ad ottobre la Beatificazione di Carlo, il giovane nato a Londra nel 1991, vissuto a Milano e nel 2006 colpito da una leucemia fulminante e dichiarato Venerabile nell’estate del 2018. La sua straordinaria vicenda umana intessuta di fede, nelle parole della mamma

Eugenio Bonanata - Città del Vaticano 

Ad Assisi, il luogo della sua sepoltura, avverrà anche la sua beatificazione: il prossimo 10 ottobre alle 16 nella Basilica papale di San Francesco, Carlo Acutis sarà beatificato, come ha stabilito la Congregazione delle Cause dei Santi. La notizia ha fatto il giro del mondo ed è stata accolta con tanta gioia, racconta la mamma, Antonia Salzano, che lo fa rivivere nella nostra intervista, come il giovane innamorato di Cristo, il comunicatore attualissimo del Vangelo, con l'auspicio che da lui possa venire "l'aiuto per farci santi come Dio vuole": 

Ascolta l'intervista ad Antonia Salzano

R. – Quando abbiamo dato la notizia della beatificazione di Carlo abbiamo ricevuto telefonate da tutto il mondo da parte di persone che vogliono venire dall’America del Sud, dagli Stati Uniti, dall’India. Non credo sarà possibile accogliere tutti per la situazione sanitaria, comunque la celebrazione di ottobre rappresenta un passo avanti per i fedeli di Carlo, per tutti coloro i quali lo invocano e si rifanno al suo esempio.

Cosa vi aspettate dalla beatificazione?

R. - A noi interessa che l’esempio di Carlo possa aiutare tanti giovani e tante persone a ritrovare la fede in Gesù e soprattutto l’importanza dei sacramenti che rappresenta il punto chiave della spiritualità di Carlo. Era basata innanzitutto sull’Eucarestia - lui chiamava ‘la mia autostrada per il cielo’ – che era al centro della sua vita. Credo che proprio questo sia il messaggio fondamentale: la Chiesa è dispensatrice di questi tesori che il Signore ci dona.

Non solo i sacramenti, però. C’è anche un messaggio importante per quanto riguarda l’uso delle tecnologie e dei nuovi media?

R. – Carlo era considerato un genio dei computer, perché conosceva i logaritmi, sapeva fare i programmi e leggeva i testi universitari su questi temi. Però lui cosa ha fatto? Non ha utilizzato questi mezzi di comunicazione per chattare, divertirsi o cose del genere. Lo zelo che aveva nei confronti del Signore e l’amore per la conoscenza di Gesù, lo hanno spinto a mettere a disposizione questi suoi talenti per realizzare un sito internet sui miracoli eucaristici e una mostra sullo stesso argomento che ha fatto il giro del mondo. Adesso sta girando in tutta l’India e in Corea del Sud, solo per citare gli ultimi due paesi. Carlo lo sapeva che Gesù è presente realmente nell’Eucarestia, ma si rendeva conto che la gente ha bisogno di aiuto per avvicinarsi al Signore e soprattutto per capire l’importanza dei sacramenti. Del resto anche i giovani, a volte, si fanno influenzare da antipatie e simpatie nei confronti dei sacerdoti, senza capire il valore enorme che ricevono attraverso l’Eucarestia e la Chiesa. Questa, invece, è una cosa che Carlo ha vissuto profondamente diventando un testimone verace.

Tomba a Santa Maria Maggiore
Tomba a Santa Maria Maggiore

Questa notizia della Beatificazione di Carlo arriva in un momento particolare in cui dobbiamo imparare a convivere con il Coronavirus. Questa situazione impatterà sulla celebrazione di ottobre e sulla venerazione ad Assisi?

R. - Bisognerà fare attenzione ed essere prudenti, soprattutto in questa situazione. Però, siccome la celebrazione è in programma presso la Basilica di San Francesco, credo che sarà possibile distribuire i fedeli tra l’interno e l’esterno. Si potrà ipotizzare anche un collegamento video. Sicuramente il vescovo di Assisi, monsignor Domenico Sorrentino, assieme ai francescani, troverà il modo più opportuno per organizzare la celebrazione. Ciò che è fondamentale è l’invocazione di queste figure come Carlo per aiutarci ad essere santi come Dio ci vorrebbe. E quindi penso che si possa pregare anche a casa seguendo la beatificazione attraverso uno schermo via internet o via televisione.

Lei ha altri due figli. Cosa dicono del fratello Carlo?

R. – Sono bambini molto bravi. Da quando avevano 5 anni recitano il Rosario tutte le sere; hanno fatto la prima comunione a 6 anni; e anche loro vanno a messa tutti i giorni. E questa penso che sia una grazia di Carlo. In particolare, hanno una devozione straordinaria per Santi. Ad esempio il maschietto ha una collezione di santini incredibile che tiene sempre a portata di mano, tant’è che adesso che siamo in vacanza al mare ha portato una valigia piena di santini. Gli piace leggere la vita dei Santi, al momento sta leggendo quella del Curato d’Ars. Mentre mia figlia, anche lei con questa passione, ha letto la storia di Santa Gemma Galgani. Ne parlano normalmente dei Santi. E Carlo è uno di quelli che hanno anche se devo dire che sono imparziali perché li amano tutti, non solo il fratello. Comunque credo che se i genitori parlassero di più con i figli di questi esempi meravigliosi vissuti nel corso dei secoli, tanti ragazzi scoprirebbero delle cose straordinarie e avrebbero questi amici in cielo che potrebbero aiutarli nella vita concreta. Anche perché i santi aiutano a diventare migliori, a capire che è possibile andare oltre superando anche i propri difetti.

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16 giugno 2020, 07:51