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Venezuela. Presidente dei vescovi: “Porre fine alle sofferenze”

Preoccupazione della Conferenza episcopale del Paese dopo le schermaglie con gli Stati Uniti. I vescovi temono anche le conseguenze del lockdown a causa del coronavirus

Davide Dionisi – Città del Vaticano

“Fino a quando la verità non verrà fuori e le parti in causa manterranno le loro posizioni, non si arriverà mai ad un accordo”. E’ quanto ha detto il presidente dei vescovi venezuelani e arcivescovo di Maracaibo, mons. José Luis Azuaje, commentando lo scontro a distanza tra Maduro e Trump nei giorni scorsi. Uno scontro nato dopo il fallito attacco realizzato la settimana scorsa da un gruppo di disertori, accompagnati da due contractor statunitensi, con l’obiettivo di mettere fine al regime chavista e riportare la democrazia in Venezuela. In una intervista per il canale all news venezuelano Telesur, Maduro aveva sostenuto che il Venezuela “è uno dei temi che ossessiona” l'ospite della Casa Bianca. L'incursione armata, ha spiegato, “è stata una operazione segreta ordinata da Donald Trump con la complicità del presidente colombiano, Iván Duque Márquez”. Trump a stretto giro aveva risposto che gli Usa non hanno nulla a che fare con l’accaduto.

Timori per il futuro del Venezuela

Il presidente dei vescovi ha lanciato un appello ai leader politici affinché vengano “alleviate prima di tutto le sofferenze dei venezuelani”. Il presule ha anche sottolineato che “le accuse da una parte e dall’altra non fanno che esasperare gli animi a danno di una cittadinanza sempre più in difficoltà”. Mons. Luis Azuaje ha annunciato anche che i vescovi si sarebbero riuniti per discutere di quanto accaduto nel carcere di Los Llanos a Guanare, nello Stato centrale di Portuguesa, dove all’inizio del mese sono morti 50 detenuti durante una rivolta che aveva come obiettivo quello di provocare una fuga di massa, sventata dalla sicurezza. Al centro delle preoccupazioni del presule, anche la quarantena che ormai dura da otto settimane e la ripresa che “dovrà garantire lavoro per il futuro”. Secondo il presidente della Conferenza episcopale “il Paese non è in grado di estendere il periodo di isolamento perché la crisi in atto ha già creato innumerevoli difficoltà soprattutto nell’ambito dei servizi pubblici. A questo si deve aggiungere la carenza di carburante e l’aumento eccessivo dei prezzi al consumo”. Caritas Internationalis nei giorni scorsi aveva chiesto alla comunità internazionale di sospendere le sanzioni economiche contro alcuni Paesi, tra cui il Venezuela, al fine di consentire l'importazione di medicinali, di attrezzature mediche e di beni di prima necessità per la popolazione, nonché stanziare  fondi aggiuntivi per sostenere le comunità più vulnerabili affinché sopravvivano durante questo periodo di lockdown.

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11 maggio 2020, 19:32