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18 maggio. Palmieri: la quarantena ha fatto emergere la nostalgia di Dio

Lunedì riprenderanno in Italia le Celebrazioni Eucaristiche nelle parrocchie con il concorso del popolo. Il presule, vescovo ausiliare per il Settore Est della diocesi di Roma, illustra le modalità di accesso e di distribuzione dell’ostia consacrata, e traccia un bilancio del periodo di digiuno eucaristico

Antonella Palermo – Città del Vaticano

E’ stata avviata oggi dall'Esercito italiano, su specifica richiesta del Vicariato di Roma, l’attività di sanificazione delle Chiese capitoline attraverso le proprie squadre specializzate nel campo Chimico, Biologico, Radiologico e Nucleare (Cbrn) equipaggiate con specifici dispositivi di bonifica. Monsignor Gianpiero Palmieri, vescovo ausiliare di Roma, spiega i dettagli delle operazioni.

R - La sanificazione ordinaria è affidata alla parrocchia e avverrà attraverso gli strumenti ordinari per la pulizia degli spazi e la sanificazione con prodotti specifici, perché è particolarmente delicata ove, per esempio, ci siano oggetti di valore, opere d’arte. Il lavoro dell’Esercito, invece, già cominciato oggi nelle parrocchie di San Giovanni Battista De Rossi, San Giovanni Bosco e in altre, è un lavoro che riguarda gli esterni della chiesa e i locali per la catechesi.

Come si svolgerà la regolazione dei flussi di fedeli che intenderanno partecipare alla Messa?

R - Il protocollo fissato con il Ministero dell’Interno prevede che ci siano dei volontari in ogni parrocchia che regolino l’afflusso individuale garantendo il distanziamento, in entrata e uscita, di un metro e mezzo, cercando di tenere le porte aperte per evitare che si tocchino continuamente maniglie e prevedendo, laddove possibile, anche più luoghi di entrata e di deflusso.

Bisognerà indossare la mascherina?

R: - Per tutti i fedeli che accedono alla Messa la mascherina è obbligatoria. Ovviamente lo è anche per tutti i volontari che, inoltre, porteranno un segno di riconoscimento.

Come avverrà la distribuzione della Comunione?

R: - Il protocollo prevede che il sacerdote non raggiunga i fedeli nel banco ma che si possa creare una fila ben organizzata, ben distanziata per accedere alla Comunione nelle mani. Il fedele toglierà la mascherina in quel momento, il sacerdote si igienizzerà le mani davanti a tutti, metterà la mascherina in quel momento e darà la Comunione sulle sole mani. Anche i ministri incaricati faranno lo stesso.

C’è stata tanta attesa per il ripristino della celebrazione delle Messe. Lei teme che queste norme anti-contagio possano scoraggiare i fedeli dal partecipare?

R: - Penso siamo tutti consapevoli che le norme sono necessarie. Più che le norme, penso che sarà il timore di trovarsi in un ambiente potenzialmente pericoloso a scoraggiare tante persone. Sicuramente gradualmente, man mano che la morsa dell’epidemia rallenterà – lo speriamo davvero tutti – man mano che le parrocchie acquisteranno una certa scioltezza nel gestire queste norme, il timore verrà meno e si ritornerà a una liturgia normale. Il desiderio è forte, percepibile, da parte di tante famiglie, di tanti fedeli, di ritornare alla Celebrazione Eucaristica.

Abbiamo vissuto un lungo digiuno eucaristico. Pensa che cambierà qualcosa nell’atteggiamento dell’assemblea ecclesiale tutta, laici e religiosi, nel modo di vivere interiormente questo Sacramento?

R: - Io penso che il cambiamento sia già avvenuto in questo tempo. Quello che mi arriva dalle 82 parrocchie del mio settore Est, da zone molto popolari di Roma, è che la gente ha sentito veramente la vicinanza di tanti sacerdoti attraverso le piattaforme digitali, le catechesi, le telefonate, lo streaming, la vicinanza del Papa con la Messa quotidiana a Santa Marta. Tanti preti e alcuni fedeli laici mi dicono: “Non vi abbiamo mai sentito tanto vicino come in questi due mesi”. Questa è una grazia enorme e ha già modificato tanto. Molti parroci mi dicono che nelle liturgie feriali avevano 30-50-80 fedeli, ma quotidianamente, nella Messa feriale online, si collegavano 100-200 in qualche caso anche 300 persone. Questo significa davvero che è venuta fuori una certa nostalgia di Dio, di comunità cristiana. E’ quindi un cambiamento già avvenuto che sono convinto porterà i suoi frutti. Quelle parrocchie che invece si fossero chiuse e non avessero cercato il contatto con i fedeli purtroppo, secondo me, si troveranno in una situazione ben diversa.

Lei ritiene dunque che l’appuntamento quotidiano mattutino con il Santo Padre per la Messa trasmessa da Casa Santa Marta abbia già portato frutti importanti?

R: - Assolutamente sì. Lo dicono anche le cifre degli ascolti. Ma lo dice anche tanta gente che lo ha sentito vicinissimo. Ovviamente ha aiutato tanto lo stile informale, immediato, qualche volta condito con qualche battuta di spirito come solitamente fa Papa Francesco nelle omelie. La vicinanza è stata percepita in una maniera molto forte da tanta gente. Ricordiamoci che in questo momento le persone hanno bisogno non tanto di pacche sulle spalle ma di buon cibo solido, di Parola di Dio, di senso, di spiritualità. 

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13 maggio 2020, 14:47