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Lavoratori indiani disoccupati Lavoratori indiani disoccupati  

In India la Chiesa apre mense e rifugi per migranti e disoccupati

Uno degli effetti più gravi della pandemia è la chiusura delle attività commerciali e lavorative che lascia una scia di persone senza impiego e possibilità di mantenere le famiglie. In Asia il problema è rilevante e la Chiesa è ancora una volta in prima linea

Lisa Zengarini - Città del Vaticano

Bloccati dal lockdown deciso dal Governo indiano per contenere la diffusione dell’epidemia del Coronavirus, sono numerosi in India i migranti interni che non sono riusciti a fare rientro nei loro Stati di origine e che hanno perso il lavoro, aggiungendosi ai tanti lavoratori a basso reddito locali che rischiano adesso la fame. Private di ogni fonte di reddito, queste persone hanno perso anche un alloggio dove potere dormire.

Anche per loro si sta mobilitando la Chiesa indiana. È quanto accade a Ranchi, nello Stato del Jharkhand dove, su richiesta del Governo locale, la Chiesa ha messo a disposizione diverse strutture per offrire accoglienza ma anche cibo e altri servizi di base a queste persone, insieme a tante altre famiglie povere.

La settimana scorsa – riporta l’agenzia Eglises d’Asie - l’arcivescovo della città, monsignor Felix Toppo, ha inaugurato una mensa popolare che darà da mangiare per almeno un mese a più 600 persone. La mensa è aperta anche anche a 200 famiglie di un quartiere della città abitato da ex malati di lebbra. La gestione è stata affidata alle Missionarie della Carità, le suore di Madre Teresa di Calcutta, che appena due anni fa erano entrate nel mirino del governo locale, allora guidato dal partito nazionalista indù Bharatiya Janata Party (Bjp), con l’accusa, rivelatasi poi infondata, di traffico di minori in un loro centro per ragazze madri.

“Le religiose si sono prese carico di questi lavoratori migranti sollecitate dalle autorità che hanno accettato di fornire riso e legumi con il sostegno dell’arcidiocesi”, spiega il vescovo ausiliare monsignor Theodore Mascarenhas, precisando che la Chiesa ha messo a disposizione di questi migranti 14 scuole cattoliche. Inoltre, ha aggiunto, l’arcidiocesi prevede di aprire un’altra mensa che servirà altre 500 persone, grazie alle donazioni e all’aiuto offerto da organizzazioni umanitarie cattoliche.

Il clima di collaborazione stabilito con le autorità di Ranchi per fare fronte ell’emergenza Coronoavirus è stato favorito dal cambio di governo intervenuto nello Stato del Jharkhand lo scorso dicembre, quando alle elezioni locali il Bjp è stato sconfitto dal partito laico Jharkhand Mukti Morch oggi al potere.  

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14 aprile 2020, 13:07