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Spagna. Entro il 31 maggio attivi nelle diocesi uffici per le vittime di abusi

In conformità a quanto deciso da Papa Francesco con il Motu Proprio "Vos estis lux mundi", la Chiesa spagnola è al lavoro per istituire le strutture idonee ad accogliere e trattare eventuali denunce di violenze commesse dal clero sui minori

Lisa Zengarini - Città del Vaticano

Entro il 31 maggio tutte le diocesi spagnole saranno dotate di uffici speciali per le vittime di abusi sessuali commessi nella Chiesa. Lo ha annunciato, monsignor Luis Argüello, segretario generale della Conferenza episcopale spagnola, (Cee) al termine dell’assemblea plenaria dei vescovi, che si è svolta a Madrid dal 2 al 6 marzo. Si tratta di un ulteriore passo compiuto dalla Chiesa per “prevenire e accogliere le vittime di abusi” e per ricevere denunce e comunicarle alle autorità civili, ha sottolineato alla conferenza stampa conclusiva il segretario generale della Cee.  

Il Vos estis lux mundi

Il presule ha spiegato che gli uffici saranno operativi entro la data fissata dal Motu Proprio “Vos estis lux mundi” promulgato da Papa Francesco il 9 maggio scorso, dopo il summit vaticano di febbraio sulla protezione dei minori nella Chiesa. Il documento pontificio impone, infatti, che entro il primo giugno 2020 ogni diocesi del mondo si doti di una struttura che sia in grado di accogliere e trattare le denunce, indicando l’iter che si deve seguire, e ribadisce che “senza pregiudizio dei diritti e degli obblighi stabiliti in ogni luogo dalle leggi statali”, i vescovi e i superiori religiosi sono tenuti a denunciare i fatti di cui sono venuti a conoscenza e a darne comunicazione agli ordinari interessati dal caso.

Rendere concreto il Motu Proprio del Papa

I vescovi spagnoli - riporta il comunicato conclusivo dell’assemblea - stanno mettendo a punto l’implementazione del Motu Proprio con modalità che saranno diverse da diocesi a diocesi. Alcune, tra cui l’arcidiocesi di Madrid, hanno optato per un ufficio metropolitano unico per ogni provincia ecclesiastica, altre hanno concordato di creare ciascuna un proprio ufficio. Molte di queste strutture saranno operative già nelle prossime settimane, ha detto monsignor Argüello, precisando che la Conferenza episcopale non si doterà di un proprio ufficio, ma offrirà il suo supporto a quelli diocesani.

Per una Chiesa missionaria e sinodale

Altri importanti punti all’ordine del giorno durante l’assemblea sono stati il bilancio del piano pastorale del quadriennio 2017-2020 che sta per concludersi e la valutazione di quello nuovo da attuarsi tra il 2020 e il 2024; il rinnovo delle cariche tra cui la presidenza, e la riforma degli Statuti della Cee per rendere più agile il suo funzionamento e rispondere così meglio all’esgenza di una Chiesa missionaria e sinodale, come ha sottolineato all’apertura dei lavori il presidente uscente, il cardinale Ricardo Blázquez Pérez. Il cardinale Juan José Omella, arcivescovo di Barcellona, è stato eletto nuovo presidente della Cee.

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08 marzo 2020, 08:00