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La processione quaresimale davanti alla chiesa di sant'Anselmo La processione quaresimale davanti alla chiesa di sant'Anselmo

Inizio della Quaresima. Il Papa in processione all'Aventino

Con i riti del mercoledi delle Ceneri si avvia oggi il cammino quaresimale. Questo pomeriggio alle 16.30, prima nella chiesa di Sant’Anselmo poi a Santa Sabina all’Aventino, Papa Francesco inizierà la liturgia “stazionale” cui faranno seguito la processione penitenziale e la Messa

Fabio Colagrande e Gabriella Ceraso  -  Città del Vaticano 

"Con i suoi inviti alla conversione, la Quaresima viene provvidenzialmente a risvegliarci, a scuoterci dal torpore, dal rischio di andare avanti per inerzia". Con queste parole pronunciate nella Basilica di Santa Sabina durante la Messa del mercoledì delle Ceneri, il 5 marzo 2014, Papa Francesco dava inizio alla Quaresima per la prima volta come Vescovo di Roma. Parole che risuonano  sempre attuali e che richiamano ai 40 giorni che conducono alla Pasqua, segnati dalle pratiche della preghiera, del digiuno e della carità, in una dimensione iniziale di penitenza.

Nel pomeriggio i riti presieduti dal Papa

Sarà così anche questo pomeriggio. La Quaresima si apre nella diocesi di Roma con l'antica tradizione delle "stationes" quaresimali nelle chiese del centro storico. La 'statio' prevede appunto la 'sosta' prima di intraprendere il pellegrinaggio quotidiano, in atteggiamento di lode e preghiera. La prima è prevista proprio con la benedizione e l'imposizione delle Ceneri nei riti presieduti da Papa Francesco. Il vescovo di Roma alle 16.30 guiderà la processione dalla Chiesa di Sant'Anselmo fino a quella di Santa Sabina dove presiederà la celebrazione della Messa con il rito di benedizione e imposizione delle Ceneri. Alla processione prenderanno parte i cardinali, gli arcivescovi, i vescovi, i monaci benedettini di Sant’Anselmo, i padri domenicani di Santa Sabina e alcuni fedeli. 

Del significato di questa tradizione quaresimale Fabio Colagrande ha parlato con padre Giuseppe Midili, direttore dell'Ufficio Liturgico della Diocesi di Roma:

Ascolta l'intervista a padre Giuseppe Midili

R. - E' una delle tradizioni più antiche del tempo quaresimale perché la sosta, la statio appunto, è un momento di preghiera che per tradizione si svolgeva a Roma sulle Tombe dei Martiri, quindi la comunità diocesana si radunava intorno al suo vescovo il Papa per pregare sulla tomba di un martire e da lì in processione, cantando, si andava nel luogo in cui poi si sarebbe celebrata l'Eucarestia. La Sosta, la statio presso la tomba del martire era il modo per contemplare la sua vita, per contemplare la sua testimonianza e poi da lì, processionalmente, quindi come popolo che va, che si muove, che accoglie l'invito del Signore ad andare, si usciva tutti insieme e si andava verso un'altra basilica, verso un'altra chiesa, per celebrare l'Eucarestia. Era il modo penitenziale di ripercorrere le tappe di santità di cui Roma è costellata.

E il significato sta anche in questo pellegrinaggio da una Chiesa all'altra, durante la Quaresima?

R. - Sì, in questo modo la diocesi di Roma, i pellegrini, i visitatori della città trovano il modo di andare e quindi poi di ripercorrere le tappe salienti dell'azione dello Spirito, della presenza dello Spirito, che viene testimoniata in tante figure di santità che lungo i primi secoli soprattutto, ma poi anche nei tempi recenti, hanno caratterizzato la vita di questa Chiesa particolare.

E' significativo che ciò avvenga proprio nella città?

R. - Si', noi ripercorriamo attraverso le stazioni quaresimali, le vie del centro storico, rivisitiamo le basiliche della tradizione antica e così riscopriamo le radici della nostra fede. Noi abbiamo bisogno continuamente di ritornare a quella che è la tradizione da cui siamo stati generati e in questo direi che Roma offre una possibilità unica perché tanti Martiri, tanti Santi sepolti qui ci offrono una testimonianza, una prova. E avere accanto, vicino le nostre case, avere in mezzo ai nostri luoghi di lavoro questi edifici così antichi, queste basiliche cosi pregnanti per il loro significato spirituale, secondo me è un continuo richiamo a ciò che abbiamo ricevuto, ma soprattutto a ciò che noi dobbiamo trasmettere. Questo direi che ci sollecita oggi in questo momento particolare nel quale la chiesa diocesana sta riflettendo sul grido della città, sulle esigenze reali che la società contemporanea rivolge alla Chiesa di questo tempo, di quest'epoca.

Le ceneri che il Papa imporrà con questo gesto tradizionale, da dove vengono?

R. - Le ceneri provengono ricavate dai rami di ulivo e di palma che sono stati benedetti l'anno scorso all'inizio della Settimana Santa nella domenica delle Palme e mi sembra che questa tradizione della Chiesa in qualche modo ci aiuta a comprendere che ogni anno non stiamo compiendo un rito originale, ma piuttosto stiamo recuperando la tradizione di fede, di preghiera dell'anno precedente, e così c'è un legame tra un anno liturgico e l'altro. In questo modo noi possiamo cogliere il filo rosso della storia della salvezza. Il Signore crea con noi una storia d'amore che narra lungo gli anni. Le ceneri nella tradizione antica erano la base di ogni prodotto per la pulizia, la cenere veniva utilizzata per sbiancare, allora noi veniamo cosparsi di cenere perché il Signore desidera sbiancarci, purificarci, rinnovarci e questo non è il frutto di una nostra volontà ma è il frutto di una esperienza di purificazione e di rinnovamento, che comincia, ci diceva il Santo Padre nel messaggio sulla Quaresima, attraverso un ascolto e un'accoglienza della Buona Notizia.

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26 febbraio 2020, 10:10