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Portogallo, Gruppo interreligioso: non depenalizzare l'eutanasia

“Un atto tremendo e grave di rassegnazione collettiva”: così il Gruppo di lavoro interreligioso “Religioni-Salute” del Portogallo definisce le proposte, presentate da vari partiti politici, in favore della depenalizzazione dell’eutanasia. Un Gruppo composto da rappresentanti cattolici, evangelici, indù, islamici, ebrei, ortodossi, buddisti, avventisti e mormoni. L’intervento del Patriarca di Lisbona Clemente

Isabella Piro – Città del Vaticano

Nonostante sia stata bocciata nel 2018, tale pratica verrà nuovamente esaminata dal Parlamento di Lisbona il prossimo 20 febbraio. “La possibilità legale di morte assistita tramite eutanasia o suicidio assistito – scrive in una nota il Gruppo – equivale ad incoraggiare l’opzione della morte, soprattutto per chi vive condizioni di solitudine o di fragilità e vede nel decesso una soluzione. "Crediamo che l’inviolabilità della vita umana, dono di Dio – si legge nel testo – insieme alla compassione come fondamento e norma dell'organizzazione e del funzionamento sociale delle comunità umane, siano due dei più importanti valori etici e spirituali che le religioni hanno offerto nei secoli alla civiltà di cui siamo eredi”.

I malati accompagnati con competenza e compassione non chiedono di morire

Basandosi quindi sull’esperienza di “vicinanza ai pazienti nella vita quotidiana dei centri ospedalieri”, i firmatari della nota ribadiscono che “i malati accompagnati con competenza e compassione non chiedono di morire”. Piuttosto, la risposta alle loro sofferenze è “la cura palliativa”, che deve essere garantita dallo Stato “in quantità e qualità sufficienti a soddisfare le esigenze” dei pazienti. Solo “l’universalità del diritto alle cure palliative, infatti – prosegue il Gruppo – potrà salvaguardare i più deboli e soli dalla spinta a scegliere di morire”, perché la cura palliativa “coniuga sapientemente il rispetto per l’inviolabilità della vita umana, la competenza clinica e la sollecitudine per i più vulnerabili”.

Il Gruppo chiede di mettere in discussione le ambiguità del procedimento attuale

Il 20 febbraio, dunque, il Parlamento portoghese dovrà esaminare quattro nuovi progetti presentati dal “Bloque de Isquerda”, dal Partito Socialista e dal Partito Persone, animali e natura (Pan) e da quello ecologista dei Verdi (Pev), tutti maggioritari all’interno della legislatura vigente. Ma il Gruppo interreligioso chiederà un’udienza “con urgenza” al Capo dello Stato, al presidente dell’Assemblea della Repubblica e alla Commissione parlamentare della salute, per mettere in discussione “le ambiguità del procedimento attuale”.

Il cardinale Clemente: l’eutanasia è “un problema umanitario” che riguarda tutti

Da ricordare che l’appello interreligioso del Gruppo fa seguito a quello lanciato nei giorni scorsi dal Patriarca di Lisbona e presidente della Conferenza episcopale portoghese, il cardinale Manuel Clemente, il quale ha evidenziato come l’eutanasia sia “un problema umanitario” che riguarda tutti, perché “l’umanità riguarda tutti”. È necessario, quindi, che la società odierna sia “integralmente palliativa”, ovvero in grado di “proteggere, accogliere e coinvolgere” tutte le fasi della vita di una persona, dal concepimento fino alla morte naturale.

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14 febbraio 2020, 07:42