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Russo: le Chiese del Mediterraneo in dialogo a Bari con Francesco

Aprirsi all’umanità, favorire il dialogo e il confronto e consegnare un futuro migliore ai giovani. Saranno questi i temi cardine dell’incontro "Mediterraneo frontiera di pace", il momento di riflessione che si svolgerà a Bari dal 19 al 23 febbraio tra tutti i vescovi cattolici dei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo, e che sarà concluso dalla Messa presieduta da Papa Francesco

Andrea Dammacco - Bari

“L’incontro darà massimo spazio al dialogo e all’ascolto”. Il segretario generale della Cei, monsignor Stefano Russo, condensa in queste parole le intenzioni dell’appuntamento che inizierà mercoledì prossimo a Bari, durante il quale tutti i vescovi dei Paesi bagnati dal Mare nostrum si confronteranno sul ruolo del "Mediterraneo frontiera di pace". Un incontro che domenica 23 febbraio vedrà sull'altare della Messa conclusiva la presenza di Papa Francesco, di ritorno nel capoluogo pugliese dopo la visita del 2018. 

Il mare della fraternità

Monsignor Russo ha parlato dell'evento durante la conferenza stampa di presentazione, oggi a Bari, affiancato all’arcivescovo della città, monsignor Francesco Cacucci, oltre che dal presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, e al sindaco di Bari Antonio Decaro. L’incontro sarà, di fatto, un Sinodo sui temi centrali del Mediterraneo ma senza interventi preparati. Come suggeriscono le parole di mons. Russo, l’atteso appuntamento della prossima settimana non avrà le caratteristiche di una conferenza, ma sarà un vero e proprio confronto “che ha uno stile ecclesiale di ascolto e dialogo più che positivo. Il titolo ‘Mediterraneo frontiera di pace’, poi, indica che chi si incontra in Cristo sperimenta la pace profonda”. D’altronde, il confronto fra i 58 vescovi e patriarchi presenti a Bari sarà costruito sulla base dei sempre più pregnanti temi della fraternità e della pace. Concetti che confluiranno in un documento finale “frutto di questo ascolto e sintesi dei lavori che nei giorni di Bari – spiega ancora monsignor Russo – proveremo a fare coi vescovi e che verranno raccolti per far sì che diventino parola di pace”.

Un incontro ripetibile

La grande portata dell’evento, dal punto di vista mediatico quanto politico, è messa in risalto dal segretario generale della Cei: “Già il fatto di fare un incontro così, credo abbia significato che non è soltanto per la Chiesa ma per tutta la società. Proprio il fatto che si metta al centro la pace è un tema che ha un interesse universale. Inoltre – indica monsignor Russo – questo incontro mette al centro l’ascolto e da questo chi lo sa che non nasca l’idea di fare qualcosa con cadenza periodica o, comunque, di proseguirne il cammino. Non possiamo saperlo adesso, ma speriamo possa esserci una continuità”. Un’apertura che arriva sulla strada di un percorso tracciato dal lavoro pastorale di Papa Francesco, che vede nelle giornate di Bari “il prosieguo di un cammino fatto all’interno del dialogo tra le Chiese e che speriamo prosegua”.

Nel segno di La Pira

C’è ancora Bari, dunque, nell’incontro tra Oriente e Occidente, nel percorso di unità e fraternità tra i Paesi del Mediterraneo. Come ha ricordato l’arcivescovo di Bari, mons. Francesco Cacucci, l’allora sindaco di Firenze, Giorgio La Pira, “descrisse il Mediterraneo come un grande lago di Tiberiade”, culla delle civiltà ma anche teatro di incontro. “Credo che allora il più grande messaggio che questo incontro possa dare sia quello dell’ascoltarsi", ha voluto sottolineare Cacucci. "Non dobbiamo suggerire cosa dire ai vescovi ma ascoltarli. D’altronde il grande tema della pace attraversa la storia della Salvezza perché il termine ebraico Shalom è nuova giustizia e riconciliazione. Shalom indica anche non solo l’assenza di guerra ma una sorta di armonia. Questo mare di pace e dell’armonia oggi, dunque, rischia di essere talvolta un cimitero. Questo aiuta a comprendere perché questo incontro sia ancora una volta un annuncio dello Shalom del Signore”.

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15 febbraio 2020, 15:28