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 Amazzonia -foto d'archivio Amazzonia -foto d'archivio 

Guatemala, la Plenaria dei vescovi su evangelizzazione ed Amazzonia

Ieri si è conclusa in Guatemala l’Assemblea Plenaria tenuta dai vescovi guatemaltechi. Tra i temi esaminati nel documento finale, l'evangelizzazione, l’Amazzonia e il contesto socio-politico del Paese. Filo conduttore dell'incontro la nota “…pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi”, tratta dalla prima Lettera di Pietro (3,15)

Isabella Piro - Città del Vaticano

L’evangelizzazione, l’Amazzonia e il contesto socio-politico del Guatemala: questi i macro-temi esaminati dal documento finale dell’Assemblea Plenaria tenuta dai vescovi guatemaltechi dal 3 al 7 febbraio. La nota si apre con il versetto “…pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi”, tratto dalla prima Lettera di Pietro (3,15). “Il nostro compito primario in quanto vescovi – si legge nel comunicato – è quello di promuovere, guidare e animare l’evangelizzazione nel Paese, con l’aiuto di sacerdoti, consacrati e tanti laici. La nostra missione permanente è questa: annunciare Gesù Cristo, luce che dona senso alle nostre vita e apre cammini di speranza”.

La gioia per i futuri Beati

In tale contesto, i presuli esprimono la loro soddisfazione per il riconoscimento del martirio dei servi di Dio Giuseppe Maria Gran Cirera e due compagni, sacerdoti professi dei Missionari del Sacratissimo Cuore di Gesù, insieme a quello di sette compagni laici, uccisi in odio alla fede in Guatemala tra il 1980 e il 1991. Tra loro, anche un giovane di dodici anni. Il 23 gennaio scorso, infatti, il Papa ha autorizzato la Congregazione delle Cause dei Santi a promulgare il decreto che, di fatto, dà il via alla beatificazione dei così detti “martiri di El Quiché”. I futuri beati – scrivono a tale proposito i vescovi – “costituiscono una nuova testimonianza che ci motiva a seguire Gesù”.

Un nuovo sviluppo per il Paese

Guardando, poi, al contesto socio-politico del Guatemala, la Chiesa locale evidenzia come il 2020 sarà il banco di prova per le nuove autorità in carica: lo scorso agosto, infatti, il conservatore Alejandro Giammattei è stato eletto nuovo presidente del Paese. A tutte le neo-istituzioni, indistintamente, i presuli guatemaltechi manifestano dunque “la speranza che la loro priorità sia il bene comune e si interrompano quelle reiterate pratiche politiche nefaste legate alla corruzione e all’assenza dello Stato negli ambiti che sono di sua competenza”. L’obiettivo primario delle nuove autorità, chiedono i vescovi, “sia la promozione di una società inclusiva, di opportunità per tutti affinché si rilanci lo sviluppo umano integrale della popolazione e si eviti che le persone siano costrette alla migrazione per sfuggire alla povertà”.

La priorità del lavoro

Ed è proprio il tema dei migranti il successivo punto esaminato dai vescovi che esortano fortemente alla solidarietà nei confronti di coloro che “fuggono da situazioni di povertà e di violenza”, così da contribuire a “mitigare le loro sofferenze”. Centrale anche, nelle parole dei presuli, “la necessità di creare possibilità di sviluppo e di lavoro per i numerosi giovani che sono una ricchezza innegabile del Guatemala”. Di qui, l’esortazione affinché tutti lavorino “per stabilire canali effettivi di dialogo” tra i diversi settori della società, cercando “accordi comuni” che vadano oltre “i pregiudizi”. “Bisogna affrontare i conflitti cercando soluzioni praticabili, agili, realistiche e giuste”, si legge ancora nella nota.

La questione amazzonica

Quanto poi all’Amazzonia, i vescovi guardano all’imminente pubblicazione – fissata per il 12 febbraio – dell’Esortazione apostolica post-sinodale di Papa Francesco, intitolata “Querida Amazonia” e frutto dell’Assemblea speciale del Sinodo dei vescovi per la Regione Panamazzonica, svoltasi in Vaticano lo scorso ottobre sul tema “Amazzonia: nuovi cammini per la Chiesa e per un’ecologia integrale”. “Invitiamo tutti – scrive la Chiesa guatemalteca – a prendere sul serio quanto detto recentemente da Papa Francesco nel Messaggio per la Giornata mondiale della pace 2020: “Di fronte alle conseguenze della nostra ostilità verso gli altri, del mancato rispetto della casa comune e dello sfruttamento abusivo delle risorse naturali – viste come strumenti utili unicamente per il profitto di oggi, senza rispetto per le comunità locali, per il bene comune e per la natura – abbiamo bisogno di una conversione ecologica. Il recente Sinodo sull’Amazzonia ci spinge a rivolgere, in modo rinnovato, l’appello per una relazione pacifica tra le comunità e la terra, tra il presente e la memoria, tra le esperienze e le speranze”. La nota della Conferenza episcopale del Guatemala – firmata dal presidente, Monsignor Gonzalo de Villa y Vásquez, e dal Segretario generale, Monsignor Antonio Calderón Cruz – si conclude con un’invocazione alla Vergine Maria ed al suo “sguardo materno”, “portatore di speranza per tutti i guatemaltechi”.

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08 febbraio 2020, 11:18