Piazza San Pietro Piazza San Pietro 

Coronavirus, rinviati alcuni eventi al chiuso in Vaticano

Il direttore della Sala Stampa vaticana, Matteo Bruni, ha riferito della decisione di rimandare alcuni appuntamenti organizzati in luoghi chiusi e con presenza rilevante di pubblico. Nessun rinvio per l'udienza generale di mercoledì in Piazza S. Pietro. Per l'Oms il picco di contagi in Cina è stato raggiunto ma per il mondo resta un potenziale "rischio pandemia". La vicinanza della Chiesa italiana alle persone anziane e sole

Alessandro De Carolis e Alessandro Guarasci - Città del Vaticano

L'Università Urbaniana avrebbe ospitato domani pomeriggio la presentazione di un volume dedicato alla figura del cardinale Celso Costantini in una cornice ampia di partecipanti e con un ricco parterre di personalità, tra cui i cardinali Parolin, Tagle e Filoni. L'evoluzione del quadro legato alla diffusione del coronavirus ha però indotto ad alzare il livello di cautela e a rinviare l'incontro. E' un esempio di quegli "eventi previsti per i prossimi giorni in luoghi chiusi e con afflusso rilevante di pubblico" che, secondo quanto affermato dal direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Matteo Bruni, "sono stati rinviati" all'interno del Vaticano, decisione che però non pregiudica - ha precisato - lo svolgimento dell'udienza generale di mercoledì 26 in Piazza San Pietro.. Una misura affiancata da altre di carattere sanitario, prima fra tutte quella di un presidio con "un infermiere e il medico di guardia per l'assistenza immediata negli ambulatori della Direzione Sanità e Igiene nel caso di pazienti con sintomi riconducibili al coronavirus". Inoltre, negli Uffici permessi per l'accesso alla Città del Vaticano sono stati installati "dei dispenser con un igienizzante per le mani". 

In linea con le disposizioni del governo italiano

Il personale sanitario vaticano, ha detto ancora Bruni, metterà in atto in caso di positività al Covid-19 - al momento non rilevato - "le procedure previste come da accordi con il Ministero della Salute italiano". "La Direzione Sanità e Igiene dello Stato della Città del Vaticano - ha assicurato il portavoce della Santa Sede - è in costante contatto con la Regione Lazio e la Task Force del Ministero della Salute e seguirà e diffonderà eventuali raccomandazioni che le siano fornite". 

Oms, calano i contagi in Cina ma allerta sempre alta

Intanto, mentre in Cina i morti hanno superato i 2.600 e i contagi la quota di 77.300, i ricercatori dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) sono arrivati alla conclusione che "in Cina la diffusione del coronavirus ha raggiunto il suo picco tra il 23 gennaio e il 2 febbraio" e che "da allora ha cominciato a diminuire in maniera consistente". Una buona notizia cui fa da contraltare il realismo del direttore generale dell'Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, per il quale gli sforzi di contenimento del virus devono continuare per essere in grado di fronteggiare "una potenziale pandemia". 

Dalla Cei piena collaborazione con le autorità

Da parte sua la Chiesa italiana sta collaborando in pieno con le autorità per arginare la diffusione del Coronavirus. A Milano la diocesi ha stabilito che le chiese rimangano aperte; che, negli oratori, non si prevedano incontri, iniziative, riunioni, annullando, in ogni caso, eventi precedentemente fissati; che i funerali e i matrimoni possano essere celebrati, ma con la presenza dei soli parenti stretti.  In un comunicato la Cei scrive che "davanti al diffondersi del Coronavirus, alla notizia dei primi decessi, alla necessità di tutelare la salute pubblica, arginando il più possibile il pericolo del contagio, in questi giorni – e in queste ore – si susseguono richieste relative a linee comuni anche per le nostre comunità ecclesiali. Come Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana avvertiamo il dovere di una piena collaborazione con le competenti Autorità dello Stato e delle Regioni per contenere il rischio  epidemico: la disponibilità, al riguardo, intende essere massima, nella ricezione delle disposizioni emanate. Nel contempo, come Chiesa che vive in Italia, rinnoviamo quotidianamente la preghiera elevata ieri a Bari, nella celebrazione eucaristica presieduta dal Santo Padre a conclusione dell’incontro del Mediterraneo: preghiera di vicinanza a quanti sono colpiti dal virus e ai loro familiari; preghiera per medici e infermieri delle strutture sanitarie, chiamati ad affrontare in frontiera questa fase emergenziale; preghiera per chi ha la responsabilità di adottare misure precauzionali e restrittive. Ci impegniamo a fare la nostra parte per ridurre smarrimenti e paure, che spingerebbero a una sterile chiusura: questo è il tempo in cui ritrovare motivi di realismo, di fiducia e di speranza, che consentano di affrontare insieme questa difficile situazione"

A Milano la Caritas cerca di tutelare assistiti e volontari

Il direttore della Caritas ambrosiana Luciano Gualzetti afferma che si sta cercando di “accompagnare, tutelare il più possibile, oltre che i nostri operatori e volontari, le persone più deboli. Per cui dal punto di vista dei servizi stiamo cercando di tenerli tutti aperti, però con tutte le precauzioni del caso. Per esempio, alle mense stiamo verificando se sia possibile appunto fornire il pasto caldo, con delle vaschette piuttosto che con dei sacchetti, evitando di concentrare le persone in un'unica sala. Mentre per quanto riguarda i centri di accoglienza notturni, ovviamente li teniamo aperti perché sarebbe peggio mandarli in strada, e considerare appunto i centri di accoglienza come le proprie residenze per evitare di costringere la gente ad andare in giro. E lo stesso per i centri d'ascolto e gli sportelli, evitare di tenere aperti delle sale d'attesa dove arriva chiunque, e quindi poi non si capisce bene quali siano le provenienze. Però tenere aperti i centri d'ascolto e gli sportelli, possibilmente fissando degli appuntamenti con le persone, quindi a orari ove si incontrano le singole persone per non lasciarle prive di accompagnamento e della prossimità che i centri di ascolto comunque riescono a garantire”.

Ascolta l'intervista a Luciano Gualzetti

A Piacenza il vescovo ribadisce: "Niente panico"

Massima l’attenzione anche in tante altre diocesi del Nord. La diocesi di Venezia ha sospeso le Messe fino al primo di marzo, la stessa cosa avviene a Pavia, mentre a Torino da oggi al primo marzo sono sospese le attività pastorali con la partecipazione di gruppi di persone, tranne le Sante Messe. Messe sospese quasi ovunque a Piacenza e Modena.

A Piacenza il vescovo Gianni Ambrosio esprime vicinanza e invita alla preghiera per le persone ammalate, tra i contagiati – dice – “c’è anche qualche infermiere, anche un medico e quindi questo ha creato un po' di panico. Però per ora la vita procede ancora abbastanza bene, naturalmente tutte le attività aggregative sono state sospese, per cui anche le celebrazioni delle Messe, ed anche la processione tradizionale del Mercoledì delle Ceneri non verrà fatta proprio per evitare il diffondersi rapido del contagio “. Ai fedeli, monsignor Ambrosio dice che “prima di tutto di non avere paura, di non lasciarsi prendere dal panico, e la seconda cosa che dico è di affidarsi Madonna della Salute perché abbiamo bisogno di confidare nella sua intercessione. La forza della preghiera può aiutarci a superare anche questi momenti di difficoltà”. Dunque, monsignor Ambrosio dice “di non lasciarsi abbattere, faccio mia davvero l'espressione del Papa: non facciamoci rubare la speranza, e soprattutto bisogna pregare perché anche la preghiera aiuta proprio a non sentirsi soli e non sentirsi abbandonati”.

Ascolta l'intervista a Gianni Ambrosio

 

 

Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui

24 febbraio 2020, 11:10