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Papa Francesco e i vescovi della Colombia a Bogotá nel settembre 2017 Papa Francesco e i vescovi della Colombia a Bogotá nel settembre 2017 

Vescovi della Colombia: appello a dialogo e unità

Conclusa la Plenaria dei vescovi della Colombia. Sette i punti sviluppati nel messaggio finale, in cui i presuli esortano a trasformare ogni difficoltà in opportunità, tracciando cammini di giustizia, riconciliazione e bene comune

Isabella Piro - Città del Vaticano

Difendere e rispettare la vita; guardare alla necessità di dialogo sociale; realizzare un progetto comune del Paese; sostenere efficacemente i processi di pace; riconoscere il “gravissimo male” del narcotraffico e delle sue conseguenze umane, sociali, politiche ed economiche; accogliere i migranti, “nostri fratelli”; promuovere l’ecologia integrale: sono i sette punti evidenziati dalla Conferenza episcopale della Colombia (Cec), al termine della 109° Assemblea Plenaria, svoltasi a Bogotá dal 3 al 7 febbraio.

Il messaggio finale

I sette punti sono contenuti nel messaggio finale dei lavori che è stato presentato dai vescovi in conferenza stampa. “Di fronte al momento storico decisivo, complesso e preoccupante che vive il Paese - si legge nel documento - è necessario assumere un atteggiamento di ascolto, riflessione dialogo, unità e impegno per trasformare ogni difficoltà in opportunità e tracciare cammini di giustizia, riconciliazione e bene comune”.

Difesa vita

La Chiesa della Colombia insiste, poi, su “la difesa e il rispetto della vita”, chiedendo di porre fine “all’ondata” di violenza che “grava sulle persone e le comunità”, perché “non si ottiene nulla né con le armi, né con l’imposizione delle idee”. In quest’ottica, i presuli lanciano un appello affinché sia garantito “il diritto fondamentale alla vita, riconosciuto dalla Costituzione, dal concepimento e fino alla morte naturale”, perché l’aborto “non è un diritto umano”, ma piuttosto una “grave ferita sociale”.

Dialogo e riconciliazione

Un altro tema affrontato dalla Cec è quello della necessità di dialogo per “identificare i bisogni della popolazione e rafforzare le relazioni tra Stato e società civile”. I vescovi sottolineano, inoltre, l’importanza dei processi di pace e l’esigenza di “porre particolare attenzione alle vittime ed a coloro che hanno abbandonato le armi e cercano ora il completo reinserimento sociale”. “Bisogna mantenere aperta la porta del dialogo e lottare senza sosta per la riconciliazione”, si legge nel messaggio episcopale.

Accogliere, proteggere, promuovere e integrare

Altrettanto impegno viene richiesto per sconfiggere il narcotraffico e tutte le attività ad esso connesse e per fermare lo sfruttamento dei migranti, in quanto atto “disumano e ingiusto”. La linea da seguire - ricordano i vescovi - è quella suggerita da Papa Francesco, ovvero “accogliere, proteggere, promuovere e integrare” le popolazioni che migrano per tanti e diversi motivi. Infine, riguardo all’ecologia integrale, i vescovi evidenziano “i gravi e irreparabili danni causati all’opera che Dio ha affidato all’uomo perché fosse una casa comune”.

La casa comune

“È necessario - si legge nel documento - riconciliarsi con il Creatore e con il Creato”. Di qui, il richiamo al Sinodo speciale sull’Amazzonia, svoltosi lo scorso ottobre in Vaticano e per il quale è attesa, il 12 febbraio, l’Esortazione apostolica di Papa Francesco intitolata “Querida Amazonia”: “Dobbiamo prendere impegni concreti e visibili di fronte a questo ‘cuore biologico del pianeta’ e alle comunità che lo abitano, in particolare le popolazioni indigene”. Il messaggio dei vescovi si conclude con l’esortazione ai fedeli ad “intensificare le preghiere per la pace e l’impegno di tutti per il bene comune”.

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10 febbraio 2020, 09:48