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Argentina: i vescovi condannano la pubblicità che favorisce la prostituzione

La distribuzione di materiale pubblicitario che incita alla prostituzione e allo sfruttamento sessuale ha portato ad una vigorosa protesta da parte della Commissione Episcopale per la Giustizia e la Pace, che esorta le autorità ad applicare le leggi e le ordinanze statali e comunali in Argentina. La nota dei vescovi alla vigilia della Giornata mondiale di preghiera e di riflessione contro la tratta di esseri umani, istituita da Papa Francesco

Alina Tufani – Città del Vaticano

La squadra "No alla Tratta" dell'episcopato argentino ha rilasciare una forte dichiarazione contro il materiale pubblicitario distribuito da una popolare attrice e cantante argentina che - secondo la nota - sembra ignorare "il dramma della prostituzione, dello sfruttamento sessuale e del crimine della tratta di esseri umani".  Questa settimana una forte polemica ha scosso i social network e i media argentini, a causa del manifesto che Jimena Baron ha distribuito in diverse zone di Buenos Aires per lanciare una nuova canzone, e in cui la cantante appare vestita in modo succinto e con una posa provocatoria su cui è stampato un numero di telefono. L'immagine emula evidentemente i piccoli manifesti che le reti di ‘protettori’ e le prostitute distribuiscono di solito per strada e in alcuni luoghi per offrire i loro servizi.

La campagna pubblicitaria vìola le leggi di Buenos Aires

"La tratta di esseri umani è un crimine e danneggia le sue vittime con conseguenze molto gravi", si legge nel comunicato dell'episcopato, che elenca alcune delle ordinanze e delle leggi che questa campagna pubblicitaria violerebbe, in particolare nel quartiere della Città Autonoma di Buenos Aires. Tra questi, si ricorda che secondo la Legge 2936 della capitale argentina, "sono proibite le pubblicità che hanno come obiettivo la promozione esplicita o implicita dell'offerta sessuale, quelle che fanno riferimento esplicito o implicito alla sollecitazione di persone destinate al commercio del sesso, e quelle che includono immagini di contenuto sessuale legate alla promozione dell'offerta o del commercio del sesso che ledono la dignità della persona".

I vescovi chiedono la rimozione dei manifesti

Il gruppo "No alla tratta" della Commissione episcopale per la giustizia e la pace denuncia anche che questo tipo di pubblicità corrisponde al reato di promozione e agevolazione della prostituzione di cui all'articolo 125 bis del Codice penale argentino. Tenendo presente che "l'Argentina è un Paese abolizionista in riferimento alla prostituzione", l'episcopato chiede la rimozione di questi manifesti pubblicitari ed esorta l'artista popolare ad unirsi alla lotta contro lo sfruttamento sessuale: "Molti di noi lavorano per sensibilizzare, proteggere, salvare e accompagnare, ci auguriamo che presto anche la signora Baron si unisca a questa lotta, poiché attraverso le sue piattaforme social, può raggiungere molte persone e così aderire al desiderio di una società senza tratta e con parità di trattamento tra donne e uomini, dove le donne non sono più commercializzate".

Nel mondo 21 milioni di persone sono vittime della tratta

"Milioni di persone nel mondo, e migliaia nel nostro Paese, per lo più bambini e donne adulte, continuano ad essere vittime di questa schiavitù", ricorda il comunicato dei vescovi argentini, alla vigilia della Giornata mondiale di preghiera e di riflessione contro la tratta di esseri umani, istituita da Papa Francesco, e celebrata l'8 febbraio, in memoria di Santa Giuseppina Bakhita.  Si stima che nel mondo ci siano 21 milioni di persone vittime del traffico di esseri umani e che il business si aggira intorno ai 32 miliardi di dollari in tutto il mondo. In Sud America, secondo i dati dell'Onu, oltre il 50% delle vittime della tratta sono donne, il 10% sono uomini, oltre il 30% sono ragazze minorenni e quasi il 10% sono bambini. La maggior parte delle vittime sono sfruttate sessualmente e il resto, il 30%, è costretto al lavoro forzato e ad altri tipi di sfruttamento.

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07 febbraio 2020, 12:24