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Vescovi dell’Africa orientale: appello ad essere "Chiesa in uscita"

Stilata l’agenda annuale dell’Amecea, l’Associazione dei membri delle conferenze episcopali dell'Africa orientale riunita in Kenya, una grande realtà, composta da 124 diocesi in nove Paesi

Isabella Piro – Città del Vaticano

Lavorare insieme per un impatto significativo sulla regione: con questo obiettivo, dal 20 al 24 gennaio, si è svolta la riunione di programmazione annuale del Segretariato dell’Amecea (Associazione dei membri delle conferenze episcopali dell'Africa orientale) che comprende Eritrea, Etiopia, Sudan/Sud Sudan, Uganda, Kenya, Tanzania, Malawi e Zambia, compresi i membri affiliati Gibuti e Somalia. Ospitato dal Centro pastorale “Nostra Signora dell’Africa” di Mombasa, in Kenya, l’incontro è stato presieduto dal Segretario generale dell’Associazione, Padre Anthony Makunde.

Una Chiesa in uscita

“Siamo un piccolo gruppo, ma rappresentiamo una grande comunità, composta da 124 diocesi in nove Paesi”, ha ricordato padre Makunde, rivolgendosi ai membri dei quattro dipartimenti operativi dell’Amecea, ovvero: Finanza e amministrazione; Sviluppo umano integrale; Pastorale e Comunicazioni sociali. Forte, nelle parole del Segretario, l’appello ad essere “Chiesa in uscita”: "Insisto – ha detto -  affinché andiamo presso le Conferenze episcopali locali, invece di farci raggiungere dai vescovi nella nostra sede. Andare noi verso di loro deve essere la nostra priorità per il 2020”.  

Le sfide dell’Amecea

Due, in particolare, le sfide che l’Amecea dovrà affrontare quest’anno: a livello interno, quella di “riorganizzare e migliorare i sistemi di catalogazione e archiviazione delle donazioni, cogliendo anche l’opportunità della digitalizzazione, ormai giunta al termine, della Biblioteca del Segretariato”. A livello esterno, invece, la sfida è quella di “rendere l’organismo un Ufficio regionale di riferimento diretto per le singole Conferenze episcopali locali”. In agenda per il 2020 anche “la rivitalizzazione delle piccole comunità cristiane in particolare nelle aree di raccolta dei rifugiati; il rafforzamento delle cappellanie e della Pastorale giovanile; l’attuazione dei progetti di tutela dei minori; le vocazioni; la pubblicazione e la diffusione di materiale informativo per i fedeli”.

Migliorare l’informazione digitale

Inoltre, si guarderà all’uso delle “piattaforme digitali per l’evangelizzazione e al miglioramento della rete informativa di Signis attraverso la partecipazione attiva delle singole Chiese locali”. Centrale, infine, “il sostegno alle attività di pace per il Sud Sudan; l’attuazione dell’Enciclica di Papa Francesco ‘Laudato si’ sulla cura della casa comune’ e l’avvio di una rete di organismi che operano per la salvaguardia del Creato, all’interno dell’intera regione”.

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30 gennaio 2020, 11:32