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Clarettiani: nasce il primo ‘pronto soccorso’ giuridico per le vittime di abusi

Ospitato dall’Istituto giuridico clarettiano, Auribus è un centro d’aiuto dedicato alle vittime ma anche ai colpevoli. Il fondatore, l’avvocato Ricci-Barbini: il nostro obiettivo è far vincere la giustizia e alzare un muro contro le ‘denunce facili’ senza prove concrete

Federico Piana – Città del Vaticano

Letteralmente, l’acronimo Auribus significa ‘Assistenza universale per religiosi in bisogno di sostegno’. E’ il nome di un innovativo centro di ascolto e d’aiuto per le persone vulnerabili rimaste coinvolte in episodi di abusi. Un ‘pronto soccorso’ giuridico-canonico, unico in Italia, ospitato dall’Istituto giuridico clarettiano e messo in piedi da un gruppo di avvocati, professori e psicologi pronti a consigliare e sostenere, soprattutto nelle cause disputate davanti alla giustizia italiana e a quella della Chiesa, non solo le vittime ma anche i colpevoli, utilizzando il principio del recupero e del reinserimento del reo nella società.

Ricci-Barbini: “Aiutiamo ad evitare ‘mostri’ giuridici”

Ad avere l’idea madre che ha generato questo unicum è stato Carlo Ricci Barbini, avvocato penalista ma anche patrocinante nel tribunale e nella Corte d’Appello dello Stato della Città del Vaticano. Doppio binario che gli ha permesso di avere tra le mani casi in cui molti sacerdoti sono stati accusati ingiustamente di violenze mai commesse che pur di evitare scandali e polemiche dolorose hanno scelto di andare a patteggiamento con la giustizia italiana mentre dalla Chiesa sono stati assolti con formula piena. “Un errore procedurale – spiega Ricci Barbini – che si sarebbe potuto evitare se queste persone fossero state ben consigliate”. Se avessero scelto di andare a processo e non il patteggiamento, che è una implicita ammissione di colpevolezza, avrebbero potuto ottenere piena assoluzione anche dalla giustizia italiana.

Alzare un muro contro le denunce facili

Questo è solo uno dei tanti esempi che ha spinto Ricci-Barbini a dare vita ad Auribus: “Ci siamo resi conto che c’era la necessità di creare una sinergia tra l’ambito giuridico canonico e l’ambito penale italiano. Per evitare che si generino delle incongruenze o addirittura dei ‘mostri’ giuridici a danno della verità dei fatti”. L’avvocato ci tiene a far sapere le varie fasi con le quali opera il centro: “Sono tre. La prima è quella dell’ascolto delle vittime. Poi viene l’assistenza tecnico-giuridica penale e canonica mentre l’ultima fase riguarda, invece, la possibilità di innalzare un muro contro le cosiddette denunce facili nei confronti di chi è innocente”. Denunce facili che hanno il solo obiettivo di richiedere risarcimenti milionari al malcapitato e alla Chiesa.

Ascolta l'intervista a Ricci Barbini

Padre Valderrabano: strumento necessario per combattere gli abusi

Il centro Auribus, per padre José-Félix Valderrabano, superiore dei clarettiani, è uno strumento essenziale nella lotta agli abusi che nella Chiesa “sono diventati un problema gravissimo”: “Noi clarettiani siamo sensibili alla politica di protezione dei minori  e delle persone vulnerabili voluta da Papa Francesco. In questo centro, per dare vera giustizia, consideriamo anche l’aspetto psicologico e religioso. Perché molte vittime sono bloccate nella fede e hanno perso la fiducia nella Chiesa”.  Padre Valderrabano spiega anche che la formazione sarà un caposaldo irrinunciabile ed invita gli enti ecclesiastici, le congregazioni e gli Ordini religiosi ad entrare in contatto con il centro per uno scambio di mutuo interesse. Auribus non nega però l’attenzione ai colpevoli, a chi si è macchiato di delitti orribili. Se la società del politicamente corretto pretenderebbe di rinchiuderli gettando via la chiave, padre Valderrabano ammette che questa non può essere la scelta del centro e della Chiesa: ”E’ evidente che la giustizia va praticata: chi ha commesso un crimine va punito, anche severamente. Però, per la Chiesa, la finalità della giustizia non è soltanto la condanna ma soprattutto il recupero del reo. E’ un valore di giustizia ma anche di carità”.

Ascolta l'intervista a padre Valderrabano

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22 gennaio 2020, 14:44