La Giornata nazionale contro violenza sulle donne che commemora il massacro di 14 donne nel Politecnico di Montreal La Giornata nazionale contro violenza sulle donne che commemora il massacro di 14 donne nel Politecnico di Montreal  

Quebec: impegno della Chiesa contro violenza di genere e abusi

Dichiarazione dei presuli per riflettere su quanto è stato fatto contro la violenza di genere a 30 anni dal massacro di 14 donne nel Politecnico di Montreal, considerato il primo femminicidio di massa in Canada, e dalla pubblicazione, sempre nel 1989, della riflessione pastorale dei vescovi sulla violenza domestica dal titolo: “Un’eredità di violenza?”

Lisa Zengarini – Città del Vaticano

In vista della Giornata nazionale di azione contro la violenza sulle donne, celebrata in Canada il 6 dicembre, il Consiglio Chiesa e Società dell’Assemblea dei vescovi cattolici del Québec (Aecq), insieme alla rete dei referenti diocesani sulla condizione femminile, ha diffuso una dichiarazione dal titolo “Ricordarsi per meglio agire”. La Giornata commemora il massacro di 14 donne nel Politecnico di Montreal avvenuto il 6 dicembre 1989. La dichiarazione è un invito a riflettere su quanto è stato fatto contro la violenza di genere a trent’anni da quel tragico evento, considerato il primo femminicidio di massa in Canada, e dalla pubblicazione, sempre nel 1989, della riflessione pastorale dell’Aecq sulla violenza domestica dal titolo: “Un’eredità di violenza?”.

La dichiarazione cita la "violenza sistemica" inflitta alle donne indigene nel Paese

“Oggi scopriamo che le realtà descritte in quel documento sono ancora attuali e che molte altre forme di violenza colpiscono le donne e le persone vulnerabili anche fuori dalle mura domestiche”, si osserva nella dichiarazione che cita il cyber-bullismo, lo sfruttamento sessuale dei minori, la diffusione della pornografia, gli abusi psicologici e fisici, il traffico di esseri umani e le molestie sessuali non denunciate emerse con il movimento #metoo. Inoltre, è cresciuta la coscienza delle discriminazioni e aggressioni subite da persone con diversi orientamenti sessuali e, grazie all’inchiesta nazionale sulle ragazze autoctone scomparse e assassinate in Canada, è venuta alla luce l’ampiezza della "violenza sistemica" inflitta alle donne indigene nel Paese. Una violenza ereditata dalla cultura coloniale e patriarcale “all’origine dei traumi che ancora oggi vivono i nostri fratelli e sorelle autoctoni”, sottolineano i vescovi del Québec.

L’azione della Chiesa contro gli abusi

Di fronte a questi fenomeni la Chiesa locale non è rimasta a guardare. Dopo la pubblicazione del documento sulle violenze domestiche nel 2004 un gruppo di religiosi e religiose ha istituito il Comitato di azione contro la tratta interna e internazionale di esseri umani (Cathii, in sigla). Con lo scandalo degli abusi sessuali, di potere e spirituali perpetrati da esponenti del clero e religiosi su bambini, religiose, adulti vulnerabili e indigeni, la Chiesa canadese ha preso coscienza delle sue responsabilità e dell’urgenza di agire per la prevenzione, l’educazione e la mobilitazione contro queste piaghe che deve vedere uomini e donne alleati. “Fare memoria è un dovere per evitare il ripetersi del male”, sottolinea in conclusione la dichiarazione. “Ricordarsi della violenza contro le donne e le persone vulnerabili dovrebbe spingerci ad agire per restituire la dignità a tutti coloro che soffrono, resuscitare la speranza e a ristabilire rapporti di pace e unità”.

 

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04 dicembre 2019, 11:52