Cop 25: il Premier spagnolo Padro Sanchez e il cardinale Segretario di Stato vaticano Pietro Parolin Cop 25: il Premier spagnolo Padro Sanchez e il cardinale Segretario di Stato vaticano Pietro Parolin 

Il Papa alla Cop25. Tomas Insua: fondamentale il ruolo della Chiesa

Il fondatore del Movimento cattolico mondiale per il clima, commentando il Messaggio del Papa alla Cop25 di Madrid, riflette sull'urgenza di un cambio di rotta nello stile di vita e nella volontà degli Stati, sul ruolo della Chiesa nel dibattito e sull'importanza che le mobilitazioni giovanili stanno avendo a livello internazionale sulla questione climatica

Gabriella Ceraso - Città del Vaticano

"Il pianeta brucia: o si agisce o si capitola". Risuona ancora forte a Madrid l'allarme lanciato dal segretario generale dell'Onu Antonio Guterres ai rappresentanti di 196 Paesi riuniti, fino al 13 dicembre, per il vertice delle Nazioni Unite Cop25 dedicato al clima. E oggi, a sottolineare ancora di più la necessità di un'azione concreta e di una chiara volontà politica a invertire la rotta per salvare il pianeta, anche il Messaggio del Papa. "É ancora possibile limitare il riscaldamento globale" scrive Francesco a più riprese, invitando a riflettere "coscienziosamente sul significato dei nostri modelli di consumo e di produzione e sui processi di educazione" per vincere quella che ancora una volta definisce una "sfida di civiltà". Essenziale per il Papa è insistere sulla presenza o meno di una "volontà politica" che sia "chiara, lungimirante e forte".

Giovani e politica 

Importante a questo proposito, e il Papa torna a ribadirlo, la sensibilità dei giovani. E questo è particolarmente significativo in queste ore di mobilitazione mondiale che i ragazzi stanno organizzando proprio a Madrid al fine di mettere in evidenza le loro istanze di rinnovamento, affinché si agisca in fretta per il futuro che a loro appartiene. Ne è convinto anche Tomás Insúa, argentino, un passato come responsabile marketing per l’America latina e il Sud Est asiatico di Google e oggi alla guida del Movimento cattolico mondiale per il clima (Global Catholic Climate Movement, Gccm), una coalizione internazionale che comprende circa 900 organizzazioni cattoliche impegnate nella tutela del creato. Commentando le parole del Papa nel Messaggio alla Cop25, Insua rimarca - rifacendosi alla Laudato si' - il ruolo della Chiesa e dei cattolici a livello internazionale e locale quale voce critica nell'affrontare il cambiamento climatico e la più ampia crisi ecologica.

A Madrid la voce della Chiesa

A questo proposito, bene - commenta Insua - la presenza delle delegazioni della Santa Sede a portare il Magistero del Papa nei grandi appuntamenti internazionali e bene anche tutte le iniziative locali affidate a diocesi, parrocchie e laici che rilanciano il messaggio della Laudato si'. Proprio giovedì 5 dicembre a Madrid  - fa sapere quindi Insua - nell'ambito della Cop25, la Conferenza episcopale spagnola e il Movimento cattolico mondiale per il clima, daranno vita all'incontro dal titolo "Il vertice sul cambiamento climatico e la cura della casa comune" circa la dottrina sociale della Chiesa, l'educazione come motore del cambiamento sociale, gli investimenti etici e il disinvestimento nei combustibili fossili. Un'occasione - spiega Insua - per rilanciare la "crisi etica" che sottosta alla crisi climatica, fatta di una "disconnessione dell'uomo di oggi dal creato" e dal cuore dei popoli più vulnerabili.

Ascolta l'intervista integrale a Tomas Insua

R. – L’emergenza climatica è ogni giorno più forte e le Nazioni Unite hanno appena pubblicato un rapporto in cui si dice che il nostro futuro sembra desolante. Veramente, i segni dei tempi sono fortissimi. Papa Francesco nel suo messaggio parla di nuovo di “emergenza”: in questo senso la Cop25 conta.  E' il modo migliore che abbiamo per coordinare una grande soluzione globale in questo momento in cui alcuni dei Paesi più inquinanti stanno cercando di tornare indietro.

Infatti, il Papa dice: “C’è una volontà politica, si o no?” …
R. – Chiaro che ancora non c’è, una volontà politica. Si dicono delle parole, però in pratica le emissioni di gas serra continuano ad aumentare.

I giovani – il Papa lo ripete, questo, anche in questo ultimo messaggio – mostrano una maggiore sensibilità …
R. - … e infatti in alcuni Paesi, come ad esempio la Germania, grazie agli studenti e a questi scioperi per il clima, la crisi climatica è il tema numero uno nell’opinione pubblica. E a proposito dei giovani, c'è anche da dire che nel mondo cattolico c’è la “Laudato si’ generation”, la generazione della Laudato si’, che è un movimento ispirato all' enciclica di Francesco parte di questo movimento globale di giovani.

Lei spesso ha detto che i cattolici in tutto il mondo hanno un ruolo critico da svolgere nel cambiamento, nell’affrontare il cambiamento climatico …
R. – Sì, la Chiesa ha un ruolo fondamentale da svolgere, non c’è dubbio: promuovere il messaggio della Laudato si’ e l’opzione preferenziale della Chiesa per i poveri in questi grandi vertici è assolutamente fondamentale. Ma non solo a livello internazionale, in seno all’Onu, ma anche a livello nazionale e locale. In particolare, il nostro ruolo è dire che questa è una crisi in primo luogo morale: non è semplicemente un problema politico, economico, scientifico, tecnico, eccetera; è tutto questo, ma fondamentalmente, Papa Francesco nell’enciclica Laudato si’ ci dice che abbiamo bisogno di una "conversione ecologica", perchè oggi siamo disconnessi sia dal Creato sia dai nostri fratelli e sorelle più vulnerabili.

Questo anche nella campagna che avete lanciato con le Istituzioni cattoliche e non solo, per disinvestire dai combustibili fossili, che è una goccia nel mare, ma una goccia importante …
R. – Assolutamente: già si contano 11 trilioni di dollari disinvestiti da questa industria.La nostra è una campagna molto molto grande. Sappiamo che non possiamo investire in questo ambito: questa industria continua ad esplorare ed estrarre nuovi combustibili fossili, una pratica assolutamente inaccettabile, in diretta contraddizione con l’Accordo di Parigi.

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04 dicembre 2019, 15:34