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Argentina: manifestazione contro l'aborto Argentina: manifestazione contro l'aborto 

Argentina: messaggio dei vescovi sulla tutela della vita

Preoccupazione dei vescovi per il Protocollo sull’interruzione di gravidanza che permetterebbe l’aborto a 13 anni, anche senza il consenso dei genitori e l’introduzione di nuovi farmaci abortivi. Per i presuli le nuove norme sono in contrasto con la costituzione argentina

Isabella Piro - Città del Vaticano

“In comunione con tanti credenti e tanti cittadini di buona volontà, attendiamo la revoca del Protocollo sull’aborto”: è quanto si legge nel messaggio che la Conferenza episcopale argentina (Cea) ha diffuso in occasione della Solennità del Natale. Il riferimento dei presuli, nello specifico, è al così detto “ILE”, ovvero il Protocollo di cessazione legale di gravidanza: attuato dal Ministero nazionale della Salute, il Protocollo mira a permettere l’aborto a 13 anni di età, anche senza il consenso dei genitori, ed introdurre nuovi farmaci abortivi, come il mifepristone.

Le nuove norme legalizzerebbero l’aborto a tutti gli effetti

Attualmente, in Argentina l’aborto è legale solo in caso di stupro o quando la salute della donna è a rischio. Le nuove misure mirano invece a legalizzarlo a tutti gli effetti, nonostante il Senato si sia già espresso con voto contrario. Preoccupazione, dunque, viene espressa dai vescovi locali che definiscono l’ILE un provvedimento “inappropriato” e ribadiscono che, contrariamente a quanto si voglia far intendere, i cittadini sono “a favore della dignità e del valore sacro e inalienabile della vita”.

Le istituzioni evitano il dibattito, ragionevole e democratico, sulla tutela della vita

Nel messaggio natalizio, intitolato significativamente “Un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio” (Is 9,5), si legge: “Nella povertà della mangiatoia, Dio ci ha insegnato molte cose sulla dignità della vita umana. Siamo quindi feriti e preoccupati per questo modo di agire delle istituzioni che evitano il dibattito, ragionevole e democratico, sulla tutela della vita, primo diritto umano”. “C’è una gerarchia normativa che è stata violata dall’imposizione di questo Protocollo da parte di un singolo Ministro, in contrasto con la Costituzione nazionale, il Codice civile e le altre normative che tutelano la vita sin dal concepimento”, ribadiscono ancora i presuli.

A nessuno deve essere negato il diritto di una famiglia, un credo e la felicità

“Ciò che il Parlamento nazionale non ha legiferato al termine di un dibattito democratico, che prevede anche una discussione pubblica da parte di tutti i settori e di tutte le istituzioni – si legge nel testo – è stato appena definito da un Protocollo inappropriato”. “Che a nessuno – è l’auspicio conclusivo del messaggio episcopale – possa essere negato il diritto di vivere con dignità e di avere una famiglia, un credo e la felicità”.

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19 dicembre 2019, 12:05