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Religiosi, in missione per curare le ferite del mondo

Conclusa ad Assisi la 59.a Assemblea generale della Conferenza italiana dei Superiori maggiori. Padre Gaetani: apriamo i nostri istituti affinché i poveri ricevano la carezza di Dio ed usciamo verso terre lontane testimoniando il Vangelo con amore e carità

Federico Piana – Città del Vaticano

Quest’anno la tematica scelta per l’assemblea generale della Conferenza italiana dei Superiori maggiori (Cism), che si è svolta ad Assisi dal 3 al 7 novembre, è stata dedicata alla missione, in netta continuità con il Convegno ecclesiale nazionale di Firenze del 2015, con l’esortazione apostolica Evangeli Gaudium di Papa Francesco e con le direttive dell’Assemblea generale della Conferenza Episcopale Italiana del maggio di quest’anno. “Da religiosi – hanno affermato gli organizzatori – abbiamo riflettuto sulla vita religiosa come forma di frontiera, luogo dell’imprevisto, dell’originale. Abbiamo discusso della missione della vita religiosa come spazio vitale per la costruzione dell’uomo nuovo”.

Padre Gaetani: il nostro impegno missionario a partire dal magistero del Papa

In Italia il numero complessivo dei religiosi è di 18.000, 2.500 dei quali sono missionari. Naturale, dunque, che il tema ‘La missione ed i carismi della Chiesa’ abbia entusiasmato gli oltre 200 partecipanti all’Assemblea generale provocandoli sia sulla ‘missio ad extra’, cioè l’annuncio del Vangelo in territori lontani, che sulla ‘missio ad intra’, ovvero il tentativo di sostenere le diocesi italiane nel far rinverdire la fede molto spesso sopita. “Ci siamo chiesti – spiega padre Luigi Gaetani, presidente del Cism tracciando un bilancio finale dell’evento – quale deve essere il nostro contributo alla luce del magistero di Papa Francesco, a partire proprio dall’esortazione apostolica Evangeli Gaudium”.

Idee e progetti concreti per la missione

Il confronto serrato e schietto nei lavori assembleari ha prodotto risultati concreti, tangibili. Padre Gaetani usa due immagini bibliche per sintetizzare e semplificare. La prima: la località di Betania: “E’ la casa dei poveri, dove loro incontrano il Signore. Allora, la prima indicazione è questa: creiamo le condizioni sul territorio nazionale perché le nostre case religiose siano come Betania. Case dalle porte aperte dove gli uomini possano incontrare Dio”. La seconda immagine è quella della città di Antiochia: “Nel passato, è stata un centro culturale importante dove però la comunità primitiva di Gerusalemme fu costretta ad emigrare e trovare nuova dimora. Quella che appariva come una disgrazia si è rivelata una grande grazia: la possibilità, attraverso gli incroci culturali, di incontrare e conoscere gli altri. Questa memoria ci spinge ad uscire, come chiede Papa Francesco, dai nostri istituti per annunciare la Buona Notizia”.

Tutela di minori e persone vulnerabili: religiosi in prima linea

Nei dibattiti e nelle conferenze non poteva mancare la riflessione sullo sforzo per la tutela dei minori e le persone vulnerabili. Anche perché le linee guida pubblicate dalla Conferenza Episcopale Italiana sono state preparate, messe a punto, proprio grazie alla collaborazione della Cism. “Ne abbiamo discusso e abbiamo approfondito la questione perché occorre conoscere ma anche sapersi piegare su tanta umanità ferita, lacerata. E’ doveroso da parte di tutta la Chiesa assumersi le proprie responsabilità” conferma padre Gaetani. Che entra nel dettaglio raccontando come durante l’Assemblea generale siano stati presi in esame nuovi percorsi “formativi ed educativi e nuove precauzioni da adottare affinché l’orrore non si ripeta mai più”.

Quale futuro per la scuola cattolica?

Altro argomento di fondamentale rilevanza discusso in Assemblea generale è stato quello legato al futuro delle scuole cattoliche, ambito dove i religiosi, non solo in Italia, sono massicciamente presenti. La riflessione, rivela padre Gaetani, è stata forte: “Tante scuole cattoliche stanno chiudendo. Si sta perpetuando un’ingiustizia nei confronti della legittimità conferita dalla Costituzione italiana che stabilisce un pluralismo educativo. Siamo discriminati perché non siamo messi in condizione di poter garantire una formazione adeguata”.

Ascolta l'intervista a padre Gaetani

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09 novembre 2019, 14:09