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ACS, Monteduro: "Facciamo sì che Natale non sia solo nelle nostre case"

A Caracas si soffre come ad Aleppo. Cambiano i volti, le coordinate geografiche, la lingua, ma la popolazione soffre allo stesso modo. A donare un Natale di speranza ai cristiani di Siria e Venezuela è ACS - Aiuto alla Chiesa che soffre - grazie ad una raccolta fondi

Chiara Colotti – Città del Vaticano

Due Paesi, due continenti, due lingue diverse, eppure la stessa sofferenza negli occhi delle persone per le vie di Caracas ed Aleppo. Realtà separate dall’oceano Atlantico, ma legate dallo stesso dramma, quello di una popolazione allo stremo. Ecco perché Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS) ha lanciato una campagna per aiutare le comunità cristiane nelle due regioni, generando un impatto positivo per l’intera popolazione.

Un Natale di speranza per i cristiani di Siria e Venezuela

Nel periodo dell’anno in cui si celebra la nascita del Signore, ACS lancia un appello, chiedendo aiuto per due comunità da anni colpite dagli effetti della “malvagità” umana. Fame, prostrazione fisica e interiore, crisi economica, politica e sociale costituiscono il minimo comune denominatore della situazione siriana e venezuelana. “Ai nostri benefattori - spiega Alessandro Monteduro, direttore di ACS - si rivolgono direttamente due rappresentanti della Chiesa italiana più bella, suor Arcangela Orsetti e suor Patrizia Andrizzi, da decenni impegnate rispettivamente ad Aleppo e a La Guaira”.

Ascolta l'intervista a Alessandro Monteduro

La situazione del fronte siriano e venezuelano

Da un lato, “la Siria, un Paese disastrato, che sta pagando le conseguenze prodotte dalle assurde sanzioni economiche che colpiscono prevalentemente uomini, donne, bambini, disabili e anziani”, sottolinea Monteduro. “In tutto questo, - aggiunge - la minoranza cristiana priva di un supporto istituzionale soffre doppiamente, a causa del conflitto e di una crisi sociale devastante”. Dall’altro lato, “il Venezuela con numeri altrettanto drammatici: oltre 110mila bambini sotto i cinque anni d’età si trovano in uno stato di denutrizione acuta, mentre 300mila sono quelli in una condizione di povertà estrema”, precisa il direttore. Per non parlare poi del fatto che “negli ultimi quattro anni, oltre 4 milioni e mezzo di persone sono state costrette a scappare dal proprio Paese”. Insomma, tra le vie di Caracas, così come in quelle di Aleppo, si respira lo stesso clima, la totale mancanza di fiducia in un futuro migliore: mamme in cerca di cibo per i propri bimbi, malati che non possono permettersi medicine e anziani completamente abbandonati a se stessi.

La risposta di ACS

“Aiuto alla Chiesa che Soffre non risponde solo a Natale a queste necessità”, rimarca Monteduro. Numerose sono infatti le iniziative che la Fondazione ha messo in campo, in entrambi i Paesi, nel solo 2019. ACS, da gennaio a settembre, ha finanziato 65 interventi in Venezuela e ben 85 in Siria. “Tuttavia, - puntualizza il direttore - negli ultimi otto anni, nel corso del conflitto siriano, ACS ha supportato progetti per oltre 36 milioni di euro. A Natale, vogliamo fare ancora di più e per questo chiediamo alla comunità cattolica italiana uno sforzo aggiuntivo, un gesto di carità e di misericordia per i nostri fratelli”. Grazie a questi preziosi contributi, la Fondazione garantirà aiuti alimentari e gasolio per il riscaldamento a 5.500 famiglie in Siria. In Venezuela, l’ambizione di ACS è far sì che almeno 10.000 persone possano godere di un “pasto caldo” sostenendo le “pentole solidali”, le mense organizzate dalle parrocchie per offrire ai venezuelani l’unico pasto della giornata. “Se non ci fosse la Chiesa con la sua meravigliosa bellezza, - commenta Monteduro - non ci sarebbe nemmeno quel pasto. Sono stato in Venezuela e ho visto con i miei occhi i bambini, in coda, nell’attesa di ricevere quel solo pasto quotidiano. È inaccettabile che questa sia la situazione del Paese che, per risorse naturali, è il più ricco al mondo”.

Solidarietà senza confini

“Una Chiesa che vede chi è in difficoltà, non chiude gli occhi, sa guardare l’umanità in faccia per creare relazioni significative, ponti di amicizia e di solidarietà al posto di barriere. (Papa Francesco)”

“ACS - evidenzia Monteduro - incarna quel ritratto di Chiesa tracciato da Papa Francesco. Ad Aleppo, negli ospedali cattolici, le suore non chiedono la fede al malato che si presenta al pronto soccorso. Questo significa essere cristiani, essere capaci di azioni di generosità, di altruismo e di solidarietà che vanno oltre la fede. Aiuto alla Chiesa che Soffre - conclude - sostiene i nostri fratelli e le nostre sorelle, in quelle terre, nella convinzione che a goderne non saranno soltanto loro bensì l’intera popolazione”.
 

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26 novembre 2019, 15:15